"Il rifugio" di Francois Ozon

Anticipando di una settimana l’uscita nelle sale, da venerdì 27 agosto è finalmente possibile vedere l’ultimo e bellissimo film gay di Francois Ozon: un viaggio verso la maturità di due differenti solitudini. Imperdibile.


La locandina italiana del film distribuito da Teodora

Tra un film etero e l’altro, stiamo parlando della bella favola “Ricky” (anch’essa sulla maternità) e il suo ultimo film, “Potiche”, che vedremo a Venezia tra pochi giorni (con la star Deneuve che diventa imprenditrice di successo), il prolifico regista gay Francois Ozon ci regala “Il rifugio” che, anche se pubblicizzato come un film sui misteri della gravidanza, è in realtà la storia di un anomalo triangolo d’amore tra due uomini gay e una donna che s’innamora di uno di questi.

Il tema della gravidanza è senz’altro presente, e la brava attrice che interpreta Mousse, Isabelle Carré, era realmente incinta durante le riprese, cosa che ha costretto la troupe ad accelerare i tempi di lavorazione del film. Ma la gravidanza di Mousse è solo un valido pretesto per farla incontrare con Paul, il fratello gay del compagno di Mousse, Louis, morto per overdose (interpretato dal bravo e bello Melvil Poupaud che il regista Ozon aveva già fatto morire in “Il tempo che resta”).

Paul, interpreto da un interessante e affascinante Louis-Ronan Choisy, di professione cantante, ci regala l’intenso e amabile ritratto di un giovane omosessuale che vive in una benestante e fredda, quasi arcigna, famiglia borghese, alla ricerca di un suo futuro e di uno spazio in cui vivere liberamente la propria vita. Quasi innamorato del fratello improvvisamente deceduto si sente in dovere di aiutare Mousse che sta portando avanti in completa solitudine la sua gravidanza, dopo che i genitori di Louis le avevano chiesto invano di abortire.
Raggiuntala nel suo solitario ‘rifugio’ vicino al amare, assistiamo all’incontro e confronto di due giovani vite, colpite entrambe da un profondo dolore ma entrambe assetate d’amore e di vita. La bellezza e la dolcezza di Paul fanno subito innamorare Mousse e accendere in lei la speranza che tutto possa ripartire da dove era stato bruscamente interrotto.
Anche Paul s’innamora, ma dell’uomo che aiutava Mousse nei lavori di casa.
Gioia e dolore tornano a mescolarsi mentre aiutano i nostri protagonisti a diventare adulti e consapevoli di se stessi.

Mousse vive la propria gravidanza quasi come un dovere, come un gesto di riconoscenza verso il compagno che tanto amava. Il regista Ozon vuole farci capire che l’istinto materno può avere diverse facce, che non è sempre solo un processo di procreazione. In questo caso è visto come un omaggio a qualcuno, un modo di elaborare una perdita, di alleviare un dolore. Ciò nonostante Mousse non vuole mentire a se stessa e alla fine saprà prendere la decisione giusta.

Paul è un omosessuale ormai sicuro di sé, e quando s’accorge dell’interesse sentimentale di Mousse, che pure conosce la sua inclinazione, coglie l’occasione per fare i conti con la sua vita e con un suo importante segreto. L’amore sincero e sorprendente di Serge (Pierre Louis-Calixte) è l’aiuto e la forza di cui aveva bisogno per dare una svolta decisiva alla sua vita.

Un film delicato e profondo, che evita melodrammi e sentimentalismi, accompagnato da un incisivo motivo musicale, con una bellissima fotografia e una leggerezza poetica ormai tipica di questo attento e sensibile regista.


Louis-Ronan Choisy, il protagonista maschile in una scena del film

Il Trailer originale:

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