Il cinema spagnolo ha perso una delle sue grandi figure: Eloy de la Iglesia. A soli 62 anni per una breve e purtroppo fulminante malattia. Fu uno dei cineasti più provocatori nella Spagna degli anni 70 e 80. Con i suoi 22 film accese la luce sul mondo dell’emarginazione e fu il primo ad affrontare il tema dell’omosessualità in modo diretto, essendo lui stesso dichiaratamente omosessuale cominciando a farlo negli anni duri del franchismo. Forse fu il regista più colpito dalla Censura; repressione sessuale per “Algo amargo en la boca” (1969), pensiamo poi a quello che subì il suo “La semana del asesino” (1972), con più di 60 tagli. Ma gli stessi Commissari qualche anno dopo risultarono detrattori scrivendo “una delle figure più promettenti e importanti del cinema spagnolo”. Ogni suo film era uno scandalo, perché affrontava temi spinosi, per l’epoca, come la droga, l’emarginazione sociale, l’omosessualità o l’insoddisfazione sessuale; scandalo che si appesantiva con il suo essere dichiaratamente omosessuale e comunista. .. . .(Giovanni Minerba) SEGUE
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