Querelle De Brest

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Querelle De Brest

E’ il film testamento di Fassbinder (uscì dopo la sua morte) e contiene tutte le problematiche più care al regista: l’omosessualità, l’amore, la violenza, la morte, ecc. Quando uscì diventò subito un manifesto per la liberazione omosessuale, anche se la struttura del film, molto teatrale e allegorica, ne rendeva difficile la comprensione da parte del grande pubblico (lo stesso accadde molto dopo per il Salò di Pasolini). La censura italiano blocco il film che ottenne il visto col divieto ai minori di 18anni solo dopo il taglio di due sequenze che mostravano scene di sodomizzazione e masturbazione (ritenute “particolarmente realistiche”). Il film fu presentato in versione integrale al Festival di Venezia del 1982 e provocò una dichiarazione ufficiale di disaccordo con la giuria del festival da parte del Presidente della stessa giuria (Marcel Carné) perchè questa si era rifiutata di assegnargli il leone d’oro.

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53 commenti

  1. solokiefer

    In una Brest completamente inventata – ricreata con teatro di posa – non esistono esterni, la città è un non luogo infernale, esibito tramite un’artificiosità esasperata e voluta. Querelle scende dalla nave alla ricerca del fratello, generando liti e scopate, emozioni e fraintendimenti, luci coloratissime e soffuse.
    L’ultimo film di Fassbinder è anche il suo inno finale alla solitudine (il regista è morto giovanissimo pochi mesi prima della fine del film, causa un cocktail di alcol e antidepressivi, voluto o meno non si sa).
    Ero un ragazzino quando uscì – censurato – al cinema. Rimasi turbato dal trailer che passava in televisione (che a pensarci ora era assai strano trasmettessero), ma non riuscii a vederlo in sala, dove passò come una meteora. Lo vedetti la prima volta (la prima volta di molte) anni dopo e restai incantato.
    L’atmosfera che pervade il film non ha mai riscontro con la realtà: sogno o incubo che sia, è sempre un mondo lontano da quello della vita di tutti i giorni, un angolo onirico.
    Il sesso è visto come punizione, redenzione, ma non ha mai un aspetto sentimentale, l’amore ha il suo punto più alto nel mancato atto sessuale. Il sesso nel cinema di Fassbinder non ha mai un aspetto ludico e gioioso, è sempre permeato da secondi fini, doppi giochi, supremazia.
    Jeanne Moreau interpreta l’unica donna presente nella storia: un personaggio femminile controverso, un po’ puttana e un poco amica, sorella e madre. Il suo cantare Each man kills the things he loves è uno dei punti più alti e noti dell’intera pellicola. Oltre a lei recitano attori del calibro di Brad Davis e Franco Nero che si prestano ad indossare maschere di personaggi traviati e perdenti.
    La solitudine resta il principale protagonista della storia: ogni azione violenta, erotica, delatoria è mossa dal totale isolamento di ciascuno dei protagonisti rispetto a chiunque altro e la coesistente fame di un po’ di compagnia. Il senso di disperazione assoluta è sempre presente, più forte dell’odio, dell’amore e della passione: ogni personaggio è in lotta contro la morte che si porta dentro.
    Querelle è un angelo che tutti vorremmo incontrare per liberarcene immediatamente dopo.

  2. Diciamo che non lo amo come Le Lacrime Amare di Petra Von Kant, La Terza Generazione, Il Diritto del Piu’ Forte e Un Anno Con Tredici Lune, ma cio’ nonostante il genio di Rainer imperversa anche in questa pellicola. Atmosfere oniriche teatrali e strabordanti, marinai che misurano cazzi e coltelli in danze lente ed animali trasudanti Genet, Jeanne Moreau sublime nei panni della baldracca impudica e affamata, con quel volto dalle rughe sofferte che traducono l’opera scritta in immagine, Davies cazzuto, Franco Nero marinaio romantico Byroniano, ed “ogni uomo uccide cio’ che ama”.

  3. Morgenstern

    Non mi è piaciuto! Non mi piace l’ambientazione costruita anche se è fatta apposta per far sembrare tutto onirico. Il linguaggio è volgare e la storia non ha senso.
    Forse sono troppo ignorante per capire i capolavori……

  4. Dire che la “libertà d’opinione è sopravvalutata” è semplicemente un nonsenso. Tale libertà semplicemente esiste o non esiste. Se esiste le opinioni non gradite sono non gradite ma lecite. Se non esiste tutto ciò che non ti è gradito non è lecito. In questo caso ciò che non è gradito non si osa dire che non sia lecito ma lo si fa diventare una “cretinata” o espressione di una mente inferiore. Interessante a questo punto ovviamente è stabilire chi possa essere il deus ex machina di questo giudizio universale…Potremmo suggerire lo zio Adolph ?

  5. perles75

    Non amo usare i commenti ai film a mo’ di chat, volevo però far notare che se una persona pensa che un film sia lento, noioso e pesante mi sembra evidente che per lui è brutto.

    Faccio notare tra l’altro la contraddizione: prima si dice che si accettano opinioni diverse dalla propria, e poco sotto si parla di tacere su cose di cui non si ha “competenza” (il che vuol dire, se pensi che questo film sia brutto non capisci nulla di film ed è meglio che tu stia zitto) – punto di vista rafforzato dalla frase secondo la quale chi non apprezza Querelle è automaticamente amante di “b-movies”.

  6. Sì, è sopravvalutata la libertà d’opinione. E’ diventata una scusa per far passare qualsiasi cretinata come lecita e degna di essere ascoltata.
    Io non ritengo valida solo l’opinione simile alla mia. Infatti non ce l’ho con quelli che non hanno trovato il film di loro gusto. Mi incavolo quando leggo che questo film sarebbe brutto perché lento e pesante (magari sono gli stessi che impazziscono per Latter days e b-movie analoghi). Si dica piuttosto che non si apprezza un certo genere di cinema. Io delle cose di cui non ho competenza o interesse taccio.

  7. Istintosegreto puntualizziamo. Tu non hai mai usato parole sprezzanti come quelle lette sul “caso” in questione. Non ti avrei mai messo tra i miei amici se fosse stato. Resta comunque che mi viene ancora da ridere (ma veramente) sugli oppositori di Querelle dediti solo a soap viste IN TRAILERS su youtube. L’ “accusa” è decisamente divertente :-))

  8. zonavenerdi

    Caro Istintosegreto il punto è il come ci si esprime. Contentissimo che il sito funzioni, ma il saper esprimere il proprio pensiero non è un optional. (saper) Discutere sui propri punti di vista è un pregio. In Italia ormai ci si offende per qualunque cosa.

    ps. Concordo con Pal39, che a sua volta concorda con me. Quando ho letto ieri il suo messaggio ho ritenuto superfluo scrivere che avevo letto; ma vista l’occasione lo faccio.

  9. istintosegreto

    Eddai caro Pal39, qui siamo tutti amici. A volte capita di esagerare, magari vedendo che la nostra opinione cozza contro quella di molti altri che hanno inserito il commento in precedenza. Anche a me, in passato, è capitato di risultare inopportuno, e sono stato puntualmente da te redarguito:-)
    Il sito funziona sempre meglio, proprio perché sempre più gente contribuisce con brevi recensioni, invece di limitarsi a scrivere “Carino” o “Cazzata”.
    Avrei dovuto sentirmi offeso, visto che sono probabilmente colui che ha stroncato in modo più netto QUERELLE, ma, piuttosto di battibeccare, preferisco guardare un nuovo film e condividere la mia opinione con gli altri iscritti. Coloro a cui interessa il confronto di idee, per intenderci.
    Un bacio.

  10. Zonavenerì in questo caso hai il mio plauso incondizionato ! Che chi non ama o apprezza Querelle di Fassbinder sia un poveraccio dedito alle soap viste in trailer su youtube mi diverte abbastanza come “crudele” accusa ma non mi riempie di stima per chi fa tanto il trombone intollerante…

  11. zonavenerdi

    La libertà di opinione non è mai sopravvalutata. Aborro chi crede che la propria opinione sia la verità assoluta e che se c’è qualcuno che non la pensa come lui/lei, allora vuol dire che non capisce nulla …

  12. La libertà di opinione è sopravvalutata. Lo dimostrano molti commenti di questa pagina.
    Gente che passa il tempo su youtube a vedere le story-line di cazio (caio+tizio)di soap straniere e poi vengono qui a piagnucolare che il film è lento, pesante e noioso.
    Se non è un capolavoro Querelle, fatico a trovarne uno.

  13. cypsel79

    l’unico vero problema di questo film è l’omofobia interiorizzata che trasmette. che fosse di fassbinder, o che lui abbia voluto solo ricrearla nella finzione filmica, non ha molta importanza: c’è. esteticamente e strutturalmente querelle può essere impeccabile (e lo è: ha sceneggiatura, fotografia, recitazione splendide); la lentezza in un film che non intenda essere espressamente d’azione non è un difetto (se non diventa esasperante) ma un pregio. il punto dolente è che querelle non parla tanto di lati “negativi” dell’omosessualità (come fanno molti film, risultandone sinceri, ma non certo omofobi), ma ne esce negativamente l’intera omosessualità in se, vissuta con un fondo di colpevolezza. bello sì ma cult gay proprio NO.

  14. zonavenerdi

    Per daniele (28/04/2011 12.57.28) Non dicono che quelle frasi indichino concetti superati ( o non superati). Ognuno pensa quello che vuole in qualunque epoca. Dico che sono frasi omofobe. Il che è diverso …

  15. Ma a che cosa si appoggia il protagonista nell’immagine di copertina del dvd?
    Qualcuno me lo potrebbe dire? Magari si eviterà di far scadere un bel film nel brutto o nella spazzatura. Altro era un notissimo attore italiano, quando aveva solo vent’anni, in Come gocce d’acqua su pietre roventi,sempre di Fassbinder, a teatro.

  16. Personalmente lo trovo il più brutto film di Fassbinder. Particolarmente noioso, falso e pretenzioso. Non assolutamente all’altezza del “Diritto del più forte” o delle “Lacrime amare di Petra von Kant” per citarne due a caso. Assolutamente sopravvalutato , dal mio punto di vista.

  17. thediamondwink

    a mio avviso sembra un film di quart’ordine, girato alla spicciola, dove l’unica cosa che colpisce è il “calore”, persistente, del sole. Ci si poteva soffermare di più sull’ingannno dell’assassinio, anzichè annoiare lo spettatore con velate scene erotiche fin troppo gratuite. A mio parere, il film è troppo lento, scialbo, “finto”, ma tanto di cappello al protagonista. Da vedere sicuramente, ma non un capolavoro.

  18. oltreparis

    un film cult,
    ho letto qualche commento contrario e francamente non comprendo perchè si chiede ad un’opera d’arte di tale calibro, di ridursi ad essere semplicemente un bel film.
    querelle oltre ad essere un film dalle ambientazioni surreali, atmosfere polverose, ambigue…impone il mito del marinaio gay che ha ispirato non pochi artisti.
    Un film culturale che prescinde da ogni messaggio logico.
    Credo che difficilmente si possa replicare una pellicola del genere.

  19. daniele

    Quoto Giacomo al 100%. Non è che dobbiamo sempre cercare messaggi nei film, eh! Una sceneggiatura strabiliante (le stesse frasi che citi tu zonaverdi sono provocatorie e profondamente suggestive… inoltre inducono ad una riflessione. Siamo sicuri che frasi del tipo: “Essere gay è una colpa, ma l’importante è che non lo fai sapere in giro”, “Possedere un uomo non è poi così tanto grave, l’importante è non ricevere”,”L’unico modo di amare una persona è quella di possederla, anche solo per il tempo dell’atto” siano concetti superati? io non ne sono tanto sicuro…) Una fotografia e un montaggio da lasciare senza parole. Io davvero non potrei chiedere di più. E comunque, a mio avviso, la modernità non sussiste solo perché è un film vecchio di 30 anni. Uscisse oggi, sarebbe modernissimo lo stesso, caratteristica questa delle grandi opere d’arte!

  20. giacomo

    Peccato che il film sia del 1982. quindi temi vecchi e stereotipati non direi.omofobi..mi sembra superficiale dire che un film lancia messaggi omofobi solo perchè non ci sono ragazzi che si baciano per la strada, alla luce del sole, con arcobaleni colorati e stelline alle spalle. è un bellissimo film innanzitutto, con un bellissimo uso della fotografia ed una sceneggiatura veramente ben costruita. direi che il”messaggio”, se ci dev’essere, è secondario

  21. zonavenerdi

    “Essere gay è una colpa, ma l’importante è che non lo fai sapere in giro”. “Possedere un uomo non è poi così tanto grave, l’importante è non ricevere”. “L’unico modo di amare una persona è quella di possederla, anche solo per il tempo dell’atto”. Sono questi i messaggi che esprime questo film: vecchi, stereotipati e anche omofobi. Non riesco a capire come fa ad essere un film culto per la comunità glbt.

  22. Un monumento del cinema glbt. Ha rivoluzionato l’estetica e la concezione del termine omosessuale. Brad Davies, Franco Nero e, scusate se è poco, la sublime Jeanne Moreau (Each man kills the things he loves). Arte allo stato puro. Eccitante…

  23. ericalove

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    Erica

  24. Bellissimo film.. Dovrebbero vederlo gli psicologi per capire certe dinamiche spesso presenti nelle storie omosessuali: il sadomasochismo (parlo di quello psicologico), la brutalità di certi comportamenti (tipica in chi soffre di omofobia interiorizzata), ecc.. Significativo il personaggio di Franco Nero.. Per me è il più bel film di Fassbinder!

  25. A questo punto, anche se le tue offese sono rivolte a Giulia e non a me, visto che la logica, l’equilibrio mentale, la coerenza, l’educazione, il cinema e soprattutto la sintassi con te non hanno niente a che fare e che la mia pazienza ha dei limiti riassumo il mio giudizio su di te in quattro parole: SEI UN GRAN CRETINO.

  26. PER GPAOLO

    Tu poi fammi capire che c’entri nella conversazione che sei spuntato fuori per la seconda volta senza che un discorso sia indirizzato a te…. allora vedi che è come dico io….. Qua da curare sei solo tu che soffri di personalità multipla e dei comportamenti più disparati sei ridicolo.

  27. Un passettino alla volta e ti guariremo. Hai già cominciato a distinguere il sottoscritto da Giulia; avanti così e ce la faremo.

    P.S.: non devi esssere una grande risorsa per la tua azienda visto come occupi il tempo.

  28. Dunque secondo la tua teoria i film usciti prima dell’82 non sono neppure “paragonabili sotto un punto di vista di regia”, rispetto al “cinema di adesso”, neanche “il gran cinema” hai aggiunto…

    E io che credevo che i film e le rispettive regie di Fellini, Wilder, Antonioni, Visconti, Bergman, Fassbinder, Kubrick, Lang, Welles, Fleming, Kazan, Capra, Huston, Ford, Hitchcock, De Sica, Griffith, Cukor, Hawks, Chaplin (quanti ne sto dimenticando?) fossero dei capolavori ineguagliabili e loro fossero registi senza eguali…

    Sono davvero senza parole.

    Chi leggerà il tuo commento si farà un’opinione definitiva su di te e su ciò che ritieni siano i buoni film e le buone regie. Non c’è altro da aggiungere.

  29. skippy'90

    Non è un film facile da comprendere, ma non ho capito quasi niente e poi l’immagine che dà dell’omosessualità è dubbia, forse negativa;ammetto anche di aver riso. Leggerò il romanzo(spero sia migliore).

  30. dostoevskaja

    secondo me il problema non è che manchino i contenuti profondissimi…ci sono,a palate, ma non è che ciò mi convinca a farmelo piacere…lo trovo incredibilmente lento e pesante. basta co sta storia che quando un film te le frantuma ma è pieno di significati allora è “d’autore” e chi dice che è una palla non ne capisce niente! che prese di posizioni da intellettualoidi. il vero genio di un autore è nel SAPER RACCONTARE, cosa è secondario.secondo me fassbinder racconta male. che poi ognuno abbia i propri gusti ed il diritto di esprimere la propria creatività in modo libero è ovvio. come ognuno è libero di dire che sto film è una noia mortale.

  31. A chi considera il film una palla mortale consiglio almeno di leggere il libro: è così intrigante che si legge in due giorni e ci si sorprende soprattutto quando ci fermiamo a pensare che Genet ha scritto questo capolavoro a metà del secolo scorso….

  32. Alfredo

    Non c’è un gesto, un oggetto, una parola, uno sguardo buttato lì a caso in questo film. E’ un capolavoro del cinema omosessuale.
    Gli opposti si attraggono: la classe e la volgarità, l’amore e l’odio.

  33. Francesco

    Il film fa semplicemente cagare, è noioso ma non è una novità per questo regista che, spaccaiando i propri lavori del cazzo per film d’autore, realizza dei polpettoni pieni di merda, pallosi e inguardabili.

  34. terzo piano

    Un film veramente molto noioso e lento tutto incentrato sul desiderio maschile attraverso varie metafore.
    Passate velocemente alla scena della scommessa tra Querelle e Nono, una delle più arrapanti della storia del cinema gay. Molto Tom of Finland, per intenderci.

  35. Jim Puff

    Il film postumo di Fassbinder è forse il + bello, dove la violenza è tenera, dove il desiderio di autodistruzione si sfoga nel sesso. Per assaporarlo meglio consiglio di togliere l’audio; i dialoghi sono superflui; davanti agli occhi scorrono immagini e si dipana una storia di pura poesia. Un film catartico!

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Varie

La vicenda ha come protagonista il marinaio Querelle (derivato da “macquerelle”. termine femminilizzato di “macquereau”, in italiano “magnaccia”). Querelle è imbarcato sulla nave “Vengeur”, ancorata nel porto di Brest, è bello e forte ed è nascostamente amato dal comandante della nave, il tenente Seblon. Sceso a terra, conosce in un bistrot-bordello il padrone del sordido locale, Nono, sua moglie Lysiane, amante del fratello di Querelle, Robert. Querelle vende oppio a Nono; gioca a dadi con Nono la sua integrità, perde e ne subisce le conseguenze; soffia al fratello l’amante Lysiane; intesse una nefanda tresca con Mario, un bestiale poliziotto, al quale denuncia Gil, un assassino del quale si è innamorato, e infine supplica il suo innamorato tenente Seblon di sfogare su di lui i suoi perversi desideri, per raggiungere finalmente l’identità che va disperatamente cercando nell’esperienza di ogni nefandezza.

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