Non c'è campo

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Non c'è campo

Grande delusione per questo ultimo film di Federico Moccia (“Tre metri sopra il cielo”, “Ho voglia di te”, “Scusa ma ti chiamo amore”, ecc.) che continua a presentarci un’adolescenza piena di stereotipi, senza novità o reali approfondimenti, con tutto già visto e rivisto. Anche la storia gay, che poteva essere qualcosa di nuovo, non riesce a sorprenderci: un coming out con abbracci dell’intera classe che sembra provenire dal mondo delle favole. Questa la sinossi ufficiale: Laura (Vanessa Incontrada) è una professoressa di liceo che ha molto a cuore la preparazione dei suoi allievi, al punto di organizzare per loro una visita culturale di una settimana ospitati da un artista di fama internazionale, Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). Per seguire i ragazzi in gita, Laura lascia a casa il marito Andrea (Gian Marco Tognazzi) con la figlia Virginia (Eleonora Gaggero) e parte con una collega, la professoressa Alessandra (Claudia Potenza). Eccitati dalla prospettiva della gita, i giovani alunni, tra cui Francesco (Mirko Trovato), Flavia (Beatrice Arnera) e Valentina (Caterina Biasiol), affrontano il viaggio in pullman pieni di aspettative ma un imprevisto scombussola i piani: nel piccolo paese salentino dove vengono accolti non c’è campo! Un “black out telematico” che li vede costretti a sopravvivere senza cellulari e privi di collegamento a internet. La gita in quel borgo bellissimo della Puglia si trasforma così per i giovani allievi e per le due professoresse nel peggior incubo possibile. Lo smartphone diventa così un accessorio inutile, costringendo ragazzi ed adulti a tornare ad una comunicazione diretta che porta alla luce imprevedibili reazioni, segreti inconfessabili e nuovi amori. In un percorso di riscoperta per gli adulti e di formazione per i giovani, la gita sarà per tutti un momento di crescita e di svolta, grazie ad un rapporto senza filtri…

Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 09/11/2017 al 12/11/2017 16 132.982 1.047
dal 02/11/2017 al 05/11/2017 9 307.604 1.887

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NOTE DI REGIA:

Per il mio ritorno alla regia ho scelto di raccontare una storia di grande impatto emotivo, unendo la mia conoscenza del mondo dei giovani con l’attualità della società moderna. Insieme alle due autrici, Chiara Bertini e Francesca Cucci, la sceneggiatura è stata scritta partendo da un’idea molto semplice e tuttavia divenuta essenziale in questo momento storico. Facebook, Whatsapp, Snapchat, Twitter, Instagram: la nostra esistenza è intasata da cose che fino a pochi anni fa erano impensabili, ed ora invece appaiono essere indispensabili. Una vita senza continuo accesso alla comunicazione ci sembra impossibile da condurre, ne risentirebbero il lavoro, i nostri rapporti sociali, e, in alcuni casi, la nostra stessa autostima. Naturalmente questo non è vero, è solo un’illusione dovuta all’intossicante presenza dei social media che pervadono ogni ambito delle nostre vite. La tecnologia ha preso il sopravvento e non soltanto i ragazzi nati nel 2000 non hanno mai conosciuto altra realtà se non quella attuale ma anche gli adulti hanno ormai con il proprio cellulare un rapporto tanto stretto da andare letteralmente in giro con il proprio mondo in tasca.

Da questa semplice constatazione, è partita l’idea di condurre una sorta di “esperimento sociale”: cosa accadrebbe, infatti, se una classe di liceali si ritrovasse a fare una gita in un posto nel quale, semplicemente, “non c’è campo”? Il ritorno all’era pre-internet e pre-connessione continua è la sfida che devono affrontare i protagonisti del film. Re-imparare a stringere rapporti umani, a guardarsi negli occhi e a sostenere il peso di ciò che dicono, non più nascosti dietro quell’anonimato garantito dalla rete che spesso fa sentire invincibili. Sappiamo però che spesso la tecnologia è una mera cassa di risonanza per problemi che, in quanto esseri umani, abbiamo avuto da sempre e sempre avremo. Per illustrare al meglio questa situazione di distacco dalla realtà virtuale, ho deciso di ambientare la parte centrale della storia in quella che considero una delle realtà concrete più belle della nostra penisola: il paesino di Scorrano, in Puglia. Visivamente parlando, il luogo offre dei meravigliosi panorami ed è anche sede di una straordinaria tradizione artigianale legata alle luminarie. Le luminarie, straordinarie architetture costruite con delle semplici lucine, rappresentano una eccellenza italiana conosciuta anche all’estero, che attira turisti da ogni parte del mondo e ben si presta ad una ottima resa visiva sul grande schermo. Il contrasto tra la metropoli e il paesino è poi portato sulla scena anche grazie ad un cast selezionato con cura. Per i ruoli principali – la professoressa e la sua famiglia, nonché gli alunni che partecipano alla gita – ho condotto scrupolosi provini e spero di essere riuscito ancora una volta a portare sul grande schermo quella commistione tra attori affermati e nuovi talenti che ho già realizzato nei miei precedenti film.

Girare in Puglia è stato particolarmente bello, è stata una scelta legata alla ricerca di un piccolo paesino che fosse credibile per quanto riguarda la situazione problematica ‘senza’ campo. Scorrano si è prestata perfettamente come interprete di questo film anche perché in questo paese effettivamente… non c’è campo! E così i 20 giovani protagonisti del film si sono trovati sul serio a fare i conti con una gita scolastica senza la possibilità di utilizzare il telefonino. Mi è piaciuto particolarmente come hanno legato e naturalmente come sono nate tra di loro delle inevitabili storie d’amore. È stato difficile quindi gestire questo giovane set tra gelosie e passioni ma credo che tutto questo abbia reso ancora più vera la loro interpretazione! Chi si è innamorato di chi? E soprattutto come sono andate veramente le cose? A voi l’ardua scoperta! La cosa divertente dell’ambiente pugliese è che gli abitanti del posto sono sempre stati particolarmente generosi e ci hanno aiutato in ogni momento nel quale giravamo, mettendo a disposizione le loro case e anche la loro partecipazione. Non a caso abbiamo avuto degli ottimi attori realistici, di vera lingua salentina, che hanno partecipato al film e che spero si siano anche divertiti. Come se non bastasse, spesso la sera c’erano delle belle cene a base di mozzarelle e con gli incredibili piatti che hanno fatto il successo della Puglia.

Federico Moccia

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