"Watchmen" abbatte il tabu' del nudo frontale maschile nel cinema mainstream

Segno dei tempi e del coraggio degli autori di fumetto e film che vogliono potersi esprimere compiutamente e senza limitazioni nelle loro opere

Un’altro tabù sembra essere oggi superato. Parliamo del nudo frontale maschile al cinema, non al cinema d’essai, quello di produzione indipendente (libero da vincoli distributivi), ma quello del cinema mainstream, prodotto dalle major e rivolto al grande pubblico, che investe imponenti capitali e deve evitare il rischio dei divieti ai minori (che penalizza spesso gli incassi).

“Watchmen” di Zack Snyder, da qualche giorno sui nostri schermi, primo nella classifica degli incassi nazionali e primo nella classifica americana di tutti i tempi, come film vietato, nel primo weekend di programmazione ($55.214.334), sembra dimostrare che le cose stanno cambiando.

Da notare che il film è in testa a diverse classifiche degli incassi nonostante sia vietato (da noi ai 14 anni e negli USA con la classificazione R restricted) e contenga diverse scene di nudo integrale maschile.
Diciamo subito che il film è molto bello sia figurativamente che contenutisticamente e merita di essere visto dagli appassionati del genere e non.

Il film racconta le vicende di un gruppo di supereroi casarecci americani che alla metà degli anni ’80 si ritrovano per combattere il governo che vuole screditarli davanti all’opinione pubblica. Tra questi solo uno è dotato di reali poteri sovrannaturali, il Dr. Manhattan, ottenuti in seguito ad un incidente di laboratorio.
Nel film, che il regista Zack Snyder (quello di “300”) ha ricavato dall’omonima graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, il Dr. Manhattan è interpretato da Billy Crudup, che abbiamo già ammirato nel film gay “Stage Beauty” dove era un teatrante omosessuale del 17mo secolo specializzato in ruoli femminili. Qui, come Dr. Manhattan, si presenta quasi sempre completamente nudo, con l’unico artificio di un colore bluastro che ne sottolinea i poteri soprannaturali.
La sua nudità vuole evidenziarne l’alterità ed estraneità rispetto ai costumi umani (l’abbigliamento). I suoi poteri sono immensi, sia cognitivi che logistici, potendo manipolare qualsiasi materia e trasferirsi da una galassia all’altra.

In altri fumetti e film del genere abbiamo visto delle nudità maschili, ma mai così apertamente esibite. Anche nel fumetto originario, al quale il film è molto fedele, i nudi frontali sono largamenti presenti, con la precauzione, voluta dal creatore Alan Moore (per non vedersi rifiutare la pubblicazione dagli editori), di un sesso maschile discreto e sottodimensionato, esattamente l’opposto della scelta fatta dagli autori del film (regista e grafici) che hanno dato al Dr. Manhattan un considerevole pene, spesso in bella vista. Questa scelta rientra nell’impostazione che gli autori hanno voluto dare al film nel suo complesso, molto più audace ed esplicito sia nella sessualità che nelle scene di violenza, rispetto ad altri film di questo genere (“I fantastici quattro”, “X-men”, ecc.).
Un altro supereroe del film, Dan Dreiberg/Gufo Notturno II, interpretato da Patrick Wilson (già protagonista di Angels in America) si mostra completamente nudo (e senza rielaborazione grafica) anche se solo in un paio di scene.

Volendo riflettere sui motivi di questi cambiamenti che hanno portato all’esibizione del sesso maschile in un film di grande distribuzione e costato imponenti investimenti (130 milioni di $), dobbiamo fare riferimento a diversi fattori.
Anzitutto l’evoluzione dei costumi nei diversi media che oggi utilizzano il corpo maschile come prima utilizzavano quello femminile, dalle pubblicità dell’intimo ai vari sex symbol del mondo sportivo e non (vedi Beckam) che riempiono le prime pagine dei settimanali e degli show televisivi.
Il corpo maschile è diventato a pieno titolo un oggetto del desiderio come quello femminile. L’emergenza di un pubblico gay ha probabilmente contribuito a queste scelte.

Un’altra considerevole spinta viene dalla libertà che gli autori (registi, scrittori, grafici) reclamano nella costruzione delle loro opere. Alan Moore, già creatore di “V for vendetta”, ha scelto di rappresentare nel suo fumetto il Dr. Manhattan in questo modo perché lo riteneva congruente ed essenziale alla storia che voleva raccontare, evitando così di sottomettersi ad anacronistici e limitanti divieti, e lottando con il suo editore per avere quella libertà necessaria alla sua espressione artistica.
Anche il regista Zack Synder, che aveva già coraggiosamente infarcito di omoerotismo il suo precedente “300” con scultorei pettorali degli eroi greci, ha ritenuto essenziale per l’impatto emotivo e figurativo del film insistere su una nudità necessaria a definire compiutamente i suoi personaggi.

Per concludere possiamo affermare che “Watchmen” (che non possiamo inserire nel catalogo di questo sito perché non ha tematiche omo) segna un passo avanti verso un mondo più libero e con meno pregiudizi. Anche la rappresentazione grafica può essere un segno dei tempi, come hanno tristemente dimostrato i rattoppi inflitti alle nudità della Cappella Sistina di Michelangelo nei secoli scorsi.

Qui sotto una immagine del film con Malin Akerman e Billy Crudup


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