Irma e Roy Applewood sono una coppia sposata da 25 anni. Hanno un figlio adulto e indipendente, Wayne, e una figlia, Patty Ann, nella primissima fase della pubertà. Vivono in una piccola cittadina rurale dell’Illinois, dove frequentano la congregazione e dove tutto prosegue senza scossoni, fino a quando, un giorno, il devoto marito confessa alla moglie di essere nato nel corpo sbagliato e di voler cambiare sesso. Inizialmente, Irma rifiuta la decisione di Roy e i due si lasciano, ma, specie dopo aver sventato un tentativo di suicidio di lui, la donna scoprirà, con lentezza, pazienza e amore, che i suoi sentimenti per lui non sono cambiati, né tanto meno il suo desiderio. Giorno dopo giorno, gli resterà accanto, indissolubilmente, lealmente… Più che narrare l’intolleranza della gente (anche se viene succintamente fatto), come spesso accade in questa tipologia di film, l’autrice analizza i mutamenti della presa di coscienza di Roy che vanno di pari passo con quelli del suo corpo, e, in particolare quelli di Irma, raccontati da una prospettiva forse più interessante, perché anche il suo corpo sta cambiando (è appena entrata in menopausa) e con esso la sua capacità di riuscire ad amare suo marito per come è e per le scelte che ha affrontato. Le loro menti, i loro pensieri e il loro amore evolve come il loro involucro, due lati della stessa medaglia del concetto di essere donna (tre se si considera anche quello della giovane figlia che è appena entrata nella pubertà e deve vedersela con le prime mestruazioni). In un certo senso, la cosa li rende più vicini e l’elemento più interessante è il loro rifiuto di etichettare, in qualche modo, il rapporto che hanno costruito, come, invece, il figlio tenta di fare quando parla con suo padre. Ma allora mamma si può considerare lesbica perché sta con te? Oppure tu, papà, in quanto donna sei da considerare gay? Non vi è risposta, la pellicola non ne dà appositamente. Espone dei fatti in maniera onesta, sincera e non da alcun giudizio sui personaggi, cosa molto rara per un prodotto americano. Sono una coppia, normale, come sottolinea il titolo e nega la società intorno a loro (ad esempio, i compagni di lavoro di Roy gli scrivono sulla portiera “You are not normal”, oppure lo chiamano “freak”)… segue sotto (Erminio Fischetti, Rivistaonline.com)
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Qualcuno ce l’ha? Mi piacerebbe vederlo..