"MAMMA MIA!" UNO SPETTACOLO DEL CUORE

Esce venerdì l’atteso musical, campione d’incassi ovunque, che ci regala non poche piacevolissime sorprese

Magari in pochi si aspettavano di trovare un nostro articolo, su questo sito, tutto dedicato ad un film, “Mamma Mia!”, che sarà tra i campioni d’incasso della stagione, forse il blockbuster dell’anno, un film che ha già incassato in tutto il mondo più di 450 milioni di dollari.
Eppure le premesse per inserirlo tra i nostri preferiti ci sono tutte: anzitutto si tratta di un musical, genere amatissimo dai gay, per di più basato sulle canzoni degli Abba, una band culto per i gay di tutto il mondo; è diretto da una giovane regista lesbica (Phyllida Lloyd); e se poi vi diciamo (purtroppo rovinandovi un po’ della sorpresa) che nel film abbiamo una storia gay con tanto di baci e abbracci alla luce del sole, potrete facilmente comprendere il nostro entusiasmo.

Premettiamo subito che il film è molto lontano dai preziosmi e dalle velleità di musical come Dreamgirls o Chicago. Non ha coreografie particolarmente studiate ed eclatanti o scioccanti realizzazioni formali in stile Broadway. Siamo completamente su un’altra strada, più nostrana, più semplice, più casuale, più famigliare, più nostalgica, più alla portata di tutti.

La sua forza è proprio nella semplicità e naturalezza, a partire da una trama scarna che si può raccontare in poche parole: una figlia di madre single, scopre, alla vigilia del suo matrimonio, che la madre ha avuto tre amanti, uno dei quali potrebbero essere suo padre. Decide così di invitarli, a nome e insaputa della madre, alle proprie nozze nella speranza di riuscire a capire quale dei tre potrebbe essere.
Oltre ai protagonisti suddetti dobbiamo aggiungere anche due grandi amiche della madre, ex compagne di una band giovanile ma ancora legatissime e un’inaspettato protagonista che è lo splendido paesaggio della minuscola isola della Grecia, Kalokairi.
Il tutto in un affreso arioso, solare, brioso, spumeggiante, tra immacolate spiagge e splendidi corpi abbronzati.

Un film che è una gioia per gli occhi e per le orecchie, un film coloratissimo e con una fotografia stupenda, grazie anche ai paesaggi mediterranei mozzafiato, dei quali sembra quasi di sentirne i profumi. Le indimenticabili canzoni del gruppo svedese degli ABBA sono qui assemblate in modo da sembrare un’unica storia compiuta, un po’ come succedeva per le canzoni dei Beatles in “Accross the Universe” di Julie Taymor. In questo caso però il risultato è veramente sorprendente, perché sembra che le canzoni siano state scritte apposta per il musical.

Tra i protagonisti primeggiano le parti femminili, Meryl Streep in testa, appassionante, meravigliosa e rigogliosa, perfettamente inserita nel suo ruolo (quello della madre Donna), bravissima anche nei brani musicali (impossibile non avere la pelle d’oca quando la sentiamo cantare “Winner Takes It All” dove manifesta il suo dolore per la perdita dell’uomo che amava). Già candidata all’Oscar (sarebbe il terzo).

Bravissima anche Amanda Seyfried nella parte della figlia e, strepitose, le due amiche della madre, la maschiaccia Tanya, l’attrice Christine Baransky, e la navigata Rosie, l’attrice Julie Walters.
Tra gli uomini delude un po’ Pierce Brosnan, troppo legato e musicalmente debole, nel ruolo dell’uomo d’affari Sam e pretendente padre. Piacevole e bizzarro il ruolo di Stellan Skarsgard nella parte di Bob, un avventuriero e altro pretendente padre (ci mostra le sue chiappotte nude in una divertente scenetta sulla barca).
Stuzzicante il ruolo del giovane promesso sposo Sky interpretato dall’apollonico Dominic Cooper che abbiamo potuto ammirare nel film gay “The History Boys” che gli valse diverse nomination e l’inserimento tra i migliori esordienti dell’anno da parte di Rolling Stone.

Amabilissimo il ruolo del terzo pretendente padre, quello di Harry, interpretato da Colin Firth, già beniamino dei cinefili gay dai tempi di “Another Country” dove interpretava, al fianco di Rupert Everett, il ruolo di Judd in una delle prime coppie gay dello schermo.
Harry è ora un gay dichiarato, che vive serenamente e alla luce del sole la sua omosessualità. A un certo punto del film dice, rivolto a tutti, che Donna è stata la prima e ultima donna che abbia amato nella sua vita. Questo succedeva anche nell’opera teatrale ma qui, la regista ha voluto fare molto di più: gli ha dato un adorabile compagno greco, li fa ballare insieme in mezzo a tutti, li vediamo abbracciarsi e baciarsi a torso nudo: impossibile chiedere di più!
Curiosa e divertente la scenetta, a cui abbiamo già accennato sopra, del colloquio nella barca tra Harry e Bob dove mentre Harry cerca di spiegare a Bob perché potrebbe essere lui il padre, Bob intende invece che Harry gli stia facendo il suo caming out.
La cosa che più ancora ci ha positivamente colpito è che questo sub-plot ci viene presentato con la massima semplicità e normalità, assolutamente al pari di tutte le altre vicende, perfettamente integrato nella storia, senza creare il minimo scandalo o fastidio, senza nessuna reazione di disgusto o contrarietà a cui siamo spesso abituati.
Ci rende particolarmente felici pensare che questo film sarà visto da moltissimi italiani, che potranno così imparare a guardare con assoluta tranquillità le manifestazioni pubbliche di amore gay, che invece sono ancora oggi, troppo spesso, oggetto delle pagine di cronaca sui nostri quotidiani.

Difficile vedere un film che centri e mescoli così bene i temi (pur abusatissimi) dell’amore e dell’amicizia. Il rapporto tra Donna e le sue due amiche di lunga data e con l’adorata figlia, la storia d’amore dei due giovani in procinto di sposarsi, il nuovo amore che sta per rifiorire, e l’inserto gay che il film ci regala sono parti indistinguibili di un radioso affresco sui sentimenti eterni dell’umanità.

Qui sotto una immagine del film con Colin Firth e Amanda Seyfried

L’immagine sottostante è invece una delle prime immagini pubblicitarie del film (poi abbandonata in seguito) dove possiamo notare che il personaggio di Colin Firth è l’unico ad andare in senso contrario.

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