Dal sito ufficiale del Tekfestival
Agender: Il motivo è un moto emotivo
Agender motiva la storica finestra lgbt e queer del Tekfestival in un rush continuo di moti emotivi. L’uso delle emozioni è quindi l’ipotesi che esplora sociologie ed antropologie culturali nelle relazioni ed auto/rappresentazioni delle identità genere. Le parole chiave che rappresentano i contenuti di questa edizione sono: pandroginia, performance art, identità di genere e cultura queer. La visione si apre quindi alle nuove riflessioni che la teoria queer sta affrontando sul tema pandrogino, inteso come muscolo cardiaco dell’intera sezione. In tale ottica si guarda il concetto di transizione, non solo come liberazione del genere dalla prigione biologica dei corpi quanto atto d’amore o desiderio viscerale d’unità declinata; un’entità unica e molteplice dall’amata/amato. Fusioni fredde di un testo aperto condensano un corpo cut-up o collage clinico di estetiche emotive.
Questa ricerca è espressa dalla regia di Jake Yuzna con il suo Open, seguendo la linea frastagliata delle teorie e pratiche di Genesis P. Orridge. Tali moti ricamano con fare proustiano una riflessione delicata e tempestosa sul panorama dell’identità. Il complesso tema del sosia affrontato da Harmory Korine nel suo lavoro Mister Lonely entra in gioco. Si apre un margine in cui l’identità viene operata culturalmente, socialmente, politicamente, chirurgicamente. Strane storie incrociano i loro destini tra comunità utopiche di doppelgänger e missioni religiose di suore volanti capitanate da Werner Herzog. Nel respiro sospeso, l’apparire ed il credere sono l’essere come divenire. Il corpo è amore e morte ma, soprattutto, terreno di gioco in uno stato di guerra permanente.
Attraverso il primo lavoro documentaristico della regista Francesca Fini intitolato Donne. Born to Be Kings i corpi di Agender parlano di teatro della vita e di performance art. Una narrazione polimorfa racconta di musiche e milords, d’amore e mascolinità, di migrazione ed integrazione, di femminilità ed alterità nel circuito butch italiano. Il percorso inverso è intrapreso dal documentarista Dan Hunt che parla di “orsi” da una nuova prospettiva, riflettendo sul processo di accettazione sociale di un trans-uomo che si identifica come “orso” e delle sue problematiche (culturali, sociali, sessuali e politiche) all’interno di una comunità che fa di genitali, peli e masse corporali le caratteristiche di una socialità di genere maschile.
Nel fiorire di questa proposta, si inseriscono i cortometraggi come frammenti impazziti di identità gaudenti. Charles Lum ci omaggia del suo pluricensurato Lloyd Blankfein Must Die, mostrando come gift-art, vjing e pornografia ursina possano essere un’arma di critica politico-economica, un orgasmo al vetriolo che mette in crisi la morale e gli interessi dei festival lgbt europei. Specularmente, Agender presenterà una favola sognante: The Sheep and the Ranch Hand della regista americana Loretta Hintz, è una storia d’amore, di immaginazione erotica tra donne zoomorfe con un retrogusto western. Una storia sul potere dei sogni che cambiano la vita con un lieto fine. Tra i due poli si apre un corto del regista canadese Clark Nikolai intotitolato Galactic Docking Company con un edit di materiale di repertorio di telegiornali canadesi anni ’60 che trattano di contenuti aerospaziali con una forte elettricità omoerotica, raccontando una storia di strani attracchi di navi stellari.
Agender si propone nell’edizione ‘OIO come algoritmo non/finito i cui linguaggi cinematografici fanno saltare la matematica binaria dei rapporti di genere. Gli organi di questo corpo fratturato sono le e gli amanti del Tekfestival.
Mangiatene il cuore per gustarne i battiti.
(Francesco “Warbear” Macarone Palmieri, Laura Romano: curatori della sezione LGBT)
PROGRAMMAZIONE
Biglietti:
Nuovo Cinema Aquila – Roma
3,5 euro proiezioni pomeridiane
5 euro proiezioni serali
Teatro blu – Genzano: ingresso gratuito
Spazio Zip – Frascati: ingresso gratuito
Nuovo Cinema Aquila
GIOVEDI 6 h. 22.30 Sala 3
Agender – King and queens
THE SHEEP AND THE RANCH HAND, di Loretta Hintz (2009, USA, 11, corto) v.o. sott.it.
DONNE. BORN TO BE KINGS, di Francesca Fini (2009, Italia, 75, doc) Anteprima italiana.
Presenti le registe
VENERDI 7 h 22.45 Sala 3
Agender – Bears on film
GALACTIC DOCKING COMPANY, Clark Nikolai (2009, Canada, 2, corto) v.o. sott.it.
LLOYD BLANKFEIN MUST DIE, di Charles M. Lum (2010, USA, 3, corto). Presente il regista.
BEAR RUN, di Dan Hunt (2009, USA, 52, doc) v.o. sott.it. Anteprima italiana
SABATO 8 h 22.30 Sala 3
Agender – Pandroginy
LLOYD BLANKFEIN MUST DIE, di Charles M. Lum (2010, USA, 3, corto). Presente il regista
OPEN, di Jake Yuzna (2009, USA , 88, fiction) v.o. sott.it. Anteprima italiana
Spazio Zip – Frascati
GIOVEDI 13 h.22.30 Spazio Zip
Agender – King and queens
THE SHEEP AND THE RANCH HAND, di Loretta Hintz (2009, USA, 11, corto)
DONNE. BORN TO BE KINGS, di Francesca Fini (2009, Italia, 75, doc)
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ALCUNE SCHEDE DEI FILM:
di Dan Hunt |
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tendenza: GGG |
nazione: USA |
anno: 2009 |
BEAR RUN è il primo documentario che ritrae la comunità degli Orsi gay dal loro interno. Gli Orsi sono degli omosessuali che non si riconoscono nella cultura del corpo, della moda, delle palestre, che tanti gay perseguono. La loro comunità è in continua crescita e posseggono oggi un proprio linguaggio, costumi, codici, e bandiere dei Pride. Ogni weekend dell’anno potete trovare, in tutto il mondo, un “Bear Run” dove dove la comunità degli Orsi si ritrova per discutere, amarsi, sfidarsi, sognare, curarsi, giocare, ecc. in un ambiente “campy” e meravigliosamente kitsch. “Bear Run è un zampa che lascia un?impronta. Il documentario esplora i temi dell’invecchiamento, del genere, dell?immagine del corpo e del desiderio di comunità e amore grazie a Mikhael, Louie and Mike, tre amabili orsi le cui storie sorprenderanno. Essi offrono un nuovo modo di guardare alla cultura ursina americana, mettendo in discussione i suoi stessi stereotipi presentando la biografia coraggiosa ed intima di un uomo transgender, che si identifica in tale comunità.” (Tekfestival)
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di Francesca Fini |
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tendenza: LLL |
nazione: Italia |
anno: 2009 |
Julia, Ivona e Sonia sono tre drag king romani. Dicono di amare il loro corpo femminile almeno quanto amano le loro barbe finte, ricavate incollandosi sul viso i loro stessi capelli sminuzzati. Nessuna di loro cambierebbe sesso, perché il fluido gioco delle metamorfosi finirebbe. Si esibiscono nei locali underground della capitale mettendo in scena i loro numeri pieni di contraddizioni. Ognuna di loro, nel corso degli anni, si è costruita un personaggio, un alter ego maschile con un suo nome e una sua storia. Nel marziale “Julius Kaiser” di Julia, nel flemmatico ?Juri? di Sonia, nel romantico e retrò “Ivan il Terribile” di Ivona, si raccolgono con ironia i tratti più stereotipati e le caratteristiche forse meno attraenti dell’animo maschile – quelle per cui loro stesse ammettono di essere delle lesbiche felici. Come in un distillato purissimo dove sono finiti tutti i romanzi di cappa e spada, i fumetti porno e i b-movies all’italiana. Un distillato che poi, come è facile immaginare, si condensa nello spettro dell’infanzia da esorcizzare. Julia, Ivona e Sonia infilano ovatta dentro i preservativi per fabbricarsi peni finti con cui riempire i pantaloni durante lo show. Le ragazze ammettono che non appena il ?pacco? è in posizione, il loro modo di percepire e occupare gli spazi cambia radicalmente. “Gli uomini non chiedono mai permesso, si fanno avanti come a dire: io esisto!”. Quando parlano di donne Julia, Ivona e Juri si mettono in fila come tre camionisti che fanno la pipì nel bagno di un autogrill. E da donna ti accorgi che frequentare queste ragazze ti fa meditare su un mucchio di cose. “DONNE” è un gioioso viaggio alla scoperta delle donne, degli uomini e di tutto ciò che sta nel mezzo, attraverso lo sguardo di tre donne coi baffi. (Facebook)
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di Harmony Korine |
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tendenza: Q |
nazione: UK | France | Ireland | USA |
anno: 2008 |
Il Signor Nessuno del titolo è Michael Jackson, o meglio il suo sosia, che passa il tempo passeggiando per Parigi e imitando l?originale, ballando come il cantante americano ed esibendosi lungo le strade e nei locali della città. Solo e introverso, la sua vita cambierà quando incontrerà Marylin Monroe: affascinato dalla sua bellezza e diventati amici, Michael la seguirà in una comune irlandese, dove la donna vive assieme al marito, Charlie Chaplin, e alla figlia, Shirley Temple. Un luogo incantato e fuori dal tempo, in cui tutti sono sosia di personaggi famosi e nessuno invecchia, e in cui tutti vivono nell?attesa di un grande spettacolo che li veda protagonisti, da tenersi proprio lì, vicino il luogo in cui vivono. Ecco perché gli altri protagonisti della storia (il Papa, la Regina Elisabetta, Madonna e James Dean) si impegnano a costruire un palco aspettando che il mondo li venga a trovare, ammirando i loro spettacoli. Una realtà a parte, popolata da solitudini ma colorata e festosa. Tutto è splendido e surreale, fino a quando il mondo cambia bruscamente, e la realtà infrange le utopie. ?Non volevo fare un film su Madonna, o Marylin o Michael Jackson? dice Harmony Korine, regista del film ?Quello che volevo era che il mio lavoro parlasse di quelle persone che vivono nell?ossessione di impersonare e ? letteralmente ? identificarsi con qualcun altro tanto da viverlo addoso. E, ad essere sincero, ad interessarmi davvero non era tanto la celebrità imitata, quanto il personaggio che dietro quella celebrità presa in prestito si nasconde?. (Gender Bender)
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di Jake Yuzna |
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tendenza: QQQ |
nazione: USA |
anno: 2009 |
Un road film queer con storia transexual. In questo debutto cinematografico il regista Jake Yuzna combina spettacolarmente tutti i generi di permutazione sessuale. Una delle protagoniste del film è la giovane ermafrodita Cynthia, che incontra Gen e Jay, una coppia che si è recentemente messa sotto i ferri della chirurgia plastica per realizzare una “pandrogony”. Questa parola esprime la speranza che due persone possano fondere le loro espressioni facciali, creando una nuova e isolata identità e diventando un’unica entità.Cynthia rimane affascinata da questa idea, abbandona immediatamente suo marito e parte con Gen e Joy in un viaggio in auto che la condurrà attraverso quello che rimane del sogno americano nel ventesimo secolo. Nello stesso tempo, la transessuale Syd incontra un giovane punk chiamato Nick ed è subito un colpo di fulmine per entrambi, testimoniato anche dalla gravidanza di Syd… Un film sui trattamenti ormonali e le operazioni di cambio sesso, un film che ci svela un nuovo tipo di umanità, pioniera di trascendenti esperienze, con autentici ermafroditi e transessuali che uniscono le loro forze per presentare sullo schermo le nuove possibilità di liberazione corporale agli albori del terzo millennio.
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di Loretta Hintz |
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tendenza: LLL |
nazione: USA |
anno: 2009 |
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The Sheep and the Ranch Hand è un gioco divertente e provocatorio attraverso il sogno di una donna che si trasforma in una pecora, amante e amata dalla sua butch cow girl. Le sue fantasie zoomorfe diventano un’affermazione liberatoria e libertaria in una fantacommedia d’amore con un lieto fine. (Tekfestival) |
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Evento speciale – 10 maggio ore 20:30 |
di Francesca Manieri |
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tendenza: LLL |
nazione: Italia |
anno: 2009 |
Attraverso le interviste alle sei protagoniste e un inedito, straordinario materiale di repertorio, il documentario ricostruisce la storia di Zanzibar, il primo locale per sole donne in Italia. Aperto nel 1978 e bersaglio politico della polizia, Zanzibar è stato la piccola Stonewall italiana. Un luogo diverso di lotta e di incontro, simbolo ed emblema del movimento femminista e delle sue molteplici anime. Zanzibar è la storia di un posto. È la storia dell?amore per un posto. È la storia dell?amore di due donne che immaginarono un luogo in cui potesse esistere una socialità diversa, in cui le donne potevano trascorre il loro tempo solo con le donne, dove nascevano storie d?amore e si facevano progetti. Il documentario alterna al bellissimo e inedito materiale di repertorio costituito dai filmati girati all?interno del bar, le interviste alle donne che hanno contributo a rendere Zanzibar un progetto concreto.
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