ANTICIPATA L'USCITA DI "SHORTBUS"

Questo film ha tutte le potenzialità per diventare il “Brokeback Mountain” di quest’anno, paure e sessofobie permettendo.

La BIM, la società che distribuisce in Italia il film Shortbus di John Cameron Mitchell ha anticipato di una settimana l’uscita del film nelle sale, anzichè il 1 dicembre il film esce il 24 novembre. Ci sembra una buona mossa, che soddisfa anzitutto l’impazienza di molti spettatori, e sottrae in parte il film alla carneficina dei film natalizi, dove trionferanno come al solito le commedie più pacchiane e i cosiddetti film per la famiglia.
Il nostro, Shortbus, non è infatti proprio un film per famiglie, almeno per quelle tradizionali e puritane. E’ comunque un film sui problemi del nostro tempo, sul pessimismo del dopo 11 settembre, un film che vuole aiutarci a recuperare il gusto della vita, della solidarietà, della comunicazione tra le persone. Vuole spingerci a trovare le soluzioni dei nostri problemi, individuali, famigliari, ecc. in una parola vuole farci tornare a credere nella felicità.
Il motore che il regista ha individuato per far funzionare questa dinamica esistenziale è ancora quello individuato dalle generazioni degli anni ’60 e ’70: la libertà sessuale. Una libertà aggiornata ai nostri tempi, quindi assai più estrema, ma proprio per questa assurta a simbolo di tutte le libertà e problematiche del terzo millennio. Una prova di questo è che, nonostante il film sia pieno di scene veramente hard, quando uscirete dal cinema dopo averlo visto, vi accorgerete che il film non ha stuzzicato per niente i vostri sensi, come un qualsiasi film erotico, ma ha invece sconvolto i vostri pensieri, il vostro modo di ragionare, riempiendovi di domande e perplessità.
Il regista infatti ha dichiarato in un’intervista che il film “non doveva essere per forza un film erotico, al contrario, volevo usare il linguaggio del sesso come metafora per altri aspetti delle vite dei personaggi. Ho sempre considerato il sesso esattamente come le terminazioni nervose delle vite delle persone. Ho sempre pensato che guardando due sconosciuti fare sesso puoi scoprire molte cose su di loro…”
Questo risultato, che poteva essere una scommessa molto rischiosa, è stato invece ottenuto, secondo noi, grazie al metodo usato dal regista nella realizzazione del film. Un metodo che si è basato sulla assoluta spontaneità e naturalezza degli interpreti. Il regista, durante la selezione del cast, ha scartato tutti gli attori che “recitavano” (bastava che uno ripetesse la stessa battuta identica due volte per venire eliminato), voleva solo che gli attori fossero loro stessi, portassero sullo schermo la loro natura, i loro problemi, i loro veri atteggiamenti e sentimenti. Gli attori che nel film si amano sono stati scelti proprio perchè si amavano e desideravano realmente. In questo modo il film, più che una storia raccontata sullo schermo, diventa per lo spettatore una possibilità di incontro e conoscenza con delle situazioni e dei personaggi che sono come lui, che hanno i suoi stessi problemi, desideri e aspettative. Questa è la vera forza del film. Vi consiglio in proposito di leggere assolutamente l’intervista del regista che linchiamo qui sotto, perchè vi darà una chiave di lettura indispensabile per afferrare il cuore del film, il suo messaggio liberatorio e la sua profonda bellezza, che è molto più interiore che esteriore.

Noi pensiamo che Shortbus sia per il 2006 quello che Brokeback Mountain è stato per il 2005. Brokeback ci spiegava l’infelicità provocata dall’omofobia sociale e interiorizzata, Shortbus ci spiega l’infelicità generata da una società dominata dalla paura, prendendo come emblema quella del sesso. In più ci indica come superarla, come liberarci dalle inibizioni, come riuscire finalmente ad esprimere noi stessi: incontrandoci e comunicando agli altri quello che siamo e sentiamo veramente, i nostri reali bisogni e desideri. Nella scena di sesso di gruppo gay, finalmente realizzata dopo diversi tentativi, i personaggi agiscano cantando (l’inno nazionale, segno di vittoria) e sorridendo, cosa forse poco comune, ma che esprime molto bene la conquistata liberazione, la conquistata possibilità di esprimersi completamente.

Purtroppo un film, che ha per soggetto la sessualità, troverà molti detrattori, molti personaggi che, come è successo in America quando il film uscì nelle sale (e addirittura prima), metteranno avanti tutte le loro paure e castrazioni per gridare allo scandalo e all’immoralità. Queste persone sono le stesse che non si scandalizzano invece delle guerre, dei suicidi, della violenza, ecc. Purtroppo la loro moralità è solo una gabbia dove conservare l’infelicità e l’autocastrazione dell’umanità. A queste persone, che probabilmente non andranno nemmeno a vedere il film, noi lo dedichiamo.

PS: Vi consigliamo una visita al sito italiano del film dove, nella sezione Hot, della quale riportiamo l’ingresso qui sotto, potete avere un anticipo di alcune scene hard. Per vederle dovete entrare nelle varie stanze e portare sulla figura che vi trovate l’oggetto giusto rappresentato in basso nella pagina. Perderete la sorpresa di trovarvi queste scene sullo schermo quando andrete al cinema, ma sarete più liberi di seguire il film nel suo complesso.

Leggi intervista al regista John Cameron Mitchell

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