Nel 2002 la trans Alameda County, cioè l’adolescente 17enne Gwen Araujo, venne selvaggiamente picchiata, legata e strangolata a morte da quattro uomini dopo che avevano scoperto che Araujo, che appariva e viveva come una donna, era biologicamente maschio. Almeno uno di questi uomini aveva avuto un rapporto sessuale con Araujo poco prima.
Differentemente dalla storia di Brandon Teena (portata sullo schermo nel 1999 dal film Boy’s Don’t Cry) che avvenne in uno Stato conservatore del Midwest, la tragica fine di Cwen Araujo è avvenuta nella Bay Area, dove i diritti delle persone transgender sono protetti dalle leggi della California. Questo illuminante documentario combina interviste ai membri della famiglia Araujo e ad esperti legali, con immagini di repertorio del processo (il primo processo finì con una giuria che non riuscì a concordare un giudizio unanime) che ci fanno entrare nel cuore del caso Araujo, mettendo a fuoco la cosiddetta “strategia della paura di gay e trans” (“gay/trans panic strategy” ) impiegata dalla difesa per ottenere una sentenza più leggera. Il fatto non sarebbe accaduto se gli assassini eterosessuali di Arujo non avessero scoperto che era un transgender? La Araujo si era essa stessa messa in pericolo non rivelando subito il suo sesso biologico? Fu sollecitata la transfobia della corte quando gli avvocati della difesa fecero riferimento ad un ” omicidio preterintenzionale nella foga della passione” per evitare l’omicidio di primo grado? Il documentario sollecita molte domande e molte risposte. La giustizia fu servita meglio nel secondo processo, ma molte ambiguità rimasero sia per la difesa che per il futuro dei diritti delle persone transgender in California. (Frameline 31)