Together (2)

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Together (2)

Per poter presentare il documentario ‘Together’ di Zhao Liang, dobbiamo prima parlare di un altro film, ‘Life is a Miracle’ (Mo Shu Wai Zhuan) di Gu Changwei , una storia d’amore ambientata al principio degli anni 90, in un villaggio sconvolto dall’arrivo dell’AIDS, malattia che tutti gli abitanti chiamano ‘la febbre’. Nel melodramma di Gu Changwei, l’epidemia modifica il comportamento degli abitanti del villaggio, spingendoli a liberarsi dell’avidità, delle convenzioni e delle divisioni sociali. Gu Changwei , pur avendo scelto un cast di attori conosciuti per i ruoli principali del suo film, voleva far interpretare dei ruoli secondari a dei veri malati di aids. Chiese quindi a Zhao Liang di prendere parte alla ricerca di questi altri interpreti e di documentare il tutto in un film, girato contemporaneamente al film principale. Zhao Liang non aveva, prima di allora, alcuna conoscenza delle condizioni dei malati di AIDS nel suo Paese. Poiché la maggioranza dei cinesi non conosce quasi niente di questa malattia e associa il virus alla promiscuità, con ‘Together’ Zhao Liang si è posto l’obiettivo di promuovere il processo di comprensione del problema AIDS, cosi da migliorare la situazione dei malati, mostrando al pubblico l’esistenza di una grossa comunità di malati di AIDS e le loro condizioni di vita. Il film , che ha ricevuto il supporto del Ministero della Salute cinese, vuole anche testimoniare come dopo esitazioni e passi falsi (tra cui anche lo scandalo causato da un enorme traffico di sangue infetto che provocò migliaia di persone infettate nei villaggi cinesi) le autorità cinesi ora si sforzino di arginare il problema con una serie di politiche, tra cui il libero accesso alle medicine.
Nella ricerca di persone malate di HIV da coinvolgere nel film, Zhao Liang prende contatti con le associazioni per la ricerca contro l’AIDS e scopre che i malati hanno un loro gruppo QQ (il più grande Instant Messaging Service cinese); Zhao utilizza quindi questa comunità on-line per comunicare con loro, partecipare alle loro discussioni e invitare possibili volontari disposti a partecipare al film. In molti parlano volentieri con Zhao e accettano di apparire nel suo documentario, anche se la maggior parte di loro chiede di avere il volto oscurato. Le conversazioni di Zhao ci appaiono nel documentario come testo che scorre sul video in tempo reale, dandoci l’impressione di essere seduti con lui davanti al suo computer. Vediamo anche il regista recarsi in visita ai bambini con aids in una scuola a loro dedicata e dialogare con i volontari durante le riprese del film di Gu Changwei. Il risultato è ovviamente qualcosa di molto diverso rispetto ad un semplice « making of » dietro le scene del film di Changwei . La notizia che Zhao Liang aveva girato un documentario sull’aids in Cina, con l’approvazione delle autorità, e che il film fosse stato poi proiettato nei cinema cinesi, ha stupito molti dei suoi ammiratori occidentali, data la natura indipendente e critica rispetto alle autorità dei suoi precedenti lavori. Il suo documentario ‘Petition: The Court of the Complainants’ presentato nel 2009 al Festival di Cannes , sulle traversie di molti cittadini cinesi costretti a estenuanti viaggi a Pechino per inoltrare lamentele presso il Governo centrale contro pubblici ufficiali locali, fu vietato in Cina. ‘Together’ a differenza dei film precedenti, ha un finale piuttosto ottimista, questo anche perché il regista ha voluto dare una speranza alle persone malate di AIDS che vedono il film. (R.M.)

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A book about discrimination against Aids sufferers in China provided the inspiration for Chinese director Changwei Gu – who won a Silver Bear for KONG QUE – THE WOMAN at the 2005 Berlinale – to make his latest drama, MO SHUWAI ZHUAN – TIL DEATH DO US PART, a moving love story in which Aids plays a role. Having cast two well-known actors, Zhang Ziyi and Aaron Kwok, as the leads, the director decided to cast genuine Aids patients in supporting roles. Made alongside Gu Changwei’s sumptuous melodrama, Zhao Liang’ documentary records Changwei Gu’s search for these cast members – but the resulting film is so much more than a glimpse of events behind-the-scenes. Zhao Liang’s film portrays Aids sufferers of both genders; they are all people with very different biographies. As if it wasn’t bad enough being infected by HIV, their suffering is compounded by the fact that in the People’s Republic of China the disease is hushed up and people living with Aids are ostracised. In China, the public at large knows very little about the disease and most people associate the virus with promiscuity. This fear of discrimination forces most patients to hide the fact that they a positive.
The Aids sufferers in Zhao Liang’s film were willing to share their experiences with him. The filmmaker was able to make contact with them via internet support groups; he also visited children with Aids at a ‘red ribbon’ school; but above all, he talked to Aids sufferers during the making of Changwei Gu’s film. It is their presence which lends Gu’s film its particular authenticity. (Berlinale 2011)

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