Sin destino

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Sin destino

Francisco è un quindicenne tossicodipendente, costretto a prostituirsi per tirare avanti. Quando aveva nove anni, mentre faceva il lavavetri per le strade di Mexico City, venne adescato da un vecchio pedofilo e costretto a posare per delle fotografie pornografiche. Ora la conoscenza di una ragazzina bionda, Angelica, sua vicina di casa, per la prima volta fa nascere in lui dei sentimenti, dei desideri e delle fantasie. Fantasie che però, complice la droga, partendo dalla ragazzina si trasformano in orge sataniche e puntualmente appare a rovinare tutto l’immagine del pedofilo. Francisco ha un unico amico, David, suo coetaneo e spacciatore, il quale convince una prostituta, sua amante, ad andare a letto con Francisco, che però sul più bello è assalito dalle allucinazioni e crede di scopare se stesso. Francisco vorrebbe fare sesso con la ragazzina bionda, dalla quale è riuscito ad ottenere un appuntamento, allora David gli parla di una droga molto costosa, che se presa da Angelica farebbe nascere in lei il desiderio sessuale…segue sulla scheda (R.M.)

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seguito (con finale)
… Francisco, ossessionato dall’idea di trovare i soldi per quella droga., decide di andare proprio in casa del vecchio pedofilo, che per caso aveva incontrato giorni prima per strada, per proporgli di farsi fotografare. Il vecchio lo fa spogliare ma poi si fa trovare anch’egli nudo e, dichiarandogli il suo amore, prova prima a mettergli le mani addosso, poi lo colpisce col suo bastone e probabilmente lo violenta. Più tardi il vecchio è esausto sul divano e Francesco lo uccide colpendolo con un oggetto. Con i soldi trovati in casa del vecchio, Francisco compra tutta da droga che vuole da David., e quando incontra Angelica è completamente fatto. La porta nella casa abbandonata dove è accampato David e la violenta, facendole ingerire la droga “afrodisiaca”. Quando ha finito scopre che lei è morta. David e Francisco devono quindi mettersi nelle mani di due criminali adulti , che dietro il pagamento di una forte somma, li aiutano a disfarsi dei cadaveri…
Il giovane regista Laborde dice di essersi ispirato al film di Bunuel “Los Olvidados”, ma a noi non sembra un paragone appropriato. Innanzitutto perché qui non c’è traccia di denuncia sociale: tutte le colpe sono addossate al pur laido pedofilo, senza che nessuno ci spieghi ad esempio cosa ci facesse un bambino di nove anni da solo a fare il lavavetri, e cosa è successo nei sei anni successivi. Le continue scene di nudo e di sesso richiamano piuttosto i film di Larry Clark ed a qualcuno potrebbe venire in mente che la compassione per la gioventù sfruttata non sia il motivo vero del film. Il film è girato in un bel bianco e nero tranne che per le numerose allucinazioni del protagonista che sono colorate prevalentemente di rosso. Questo stile “surrealista” più che ricordare il maestro Bunuel, a noi fa venire in mente un altro film messicano: “Exxxorcismos” di Hermosillo, con il quale ha anche in comune l’uso sperimentale della telecamera digitale e degli effetti sonori. I due ragazzi protagonisti sono molto ben fatti, ma la loro recitazione è approssimativa, mentre per il pedofilo vale il discorso opposto. (R.M.)

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