Strizh

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Strizh

Ainur è un’adolescente persa nei suoi sentimenti e in cerca della sua identità. La scuola è terribile come i suoi compagni che la prendono in giro. Anche la vita in famiglia è orrenda, la madre in cinta è concentrata molto più sul compagno alcolizzato che sulla figlia. L’unico posto di pace sembra essere dal padre. La ragazza di Ainur, Asel sembra diventare la sua anima gemella fino a quando lei e la madre accusano Ainur ingiustamente di qualcosa. La vita necessita di qualche duro momento per Ainur per andare avanti, cosi lei comincia a sentirsi sola… “Strizh, che letteralmente significa capelli corti, è un film tragico sulla ribellione giovanile, in cui Ainur è un’adolescente persa nei suoi sentimenti e in cerca della sua identità. La scuola è terribile come i compagni che la prendono in giro. Anche la vita in famiglia è orrenda, la madre incinta è concentrata più sul compagno alcolizzato che sulla figlia. L’unico posto in cui la ragazza trova pace è dal padre. L’amica di Ainur, Asel, sembra diventare la sua anima gemella, fino a che per questioni di denaro l’amicizia finisce. La vita della ragazza si fa di nuovo difficile e lei comincia a sentirsi sola. Film dolce come un bacio tra donne che viene consumato tra le due amiche, forte come la rabbia di un’adolescente povera che aspira al palazzo più grande della città, il quale ha sul tetto una sfera del potere e la ricchezza, ma anche la violenza che la ragazza subisce da un uomo di potere appena riesce ad accedere nella sospirata palla vetrata. Ainur è una “diversa” perché ha un aspetto maschile, perché è povera, così viene emarginata da tutti. La forza fragile di una ragazzina contro la grandezza della strutturata città.
Strizh è stato premiato ex aequo con Grand Prix al Festival internazionale Eurasia in Kazakistan e con il NETPAC Jury Award. Un film da vedere, dove il rapporto lesbico, poco esibito viene annientato dal devastante potere del patriarcato.” (Sonia Cincinelli)

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CRITICA:
Life is tough but forgiving in Kazakhstani coming-of-ager “Strizh.” Low-budget pic benefits from a charming central perf by teenage thesp Inessa Kislova, and bowing helmer Abai Kulbai has enough creative flair to indicate that he’s a talent to watch, but at times the script is as lost as its central protag. Decidedly Russian in flavor, this indie effort will satisfy fests searching for something that is at once familiar and exotic, but is too unfocused to be much more than a promise of better films to come from Kulbai. (RUSSELL EDWARDS, Variety)

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