Yes, We Are

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Yes, We Are

Il documentario ritrae la variegata scena lesbica polacca, personaggi come la famosa giornalista femminista di radio Anna Laszuk (la seconda donna in Polonia a fare pubblicamente coming out attiviste politiche come il gruppo “kvir sfera”, che due anni fa ha aperto un centro queer-femminista a Varsavia e non per ultime due attiviste che raccontano degli inizi del movimento lesbico negli anni ’90. La regista Magda Wystub mette a fuoco la situazione delle donne lesbiche e femministe polacche nella loro lotta sociale e politica e documenta il loro percorso verso il riconoscimento. (Some Prefer Cake)

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Catholicism, Kaczynski and homophobia. These are the most common themes associated with the word ‘Poland’. If you then start to talk about homophobia in Poland, you usually talk about gay men. This film offers a new perspective. It is the first documentary which focuses on lesbians and women in Poland who don’t fit within the hetero normative matrix. What are their strategies for surviving in a homophobic society? How do their everyday lives look? The variety of feelings and analyses of the interviewees allow a deeper look into the political atmosphere and struggles within Poland’s fast changing society. This documentary reveals an often hidden subculture as it emerges to the surface.

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E’ la prima produzione tedesca che mette a fuoco la situazione delle donne lesbiche-femministe in Polonia, nella loro lotta sociale e politica per il riconoscimento e documenta la loro lotta quotidiana contro l’omofobia e la discriminazione.Per questo progetto la regista Magda Wystub, che vive a Berlino, ha messo insieme un piccolo team e ha seguito con la camera nove donne in sei diverse citta’ polacche. Il risultato e’ un documentario di 70 minuti, che è stato mostrato in film festivals della Germania e della Polonia, e adesso giunge anche in Italia.
Il film punta l’attenzione su lesbiche mentalmente emancipate e sulla molteciplita’ di strategie che usano per affermarsi in un ambiente omofobo.La molteciplità di sensibilità e analisi, come pure le eterogenee quotidianita’ delle protagoniste, portano allo stesso tempo ad una vasta visione del clima politico e del degrado sociale in Polonia.
Di conseguenza il film e’ anche un invito a capire e a osservare un paese che si trova nel mezzo di un processo di trasformazione. Un paese, il cui confine si trova solo a 80 km dalla capitale tedesca, ma tutt’ora per la maggior parte delle persone sembra che si trovi nel profondo est europa.
Il documentario ritrae la variegata scena lesbica polacca, personaggi come la famosa giornalista-radio femminista Anna Laszuk (che circa tre anni fa e’ stata la seconda donna in Polonia che ha fatto coming out pubblicamente), attiviste politiche come il gruppo “kvir sfera”, che due anni fa ha aperto un centro queer-femminista a Varsavia e non per ultime due attiviste piu’ anziane che raccontano degli inizi del movimento lesbico negli anni ’90.
Biografia della regista:
Magda Wystub e’ nata nel 1972 in Polonia e nel 1981 si e’ trasferita in Germania. Nella meta’ degli anni ’90 penso’ di tornare a vivere in Polonia e provo’ per un periodo a vivere a Varsavia per poi prendere una decisione definitiva. La decisione arrivo’ molto presto: la generale atmosfera omofoba e le volgarita’ verbali e fisiche erano continue, inoltre spazi queer-lesbici erano molto pochi. Quindi la regista torno’ in Germania. Qualche anno dopo, nell’aprile 2006, ha organizzato insieme ad un’amica una iniziativa a scopo informativo sulla crescente furia omofoba appoggiata dal governo nazional-conservatore polacco. Durante l’evento, al relatore appartente al gruppo attivista LGBT polacco venne chiesto perche’ aveva parlato esclusivamente dei gay e la risposta fu: “In Polonia non ci sono lesbiche”. Questa esternazione ignorante provoco’ rabbia ma allo stesso tempo fece riflettere le organizattrici dell’evento: “perche’ un attivista gay afferma una cosa simile e perche’ non abbiamo invitato nessuna attivista lesbica?” La risposta fu di ammettere che loro stesse conoscevano pochissime lesbiche polacche che vivono in Polonia a parte quelle che vivono a Berlino o in altri paesi.
L’insicurezza delle lesbiche in Polonia e’ costante. Quindi la regista inizo’ a fare delle ricerche e pubblico’ un lungo articolo su questo tema e cio’ che ne venne fuori e’ che la situazione in Polonia e’ cambiata. Nonostante o proprio a causa della forte omofobia nel paese, sempre piu’ lesbiche hanno iniziato a far sentire la propria voce, solo che qui non arrivano abbastanza informazioni su questa situazione. La regista insieme con altre attiviste hanno quindi deciso di girare un documentario per cambiare la situazione e mettere in luce una realta’ qui da noi poco conosciuta. (Parmaoggi.it)

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