La ragazza di Nome Giulio

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La ragazza di Nome Giulio

Traumatizzata ancora adolescente da un rapporto omosessuale immaturamente vissuto, una ragazza cerca di ritrovare il proprio equilibrio e la sua identità in una serie di fallimentari incontri erotici. La tematica omosessuale e la sensualità di Silvia Dionisio e Anna Moffo fecero all’epoca un certo scalpore. Rivisto oggi il film appare datato ma non privo di un certo coraggio.

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2 commenti

  1. Ancora oggi il film ha un suo perché.. Meno bello del romanzo dal quale è tratto, ma pur sempre di qualità..
    Non tanto qualità artistica, ma per la trama di per sè.. Consigliato agli amanti dei film anni ’60/’70..

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Una ragazza, che in memoria del padre porta il suo nome maschile, Giulio, vive a Venezia con la madre ricca, fatua, incomprensiva. Nemmeno adolescente, ha avuto un’esperienza omosessuale con la governante, Lia, che le ha anche insegnato a odiare gli uomini, esseri animaleschi, dai quali, per una donna, non può venire che male. Col passare degli anni, la ragazza, riuscita a sottrarsi al morboso rapporto, s’è fidanzata con Lorenzo, un timido studente universitario che le ha promesso fedeltà e sicurezza. Desiderando un rapporto amoroso con un uomo, sceglie, per la sua prima esperienza, Amerigo, un giovane meccanico fidanzato con la sua cameriera ma, durante questo incontro, si accorge di essere sessualmente incapace d’amare. Passando, successivamente, tra le braccia di uomini sempre diversi, ella comprende di essere condannata a non diventare mai pienamente donna e, dopo aver tentato inutilmente un intervento medico, si sfoga sanguinosamente contro l’ultimo dei suoi occasionali compagni.

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