DONNE - born to be kings

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DONNE - born to be kings

Julia, Ivona e Sonia sono tre drag king romani. Dicono di amare il loro corpo femminile almeno quanto amano le loro barbe finte, ricavate incollandosi sul viso i loro stessi capelli sminuzzati. Nessuna di loro cambierebbe sesso, perché il fluido gioco delle metamorfosi finirebbe. Si esibiscono nei locali underground della capitale mettendo in scena i loro numeri pieni di contraddizioni. Ognuna di loro, nel corso degli anni, si è costruita un personaggio, un alter ego maschile con un suo nome e una sua storia. Nel marziale “Julius Kaiser” di Julia, nel flemmatico “Juri” di Sonia, nel romantico e retrò “Ivan il Terribile” di Ivona, si raccolgono con ironia i tratti più stereotipati e le caratteristiche forse meno attraenti dell’animo maschile – quelle per cui loro stesse ammettono di essere delle lesbiche felici. Come in un distillato purissimo dove sono finiti tutti i romanzi di cappa e spada, i fumetti porno e i b-movies all’italiana. Un distillato che poi, come è facile immaginare, si condensa nello spettro dell’infanzia da esorcizzare.
Julia, Ivona e Sonia infilano ovatta dentro i preservativi per fabbricarsi peni finti con cui riempire i pantaloni durante lo show. Le ragazze ammettono che non appena il “pacco” è in posizione, il loro modo di percepire e occupare gli spazi cambia radicalmente. “Gli uomini non chiedono mai permesso, si fanno avanti come a dire: io esisto!”. Quando parlano di donne Julia, Ivona e Juri si mettono in fila come tre camionisti che fanno la pipì nel bagno di un autogrill.
E da donna ti accorgi che frequentare queste ragazze ti fa meditare su un mucchio di cose. “DONNE” è un gioioso viaggio alla scoperta delle donne, degli uomini e di tutto ciò che sta nel mezzo, attraverso lo sguardo di tre donne coi baffi. (Facebook)

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2 commenti

  1. ennis_piper

    sono sempre stata affascinata dalle drag king, mi piacerebbe tanto vedere questo film ma non lo trovo da nessuna parte, sapete se è già uscito o quando uscirà?! anche in ingl..

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CRITICA:

Il titolo: “Donne”. Il segmento umano che segue: donne che si sentono nel profondo dell’anima degli uomini. La tesi: non esistono sessualità definite secondo i canoni “classici”, razzisti e retrivi (beghini e ciechi) ma solo uomini e donne che hanno “altro” dentro di loro…
Potrebbe essere l’inizio di un bel saggio sulla sessualità, su ciò che sono gli esseri umani, oppure un report di un’inchiesta sulla sessualità in generale ed invece, nonostante il profondo substrato sociologico, vogliamo solo parlare di un film che si aggira tra il docu-film, il film/film, il documentario reality (che brutta parola ma non ce ne veniva una più adatta e consona e attinente a ciò che abbiamo visto) che sin dalle prime sequenze ci ha affascinato per quel suo fare morbido e avvolgente di condurci per mano nella vita di tre donne che sono, negli accessi più reconditi ma anche più epidermici (anima e sessualità), uomini. Ma non sono uomini comuni. Sono uomini d’altri tempi, dai modi dolci e delicati da veri cavalieri dei tempi andati (non siamo nostalgici ma solo obbiettivi). Di tempi remoti dove gli uomini erano ancora dei veri gentleman ed avevano una sorta di adorazione verso le donne che andavano a corteggiare o che erano già state “conquistate”. Uomini (ma perché poi il titolo Donne se parliamo di uomini, ed l’unica nota stonata che rimproveriamo alla regista) che cercano solo di essere quello che sono e non di imporre quello che sono. Può apparire un pretestuoso gioco di parole ma è fondamentale per capire il loro modo di pensare e il loro essere. Tutti lati e spigolature che Francesca Fini mette bene in luce con un lavoro accurato ed accorato fatto con le nostre (nostri?) tre protagoniste. Le ha seguite con certosina pazienza nei loro spostamenti per lavoro (fanno spettacoli da drag kings), nel loro quotidiano, nel loro intimo… e ciò che emerge è una realtà che ai più è sconosciuta. Quei più che poi si pongono davanti a queste donne con malcelata intollerenza e prevenzione. Non siamo ancora pronti ad accettare il diverso (brutto termine ma anche questo teso a far capire come la massa si pone davanti a loro) a chi non condivide le stesse cose. Ma come già detto sono più uomini (ma anche e soprattutto donne badate bene) di noi, di voi, di essi messi assieme… Un ritratto non solo delicato ma innovativo per come viene esposto. Un uso del bianco e nero non forzato e, soprattutto, non usato per piacioneria e modaiolo, ma teso a ribadire “una differenza sostanziale” tra ciò che sono e ciò che non sono…
Donne che sono “altro” e con questo “altro” intendiamo una sorta di nuova sessualità che non viene riconosciuta e ne accettata, forse derisa e presa in considerazione come “uno scherzo della natura”. Ma non sono dei freaks, non sono fenomeni da baraccone ma solo donne con ben altra sensibilità che la mostrano senza paura di fronte al mondo. Tanto di cappello davanti a queste “donne con le palle” e davanti ad una regista capace di cogliere ogni aspetto della loro vita in un delicato e struggente racconto che sfugge ad ogni classificazione filmica. Un ritratto forte, mascolino, femmineo, sensibile… di vite, di stralci di vite che cercano di essere se stesse, senza condizionamenti e senza paure. Un ritratto ricco di sfumature. Caleidoscopico nel suo “mostrare” queste “donne”. Un collage di sentimenti ed emozioni, di frammenti di vita e di passioni…
E tutto per la modica cifra di 10.000 euro. Si il costo del film. Di cosa pensavate stessimo parlando? Un film no budget interamente (o quasi) realizzato dalla coraggiosa regista Francesca Fini che da vera pioniera dell’immagine ha preso la sua telecamera in HD ed ha seguito le tre donne per settimane. Un costo inimmaginabile per un film così ricco che solo la grande volontà e determinazione della Fini è riuscito a prendere corpo e vita (quella vita che reclamano le tre donne sullo schermo come nella realtà).
Un film anomalo in tutti i sensi al quale non possiamo che inchinarci sia per la sua bellezza che per il coraggio produttivo in un momento in cui gli spazi per operazioni del genere è sempre più limitato. Già non si producono più film, immaginate documentari o docu-film. Spazi sempre più contriti da una scarsa volontà di raccontare la realtà. O forse come dicono “solo mancanza di soldi”. Forse… O forse i problemi sono entrambi. Ma non andiamo troppo a fondo con polemiche e godiamoci sino in fondo questo bellissimo (e perché no anche altezzoso) Donne… sino in fondo e sino all’ultima stilla di sudore e sangue di cui è intrisa l’immagine… nella speranza che tutti, dopo la visione del film, si possa essere più coscienti di ciò che non si conosce… (Mauro Conciatori , Zabriskiepoint.net)

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