Viva Riva!

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Viva Riva!

Kinshasa è una città dalla suadente e pulsante vita notturna, che sembra senza fine. I pochi fortunati che se la godono, non guardano mai indietro, verso coloro che non posseggono nulla e vivono d’invidia, sognando che arrivi anche il loro turno come re o regine della notte. Riva è uno di questi sognatori che non possedeva nulla, fino a quando, tornato dopo dieci anni di assenza, si ritrova con le tasche piene di contanti e con la determinazione a godersi finalmente la vita. Con il suo vecchio amico J.M., si prepara a una notte di bevute, danze e dissolutezza. Nora, una misteriosa regina della notte, distante e bellissima, trafigge subito, con la sua danza, il cuore di Riva. Non importa se Nora appartiene già ad un gangster locale, Riva deve possederla. Ma sarà qualcosa di realizzabile? Riva sta infatti spendendo il denaro che ha fatto rubando autocisterne di benzina al suo boss Cesar in Angola, benzina che in Congo è come l’oro. Ora Cesar, insieme alla riluttante assistente del Commandant (Marlene Longage) e alla sua amante lesbica Malou, gli sta alle calcagna e sta seminando distruzione e sangue in città per riuscire a trovarlo. Il sogno inizia a diventare un incubo appena Riva vede la fredda luce del giorno e i suoi giorni di gloria stanno correndo verso la sordida periferia della città…

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“Kinshasa, anni 2000. Megalopoli di oltre dieci milioni di abitanti che si estende per decine di chilometri, priva di qualsiasi sistema credibile di trasporto pubblico, le chiavi della città in mano ai “re del petrolio”. Riva torna nel suo paese dopo dieci anni d’esilio in Angola, con un ricco carico del prezioso liquido nero. Ricco, avido, forse troppo, e non esattamente in regola. Il carico non è del tutto suo. E la bella meticcia che cerca di sedurre non è del tutto libera. Testa calda, Riva ignora ogni divieto, seminando il caos con incoscienza.
L’anno scorso, la Berlinale programmava per la prima volta un film congolese (Congo in Four Acts). Si trattava di quattro cortometraggi documentari prodotti da Djo Munga, che era venuto a presentarli a Berlino. Allora, l’autore rivendicava la necessità per gli africani di confrontarsi con il mondo, di non trincerarsi dietro una supposta non conoscenza della loro cultura, ragione per cui il loro cinema sarebbe assente dai grandi festival internazionali.
Di ritorno quest’anno con Viva Riva! (già ammirato lo scorso autunno a Toronto), suo primo lungometraggio, Djo Munga si mescola al meglio del cinema mondiale senza complessi, con un film ricco delle diverse influenze cinematografiche che hanno nutrito il suo immaginario, che provengano da Africa, America o Asia. Si pensa anche a Les Saignantes del camerunense Jean-Pierre Bekolo, per il suo ritratto audace delle amazzoni urbane. Vicino al cinema di Nollywood nel suo utilizzo dei codici del film di genere, Djo Munga offre al poliziesco africano la sua padronanza tecnica, filmando una città satura di colori, in tumulto e pervasa dalla musica.
Avendo studiato all’INSAS, è in Belgio che Djo Munga ha trovato i suoi produttori, Michael Goldberg (MG productions) e Boris Van Gils (attraverso la sua società francese Formosa). Il film ha ricevuto il sostegno del Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Communauté française de Belgique, di Be TV e dei fondi in Tax Shelter. Per un budget totale di 2,5 milioni di euro, il lungometraggio ha beneficiato anche del sostegno di ACP Films, del Fondo sud, del Fondo Image Afrique, dell’OIF, del CNC, di Canal + e di Ciné Cinéma. Viva Riva! è venduto dai tedeschi di Beta Cinema.” (Cineuropa.org)

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