LA GIORNATA DEI GENITORI (E DEI FIGLI) AL MIX DI MILANO

Un documentario, “Due volte genitori” che ha ottenuto una standing ovation di 10 minuti, un corto con una madre che non si arrende davanti a nulla pur di aiutare il figlio gay, uno splendido film, “Donne-moi la main”, su due fratelli in cerca di se stessi, ecc…

Senza dubbio oggi è stata la giornata dei genitori che, con ingresso gratuito, hanno sorprendentemente riempito la platea del teatro Strehler (in un orario non proprio facile, le 18:30) per assistere alla proiezione del documentario “Due volte genitori” di Claudio Cipelletti. Alla fine della proiezione, percorsa da numerosi applausi, una standing ovation di 10 minuti che ha commosso anche le pareti del teatro, mentre sul palco regista e protagonisti del film si abbracciavano vicendevolmente, incapaci di trattenere le lacrime. Il film, prodotto da Agedo (Associazione Genitori di Omosessuali), segue il percorso di un gruppo di genitori che scoprono, in vari modi, l’omosessualità dei propri figli e si ritrovano ad affrontare un problema, l’omosessualità, ed un rapporto coi figli per loro completamente nuovi.

Il film è stato introdotto da Rita De Santis (foto sopra), Presidente di Agedo e protagonista del film, che ha detto: “Sono molto emozionata anche se andiamo spesso in giro con il nostro film, ma essere qui stasera in un teatro così importante e soprattutto in questa rassegna dove non sono mai venuti i genitori e che ora vedo tantisssimi, come dovrebbe essere, voi con noi e noi con voi…”. Il regista Claudio Cipelletti è intervenuto dicendo: “Sono veramente contento di essere al Festival di Milano, soprattutto con i genitori, che vorrei si alzassero in piedi, tutti, anche se non hanno figli gay, per un applauso meritatissimo. Guardate, non sembra, ma è un piccolo evento storico perché noi stiamo facendo un giro di serate molto bello un po’ in tutta Italia, e sta succedendo una cosa che non è mai successa: i genitori si trovano tra loro per parlare dei rapporti coi loro figli e non più, diciamo così, per menarsela con l’omosessualità. Tutta questa faccenda ha una morale che è questa: mettiamoci la faccia. Questi genitori hanno saputo farlo. Alcuni hanno definito questo film come “un film d’amore”, e un po’ è vero, è la storia di un viaggio interiore, in diverse parti d’Italia, un viaggio che ora stiamo ripercorrendo per portarlo in giro e, a proposito vi chiedo di portare altre persone a vederlo quando tra poco il film uscirà al cinema Mexico, il 30 giugno, praticamente per il quarantennale di Stonewall. E’ un’occasione per far vedere il film anche al di fuori del mondo lgbt. Il 23 giugno il film sarà presentato alla Camera dei Deputati, su iniziativa dell’On. Paola Concia, cosa per noi di altissimo valore simbolico. Da settembre, dopo le uscite al cinema, sarà anche disponibile ovunque il dvd del film. Attualmente c’è una pagina su Facebook dedicata al film, dove informiamo di tutte le sue uscite”.

Claudia Mauti ha ringraziato gli ospiti aggiungendo che “sappiamo quanto è importante e quanto può essere deleterio o invece positivo l’effetto, la reazione dei genitori al coming out dei figli, una cosa che ci portiamo dietro tutta la vita e che in molti casi, se ci fosse più accettazione da parte dei genitori, avremmo una vita molto più tranquilla. Ringrazio l’Agedo per il lavoro che fa da moltissimi anni.”.
Il film, oltre ad essere altamente didattico ed istruttivo, ha anche una notevole qualità cinematografica, riuscendo a trasformare delle cronache famigliari, basate soprattutto sulle dichiarazioni dei vari componenti, in eventi dinamici e spesso drammatici, che rendono vive, reali e coinvolgenti le storie raccontate. Non mancano momenti di intelligente ironia, che mettono alla berlina certi pregiudizi omofobici, come nella candid camera sul vagone del treno che cattura i dialoghi e la discussione tra un gruppo di passeggeri e Rita De Santis.

Tra i corti gay della giornata segnaliamo l’efficace “THREE SUMMERS” del danese Carlos Augusto de Oliveira (28′) che ci racconta quanto possa essere difficile o impossibile per un bisex velato e sposato accettare il suo lato omo. Jørgen è un agiato professionista che lavora all’estero ma ogni estate rientra per una breve vacanza in Danimarca con la moglie, dove invita a cena i vicini di casa col loro figlio adolescente Thomas. Il film segue tre anni successivi di questi incontri. Nel primo anno si respira una strana tensione tra gli adulti e dopo cena Jørgen e il giovane Thomas si appartano raccontandosi reciprocamente un segreto e iniziando un’amicizia.
Il segreto di Thomas è che è omosessuale, mentre quello di Jørgen è che non riesce più a sopportare la moglie. L’anno successivo troviamo Jørgen già divorziato che si lascia coinvolgere da Thomas in confidenze erotiche che li portano ad un rapporto sessuale completo (Jørgen chiede a Thomas di scoparlo). L’anno successivo Jørgen arriva con una nuova fidanzata e l’incontro privato con Thomas rivelerà la sua natura codarda e meschina.

“KALI MA” di Soman Chainani (14′) racconta di una madre indiana che vive negli USA col proprio figlio adolescente Santosh (il carinissimo Manish Dayal). Santosh a scuola è innamorato di Peter King (Brendan Bradley), un bellissimo ragazzo che spesso spia nudo sotto la doccia. Sorpreso viene brutalmente aggredito e sodomizzato da Peter. La madre, a conoscenza della cosa, visti i lividi e le scritte ingiuriose sul corpo del figlio, prende l’iniziativa recandosi a casa di Peter per vendicare il figlio. Qui la storia diventa uno spassosissimo thriller tragicomico, con lotte furiose e tentativo di annegamento in piscina… il finale è quanto di meglio potevamo aspettarci. La madre protagonista del film dovrebbe essere iscritta d’onore alla nostra Agedo, anche se i suoi metodi non sono proprio ortodossi.

Altrettanto intrigante il canadese “SOMEBODY IS WATCHING US” di Maxime Desmons (11′) che ci racconta la paura di uno studente immigrato gay che non vuole rivelarsi pubblicamente. Nei bagni pubblici ha un intenso rapporto con un giovane, interrotto da un guardone, che s’innamora di lui. Più tardi il giovane immigrato e il ragazzo si ritrovano nella stessa classe, dove inizia un assiduo corteggiamento che l’immigrato spaventato rifiuta con decisione. Un giorno il ragazzo innamorato viene aggredito nei bagni pubblici dal guardone che lo attacca e insulta come frocio (i peggiori omofobi sono i gay repressi), fortunatamente arriva il giovane immigrato che lo salva e …

Il film della prima serata, “DONNE-MOI LA MAIN” di Pascal-Alex Vincent (del quale nel pomeriggio avevamo visto un bel corto animato, Candy Boy) è un altro dei capolavori ripropostici da questo Festival (il film era stato presentato al Torino Film Festival 2008). Il film è il racconto del viaggio che due fratelli gemelli compiono, spesso a piedi in splendidi paesaggi, per recarsi in Spagna al funerale della madre che non hanno mai conosciuto. Ma è soprattutto il viaggio interiore che i due protagonisti compiono per accettarsi completamente, superando le reciproche invidie (uno dei due è il preferito del padre), diffidenze, e diversità, tra cui anche quella sessuale, essendo uno etero e l’altro gay. Il film non ha nulla di didattico o prolisso, tanto da non risultare semplice a comprendersi, essendo tutto basato su un gioco di gesti, sguardi, tenerezza, ripulsa, sospetti, ansia, ricerca, ecc. La regia riesce a farci seguire le diverse avventure di questo viaggio, anche erotiche, con la stessa trepidazione che anima i protagonisti del film. Un film altamento poetico e suggestivo, che riesce a farci entrare nel complesso mondo di due adolescenti in viaggio verso la maturità e la riscoperta dei sentimenti che li legano.

Ha concluso la giornata la biografia di Francois Sagan raccontata con estrema raffinatezza e precisione dal film “SAGAN” di Diane Kurys, forte soprattutto di una protagonista splendidamente bruttina (Sylvie Testud), sfacciatamente sincera (anche davanti alla sua mediocrità letteraria), coraggiosamente anticonformista e liberale (tanto da accettare un marito omosessuale che si porta in casa l’amante), ma che non saprà risolvere il problema di una perdurante tristezza e solitudine di fondo che nessuna delle sue compagne o amanti o amici o dei suoi mariti l’aiuteranno a superare.

ALCUNE IMMAGINI DELLA PRESENTAZIONE DEL FILM “DUE VOLTE GENITORI” DI CLAUDIO CIPELLETTI

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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