La Terza madre

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La Terza madre

Terzo capitolo della trilogia delle madri (Mater Suspirorum, Mater Lachrimarum e Mater Tenebrarum), gli altri film della serie sono “Suspiria” (1976) e “Inferno” (1979). La terribile Mater Lacrimarum, unica superstite delle tre streghe che per secoli hanno sparso morte e terrore, è tornata. Nei pressi di Viterbo, vicino Roma, viene ritrovata un’urna sospetta con incisi dei simboli poco rassicuranti, presagio di un’implacabile ira che si sta per abbattere nuovamente sul cielo della capitale. Morti atroci e ingiustificate colpiranno i predestinati di un disegno macabro che la più bella e la più terribile delle streghe sta per portare a compimento. Sarah (Asia Argento), dotata di straordinari poteri paranormali,dovrà lottare con forza per fermare l’epidemia di suicidi scatenata dal suo gesto incauto. Ad aiutarla nella sua lotta ha un ruolo decisivo una lesbica sensitiva che vive con la sua compagna. Una breve scena di amore lesbico (inserita come prezzemolo, insieme a diverse scene di nudo femminile) completa la tematica omo del film che purtroppo, dopo una buona partenza, ricade nell’antico costume castigatorio, anche se qui è in parte giustificato dal genere horror del film. Complessivamente un film di serie B, un fumettone ridicolo e grottesco (salvato solo dalla presenza di Asia), che fa rimpiangere le prime opere del regista.

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2 commenti

  1. Terzo e conclusivo capitolo sulle tre madri, da Mater Sospirorum (Suspiria), il mio preferito, a Mater Tenebrarum (Inferno) sino a questo Mater Lacrimarum (La Terza Madre) il piu’ trash dei tre, Suspiria e’ un capolavoro, intoccabile! La Terza Madre e’ godibile e ti fa sbellicare dalle risate per l’eccessivo utilizzo di splatter. Riguardo la parentesi lesbica essa risulta davvero quasi del tutto priva di spessore, Valeria Cavalli, fra l’altro a parer mio bellissima donna, interpreta Marta Colussi una strega bianca lesbica, amica della madre di Sarah (la protagonista Asia Argento) che l’aiutera’ nel suo percorso alla scoperta di dove si nasconde La Terza Madre. S’intravede solo un piccolo momento d’intimita’ fra Marta e la sua compagna prima di essere uccise nulla di piu’.

  2. Terzo e conclusivo capitolo sulle tre madri, da Mater Sospirorum (Suspiria), il mio preferito, a Mater Tenebrarum (Inferno) sino a questo Mater Lacrimarum (La Terza Madre) il piu’ trash dei tre, Suspiria e’ un capolavoro, intoccabile! La Terza Madre e’ godibile e ti fa sbellicare dalle risate per l’eccessivo utilizzo di splatter. Riguardo la parentesi lesbica essa risulta davvero quasi del tutto priva di spessore, Valeria Cavalli, fra l’altro a parer mio bellissima donna, interpreta Marta Colussi una strega bianca lesbica, amica della madre di Sarah (la protagonista Asia Argento) che l’aiutera’ nel suo percorso alla scoperta di dove si nasconde La Terza Madre. S’intravede solo un piccolo momento d’intimita’ fra Marta e la sua compagna prima di essere uccise nulla di piu’.

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https://youtube.com/watch?v=d3gj336YSDo%26hl%3Dit%26fs%3D1

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– EVENTO SPECIALE ALLA II^ EDIZIONE DI ‘CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA’ (2007) NELLA SEZIONE ‘PREMIÈRE/LA NOTTE D’ARGENTO’.
– LEE WILSON E’ CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2008 PER I MIGLIORI EFFETTI SPECIALI VISIVI.

Critica “Tornato ad ambientare un assalto micidiale delle streghe nella sua Roma (sinistra e brutale come non mai), il caposcuola Dario incrementa l’inconfondibile repertorio con la consumata abilità che gli consente di non arretrare davanti a qualsivoglia effetto distruttivo, delirante, sadico o blasfemo. Lui può permetterselo, visto che lo spalleggiano musicisti, fotografi, scenografi che sanno il (terrorizzante) fatto loro; peccato che la stessa cosa non si possa dire per gli attori, mediamente nulli a cominciare dall’archeologa interpretata (?) dalla figlia Asia.” (Valerio Caprara, ‘Il Mattino’, 25 ottobre 2007)

“La storia, dichiaratamente fantastica e scritta da Dario Argento con la collaborazione di Jace Anderson e Adam Gierasch (già collaboratori di Tobe Hooper) oltre che di Walter Fasano e Simona Simonetti, chiede allo spettatore di sospendere la credibilità per lasciarsi andare al fascino (e al piacere) dei colpi di scena più o meno sanguinolenti. Questa operazione fatica però a prendere il via per due motivi sostanziali: l’inadeguato livello immaginifico delle scene e il dispregio totale di qualsiasi professionismo recitativo. Oltre che per lo scarso livello del gore, fermo ai ‘soliti’ sgozzamenti e accecamenti. Se in passato Argento era stato capace di creare almeno visivamente dei mondi coerenti e credibili, qui la storia procede per accumuli slegati tra di loro e le scene più slasher sembrano filmate per un manuale di fantasie patinate e non per destabilizzare le certezze rassicuranti dello spettatore. Certo, che la città del Papa debba essere salvata dalla trasgressiva Asia Argento è un paradosso che poteva prestarsi a ben più ironici svolgimenti, ma dopo l’episodio della madre che getta il figlio nel Tevere, Argento mette un freno alle idee e si limita a ‘autocitarsi’ (l’inquadratura elicoidale delle scale come ‘Nell’uccello dalle piume di cristallo’, i liquami come in ‘Phenomena’), come a suggerire ai suoi cultori di essere tornato quello di una volta. Il che non sembra. Tristemente prevedibile, invece, il dilettantismo degli attori, in mezzo ai quali la povera Asia Argento stenta a trovare un interlocutore capace di offrirle una battuta come Strasberg comanda.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 2 novembre 2007)

“Siamo nel cuore del miglior cinema di Argento, che torna al passato suo più grande, chiamando a sé la famiglia (la figlia Asia, la moglie Daria) e i vecchi collaboratori (Simonetti per le musiche). Certo, com’è noto, Argento non presta molta attenzione alla recitazione e ai dialoghi! E così, alla scena in cui una Asia contrita si mette a piangere con gesto improbabile, una vicina di posto esclama: ‘Ammazza che attrice!’. Eppure, volevamo rassicurarla, questa ‘Terza madre’ è piuttosto accurata, con molti effetti speciali, una storia dotta, tra esoterismo e magia nera, e un richiamo a uno spunto autobiografico.” (Dario Zonta, ‘L’Unità’, 2 novembre 2007)

“Visto con una certa distanza dai tempi d’oro, bisogna dire che la ‘Terza madre’ ci restituisce almeno un Argento in discreta salute, certo ripresosi dagli abissi insulsi della ‘Sindrome di Stendhal’ e del ‘Cartaio’. Un Argento passato per la serie televisiva americana dei ‘Masters of Horror’ e ricaricatosi di spirito anarchico e leggero, pronto a far muovere la camera come raramente si vede nel cinema italiano, a giocare con la paura, a strizzare l’occhio costantemente al suo pubblico. Che, dalla visione della ‘Terza madre’, esce a umore alternato. Molti si lamentano (‘non è più quello di una volta’), altrettanti gongolano (‘il maestro è tornato’). La verità sta nel mezzo. E ad essere ottimisti le 1acrime di questa madre fanno il nostro bicchiere mezzo pieno.” (Roberta Ronconi, ‘Liberazione’, 2 novembre 2007)

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