TERMINATA IERI SERA LA PRIMA SERIE DI BROTHERS & SISTERS

con un’esplosione di omosessualità che mette questa serie tra le migliori e più intelligenti nell’affrontare le nostre tematiche

E’ terminata ieri sera sul canale Fox Life (Sky) la prima serie di “Brothers & Sisters”, che in America, trasmessa dal network ABC (lo stesso di Desperate Housewives) ha avuto un grandissimo successo con una media di 12-14 milioni di spettatori per episodio, portando l’emittente in testa alle classifiche, e “costringendola” ad aggiungere due episodi alla prima serie.
Da noi, sempre su Fox Life, tutta la prima stagione verrà ritrasmessa dal 6 agosto, dal lunedì al venerdì, alle 0.10.
La serie è stata ideata da Jon Robin Baitz, uno scrittore gay dichiarato, ed ha, tra gli altri, due produttori esecutivi anch’essi gay dichiarati, Jon Robin Baitz e Greg Berlanti, quest’ultimo già regista del “Club dei cuori infranti” e sceneggiatore di “Dawson’s Creek, la serie che mostrò in televisione il primo bacio gay.

I temi che stanno alla base della serie (che quest’anno ha vinto il premio GLAAD, l’Oscar gay) sono, come già s’intuisce dal titolo, quelli della famiglia, partendo dal rapporto genitori figli e dai legami che intercorrono tra i vari membri, fratelli e sorelle in primis, ognuno coi suoi problemi di vita e lavoro. La serie, probabilmente, piace molto proprio per questa esaltazione del nucleo famigliare, che si rivela più forte di qualsiasi tradimento (abbiamo addirittura il capofamiglia che conduce per vent’anni una relazione extraconuigale segreta con tanto di figlia), in grado di superare qualsiasi contrarietà o difficoltà proprio grazie alla forza che deriva dalla loro unione. Nessuno di loro si troverà mai da solo ad affrontare qualsiasi problema.

La serie è di particolare interesse anche per noi perchè uno dei fratelli, Kevin (Matthew Rhys), è gay dichiarato, avvocato di professione (Will & Grace fanno scuola), perfettamente integrato e perennemente indeciso nelle sue relazioni sentimentali, che vengono puntualmente seguite in ogni episodio, con tanto di appassionati baci gay, visivamente parificati a quelli etero. Probabilmente è la prima serie tv rivolta al pubblico di prima serata che affronta, senza nessuna limitazione o censura, intense relazioni sentimenatali gay. L’ultima puntata della serie è stata un’esplosione di omosessualità, con un nuovo personaggio gay (appena divorziato), un gay (stragalattico) che si rivela essere un pastore protestante, e, dulcis in fondo, scopriamo una relazione gay per un’altro membro della famiglia.

Tra i pregi della serie nel presentare i personaggi omosessuali abbiamo anzitutto la loro assoluta normalizzazione, fuori da qualsiasi stereotipo, che intelligentemente evita di farne sia dei “santini” che dei “diavoli”, ma delle persone normali, con pregi e difetti, come tutti gli altri. Anche la scelta del protagonista gay, l’attore gallese Kevin (Matthew Rhys), è stata attenta, evitando di scegliere una bellezza preconfezionata, ma una persona di media bellezza (direi più brutta che bella, ma in questo campo tutto è opinabile), compensata però dalla bellezza esagerata dei suoi amanti.

Anche la scelta, del tutto inusuale, di partire con il personaggio gay già dichiarato sia in famiglia che sul lavoro (anche se verremo a sapere che il suo caming out non fu semplice ma obbligato dalla sorella Kitty che l’aveva scoperto) è significativa per un suo trattamento paritario con gli altri protagonisti, che naturalmente non necessitavano di un coming out etero.

Da subito vediamo che sulla scrivania di Kevin in ufficio c’è la foto del suo ultimo fidanzato (tipico degli etero), che lo ha abbandonato dopo un suo tradimento. Scopriremo però in seguito che Kevin agisce ancora sotto il condizionamento di una omofobia interiorizzata della quale non è ancora consapevole. In fondo considera il suo essere omosessuale come una debolezza, una vulnerabilità, manifestata ad esempio dal fastidio che prova verso le persone effemminate e dal suo rifiuto di mostrare in pubblico i suoi sentimenti verso l’amato, giustificandolo con la necessità della riservatezza.

In pratica Kevin accetta intellettualmente la sua omosessualità ma non riesce ancora ad esprimerla liberamente coi sentimenti. Sarà questo il cammino che il nostro eroe dovrà compiere nella storia che lo attende, seminando, prima di raggiungerlo, diverse vittime, la prima delle quali è il bellissimo ma leggermente effeminato Scotty (Luke MacFarlane), quasi un “militante” gay, orgoglioso di quello che è, all’opposto di Kevin.

La seconda vittima sarà un acclamato e ancora bellissimo attore di soap, gay velato, Chad Barry (Jason Lewis) che l’amore per Kevin convincerà a venire allo scoperto. Ma sarà proprio questa scelta, che Kevin gli aveva più volte rimproverato di non aver fatto, che metterà Kevin nell’incapacità di accettare un rapporto sentimentale visibile e pubblico, come sarebbe quello con una famosa star.

Non vogliamo proseguire per non togliere il gusto delle sorprese, che saranno ancora molte e tutte ricche di significati, mai accompagnate da quello spirito didattico o moralistico che purtroppo penalizza spesso le serie a noi dedicate (vedi la pur bellissima serie di Querr As Folk Usa).

Qui sotto una immagine di Chad con Kevin (a destra)

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