I Am Not Your Negro

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I Am Not Your Negro

James Baldwin è stato uno dei più importanti autori della letteratura americana del ‘900. Il suo romanzo “Giovanni’s Room”, scritto nel 1956, è diventato un classico della letteratura gay. Fervente pacifista ed esponente del movimento per i diritti civili, gay dichiarato in tempi in cui non era cosa facile, è sempre stato un fautore dell’amore e della fratellanza universali. Questo film documentario è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2017 dove ha vinto il premio del pubblico e il Prize of the Ecumenical Jury con la seguente motivazione: “Situato nel contesto storico del movimento dei diritti civili degli Stati Uniti negli anni 1950 e ’60, attraverso le parole di James Baldwin, questo documentario è di estrema rilevanza e attualità, innescando temi universali di giustizia e diritti umani”. Il film, selezionato per l’Oscar 2017, ha vinto inoltre numerosi premi, sia da parte del pubblico che della critica, ed è stato scelto per inaugurare la 27ma edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano.
L’attore Samuel L Jackson legge con estrema partecipazione e dignità lettere e testi dello scrittore afro-americano James Baldwin. Il testo più corposo è rappresentato da un appassionato manoscritto inedito di 30 pagine, intitolato “Notes Toward Remember This House”, una specie di lettera che Baldwin scrisse al proprio agente nel 1979 per spiegargli il motivo per cui non poteva accettare la commissione di un articolo sulle biografie di tre suoi grandi amici, attivisti dei diritti civili, che avevano sacrificato la loro vita per difendere le loro idee: Medgar Evers, Malcom X e Martin Luther King.
Baldwin ha dovuto espatriare in Francia fin da giovanissimo per fuggire alla “insopportabile discriminazione che subivano negli USA le persone omosessuali e nere”, un Paese che Baldwin definiva “complesso e di ristrette vedute”. Nel film sono inserite molte apparizioni in TV di Baldwin durante le sue visite negli USA dove ripete queste sue negative e pessimistiche considerazioni, sia sul razzismo che sull’omofobia degli americani. Da rilevare l’ottimo montaggio che giustappone filmati d’archivio con le parole di Baldwin che ci offrono un allarmante parallelismo con situazioni contemporanee, confermandoci la validità delle riflessioni di Baldwin e dei suoi timori diventati una realtà circa trent’anni dopo la sua morte. Quando l’intervistatore Dick Cavett chiedeva a Baldwin se “si sentiva senza speranza circa la situazione dei neri”, Baldwin rispondeva semplicemente che si sentiva “senza speranza per tutta l’umanità”. Baldwin spiegava come il razzismo fosse la fonte della povertà affettiva e morale dell’America e che l’apatia e l’ignoranza erano la conseguenza della segregazione. Nonostante Baldwin fosse così fuori linea rispetto ai pensatori e commentatori dell’epoca, come pure al comune sentire popolare, meraviglia come riuscisse ad ottenere rispetto, pur deferente, e considerazione, cosa che difficilmente sarebbe riuscito ad ottenere al giorno d’oggi. Un film importante e necessario che speriamo sia da sprone per altre opere su questo grande autore, ancora troppo sconosciuto al grande pubblico.

synopsis

In 1979, James Baldwin wrote a letter to his literary agent describing his next project, “Remember This House.” The book was to be a revolutionary, personal account of the lives and assassinations of three of his close friends: Medgar Evers, Malcolm X and Martin Luther King, Jr. At the time of Baldwin’s death in 1987, he left behind only 30 completed pages of this manuscript. Filmmaker Raoul Peck envisions the book James Baldwin never finished.

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https://www.youtube.com/watch?v=D4nhci4O9O4

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