La dea fortuna

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La dea fortuna

Arturo e Alessandro sono una coppia da oltre quindici anni, ma la loro relazione è in crisi da tempo. Arturo è un scrittore costretto a lavorare come traduttore, mentre Alessandro è idraulico. A ravvivare le loro vite ci penseranno due bambini, di 9 e 12 anni, lasciatigli in custodia per qualche giorno da Annamaria, la migliore amica di Alessandro con problemi di salute.

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3 commenti

  1. Prima di questo regista la produzione italiana non aveva film a tema poichè era ferma a qualche accenno en travesti’ in stile belle epoque. . Con le fate ignoranti questo regista ha rotto il muro del silenzio, si è fatto un balzo di cento anni dopodicchè li si è fermato. Non parlo dello stile che mi piace tantissimo ma se guardo i suoi film non vedo il segno del cambiamento..Quest’ultimo mi è sembrato un film da rai educational anni 90. In USA ci sono film e serie in cui il ruolo gay è interpretato anche da attori gay dichiarati che interpretano sesso e sentimento d’amore per il partner in modo realistico che non sembra per nulla sentimento di fratellanza e amicizia. Siamo carichi di aspettative quando esce un suo film poichè non ci sono registi italiani che realizzino storie inclusive .

  2. Teatrale, stucchevole e a tratti noioso. Mi indispone anche questa attenzione mediatica non meritata. Nel 2020 ancora a fare scene tra omosessuali patinate, abbottonate: finte! Indigeribile.

  3. Innegabile che Ozpetek sia un bravo regista. Guardo sempre volentieri i suoi film, pur non avendone uno che mi stia particolarmente a cuore. Ha il dono di tirare fuori il meglio dagli attori che sceglie, anche quelli da cui ci si aspetta un disastro. In passato, ci è riuscito con Ambra, con Roul Bova, con Francesco Arca (quasi… ai miracoli non ci è ancora arrivato) e Gabriel Garko (più o meno…). Con LA DEA FORTUNA, riesce a rendere credibile Edoardo Leo in un ruolo drammatico (l’ho sempre visto in ruoli leggeri) e, proprio per mostrare la potenza del suo tocco magico, riesce a fare recitare Barbara Alberti. Le ritaglia, infatti, il ruolo della nonna strega che le calza a pennello. Complimenti quindi.
    La vicenda narrata è abbastanza scontata fin dall’inizio. Il solito gruppetto di amici/vicinidicasa tipicamente ozpetekiano, questa volta circonda una coppia in piena crisi. La domanda che il regista pone allo spettatore è la seguente: una madre che deve sottoporsi ad alcuni accertamenti medici, a chi dovrebbe lasciare i bambini? All’amico gay che litiga in continuazione col fidanzato, oppure alla perfida nonna?
    Wow… domandona impegnativa…
    Inoltre, c’è anche un’altra questione che mi lascia perplesso: cos’è questa storia della migliore amica che s’infila nella coppia (e nel letto)? Quest’amica che è anche un grande amore mancato, è una figura che vedo spesso nei film a tematica e non mi piace affatto. Ho anch’io un’amica del cuore, ma dormivo con lei diversi anni fa, mentre ero single. Non le permetterei di disturbare me e il mio fidanzato nell’intimità della nostra casa. Così come non mi permetterei di coricarmi nel letto con lei e il suo uomo, nemmeno se fosse lei ad invitarmi.
    Per il resto, la vicenda non annoia e i personaggi di contorno sono tutti simpatici.
    Promosso con piena sufficienza.

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