Il barone Jacopo vive con la bella moglie e trascorre le sue giornate tra scherzi ameni e preoccupazioni per non avere figli. La felice coppia vive in una splendida villa della Toscana, lontano dai disordini europei (siamo alla fine del ‘700) e non disdegna di aprire il loro rapporto a terzi. Entra così in scena Leonardo, un aitante giovane stalliere alle dipendenze del barone, ben contento di migliorare la propria condizione e soprattutto affascinato dalle grazie della baronessa, usata da Jacopo proprio per attirare il maschio nel loro talamo. Ma Leonardo è soprattutto un rivoluzionario, appartenente a un gruppo cui il barone, sempre per gioco, ha procurato le armi, quindi non solo parteciperà attivamente ai rapporti intimi della coppia, mettendo incinta la donna, ma approfitterà dell’ascendente che esercita sul barone (sempe più infatuato) per perseguire i propri piani rivoluzionari fino a pregiudicarne la serenità socio politica. Tra i personaggi pittoreschi che animano la piccola corte del barone, troviamo un influente cardinale (Leo Gullotta), zio omosesssuale di Jacopo, che con la sua intercessione riuscirà a sistemare le cose con il Vaticano e con il Ducato di Toscana. (F.T.)
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Una coppia di nobili vivente nel periodo pre rivoluzione francese vive una vita felice e i due coniugi sono molto fedeli l’un l’altra. Questa fedeltà, si cementa aprendo il loro rapporto a un terzo, che da loro il figlio che lei ha sempre voluto (lui no). Il rapporto a tre in realtà non sarà così facile, ma tutto si risolverà bene.
Pur trattandosi sempre di una commedia invito i detrattori a non giudicare questo film per gli attori. Non è certo un cine-panettone …