La Vergine dei sicari

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La Vergine dei sicari

Film sconvolgente e violento che racconta la storia d’amore tra un maturo scrittore ed un giovane gangster ambientata nella periferia di Medelin in Colombia tra narcotraffico, sicari, delitti a ripetizione e devozione alla Vergine. Risalta per contrasto la dolcezza del rapporto d’amore tra i due protagonisti. Piacerà agli estimatori dei film di Gregg Araki (Doom Generation). Da notare alcune curiose battute tipo: “Senza sesso il mondo impazzirebbe, guarda il Papa, va in giro a dire stronzate e a baciare per terra!”.

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10 commenti

  1. thediamondwink

    Tra tante cose tristi, di cui si parla in questo film, spicca tra tutti la leggerezza con cui si riesce a togliere la vita ad una persona. Non so se a Medellin sia proprio così, la realtà è davvero dura, vivere in un paese in cui ci si trova sempre in bilico tra la vita e la morte, in cui basta un insulto per finire stecchito direi che è simile ad un incubo, a tutti gli effetti. Triste, tanto quanto la morte, è la perdita di un amore, costruito a poco a poco e perso in pochi istanti …

  2. E’ un film di dodici anni fa ma rivedendolo è estremamente attuale. Il mondo di violenta follia che fa da cornice alle due storie d’amore potrebbe tranquillamente chiamarsi Iraq Afghanistan Siria Libia o come tutti gli altri paesi in cui l’umana pazzia da il meglio di sè. Di diverso qui c’è solamente la Chiesa Cattolica che narcotizza tutti con le sue assoluzioni e complicità . E’ un film amarissimo , che chiude con un buio assoluto. L’amore in realtà non conta nulla , Fernando rimasto solo per la seconda volta ,lo sa bene , torna a casa , chiude le tende e pensa al domani. Voto 8.

  3. La violenza rappresentata è allucinante, fa paura pensare che sia realistico, come film indubbiamente ben fatto e coinvolgente e struggente e l’amore che si contrappone a questa violenza dolcissimo, peccato sempre sconfitto…
    speravo che alla fine qualche se pur piccola speranza si salvasse… Un po’ troppo nichilista per i miei gusti. Peccato niente scene di sesso anche, benché sembri una bestemmia dire ciò in questo contesto, ritengo che ci sarebbero state bene: la morte è ritratta in modo tanto esplicito, perché non anche il suo eterno nemico?
    E’ vero, la battuta sul papa è fenomenale, davvero!

  4. La violenza rappresentata è allucinante, fa paura pensare che sia realistico, come film indubbiamente ben fatto e coinvolgente e struggente e l’amore che si contrappone a questa violenza dolcissimo, peccato sempre sconfitto

  5. Giuseppe81

    Neppure lo scrittore cn la sua arguta intelligenza sa ke nulla può contro un mondo ke vuole autodistruggersi; ecco xkè lo scrittore nn condanna in maniera convinta i suoi amanti sicari!L’elemento ke più m ha spiazzato poi è ke dv più s fa “assurda” la violenza più il sentimento ke lega i due amanti si fa più dolce e struggente! Il film è dunque un viaggio infernale, dantesco, senza soluzioni,nn è, a mio avviso, un caso ke il ragazzo s kiami Alexis(kiaro riferimento virgiliano!). In più m ha ricordato anche Uccellacci e uccellini d Pasolini! ke dire da vedere

  6. Giuseppe81

    Questo è uno d quei film ke m fa rendere conto d essere a volte uno spettatore conformista!Le perplessità ke m ha suscitato nn sn legate all’indubbio risultato artistico del film, ma al modo d raccontare la violenza ke qui distrugge e annichilisce tutto e tutti!

  7. Dannyblue

    Film bellissimo. Ho visto la versione originale in spagnolo. L’attore che impersona Alexis è da sballo. La storia è originale e commovente, al di là di qualche logica crudezza, peraltro comprensibile dato il contesto e l’ambientazione.

  8. Luciano

    E’ un film stupendo, in cui la delicatezza con cui è trattato il rapporto amoroso fra i protagonisti contrasta con la violenza di Medellin, la città in cui le pallottole vengono battezzate con l’acqua santa. Meravigliosamente realistica, ancora, la costante presenza sullo sfondo della Chiesa cattolica, che qui si coniuga senza problemi col sesso e la droga.

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Dopo un’assenza di trenta anni, Fernando Vallejo, noto scrittore, torna a Medellin, la città in cui è nato e cresciuto. Tutto è cambiato: i parenti sono morti, i vecchi edifici sono stati demoliti, la mafia della cocaina semina terrore attraverso le bande dei killer. Fernando incontra Alexis, sedici anni, uno dei sicari che uccidono su commissione e rischiano a loro volta ogni giorno la vita. Fernando invita Alexis a casa, ha rapporti sessuali con lui, lo fa restare ricoprendolo di regali. Si fa poi accompagnare in giro alla riscoperta dei lontani luoghi dell’adolescenza. Quando è il momento, Alexis estrae la pistola e spara, fino a che a sua volta viene ucciso da un ragazzo su una moto. Fernando allora va al quartiere Santo Domingo Savio, conosce la madre di Alexis e viene a sapere che il suo assassino è soprannominato il ‘Laguna blu’. Girando da un bar all’altro, Fernando avvicina un altro sedicenne, si chiama Wilmar e somiglia molto ad Alexis. Tutto si ripete: Fernando porta Wilmar a casa, dormono insieme, poi vanno in giro per strade, chiese, locali. E’ Wilmar che ha ucciso Alexis, ma Fernando cerca di non pensarci più di tanto. Anzi decide di regalare un frigorifero a sua madre. Più tardi arriva la notizia che, mentre accompagnava il furgone a casa, Wilmar è stato a sua volta ucciso. Fernando torna nel proprio appartamento, ancora una volta vuoto. Chiude le tende, domani penserà al da farsi.

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