Silenzi e parole

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Silenzi e parole

Il film mette coraggiosamente a confronto due realtà in apparenza piuttosto distanti tra loro ma ispirate da principi comuni: la solidarietà umana e la partecipazione civile. Uno sguardo approfondito alla Quaresima dei Frati Cappuccini e alla Queeresima dell’Associazione ARC (una organizzazione sarda attiva sul piano culturale e del volontariato, nata nel 2002 a Cagliari) che difende e promuove i diritti della comunità L.G.B.T.Q. l’acronimo per Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender e Queer. Nel percorso parallelo delle due comunità, da un lato i Silenzi sono associati ai riti cristiani seguiti da un pubblico numeroso e devoto, mentre dall’altro le Parole di giovani e meno giovani che dibattono con passione e perseguono un’idea di civiltà. Su entrambi i fronti agiscono uomini e donne dell’Italia d’oggi, individui che attraverso un impegno quotidiano e concreto cambiano in meglio qualcosa di questo Paese. Il regista Peter Marcias ci racconta così la genesi di questo suo ultimo film: “Mentre giravo “La Nostra Quarantena” ho sentito parlare delle iniziative dell’associazione Arc che da anni si batte in Sardegna per i diritti lgbt e mi ha incuriosito la parola Queeresima. Quaranta giorni di attività sul territorio sardo volte a sensibilizzare il cittadino su tematiche riguardanti l’omosessualità, le malattie sessualmente trasmissibili, l’omofobia, che culmina con una fiaccolata per le vie della città. Nella Quaresima i Frati Cappuccini del convento di S. Ignazio invece attraverso la preghiera e l’aiuto concreto, tutti i giorni sostengono famiglie intere e persone che hanno perso la fiducia in loro stessi e nel prossimo, avvicinandoli a Dio attraverso il silenzio. Da questo l’idea di raccontare un’Italia sotterranea, un luogo di confronto fatto da due entità ben definite. Mi sono trovato di fronte una “Chiesa” nuova e una “società” nuova. A partire dalla raccolta di numerose interviste, dibattiti, soprattutto incontri pubblici e privati, ho affrontato questo film come un viaggio, ho scavato all’interno della vita segreta e le passioni di questi individui. Ho trovato una nuova idea di democrazia”. Il film è attualmente vedibile sulla piattaforma Chili

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CRITICA:
Un frate Cappuccino nel doc “Silenzi e Parole” di Peter Marcias Di tutto rispetto le intenzioni di Peter Marcias nel voler raccontare due realtà come l’associazione Arc e la comunità dei frati Cappuccini; poco appetibile invece lo svolgimento del film che si trascina lento e ripetitivo fino a un venerdì santo che i due gruppi vivono in maniera differente ma, riflettendo, in fondo non troppo. Marcias riesce a coniugare tre delle cose più noiose al mondo: la messa, una riunione associativa e il documentario italiano contemporaneo, riuscendo sempre a mostrare il prima di ogni evento raramente il durante. Dunque, tra infinite camminate in città dei personaggi che non riescono comunque ad acquisire un carattere, lunghi discorsi sul da fare per l’evento che si sta organizzando e corposi stralci di vita monastica, i due momenti culminanti che le due comunità stanno preparando, la Quaresima e la Queeresima, vengono relegati in due brevi processioni finali. Forse lo stile, forse il tema rendono “Silenzi e parole” estremamente pesante e privo di documenti che possano definire un’immagine utile ad apprendere e capire queste realtà. Le settimane in cui è diviso il documentario sono separate da cartoni animati di scarsa qualità racchiusi in infiniti quadri di ben 30 secondi ognuno e recanti soltanto la scritta “Prima settimana” o “Venerdì”. “Silenzi e Parole” sembra un film senza idee, con uno spunto potenzialmente interessante ma che non riesce a decollare facendo incrociare le due strade narrative o presentando personaggi capaci di stimolare interesse e coinvolgere lo spettatore. (Stefano Amadio)

 

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