The Kuchus of Uganda

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The Kuchus of Uganda

Kuchus significa, spregiativamente, froci. Uno spaventoso reportage sull’omofobia in uno dei paesi più arretrati dell’Africa. Raccontano eroicamente il medioevo della condizione omosessuale, quasi barricati nella loro sede semiclandestina (fare propaganda è severamente vietato), alcuni militanti che giorno dopo giorno rischiano di essere aggrediti e la pena a sette anni di carcere. In un’agghiacciante sequenza, invitati all’Università per spiegare le loro ragioni, vengono insultati, vilipesi e letteralmente cacciati via da studenti e professori, senza nemmeno riuscire a prendere la parola. Un disperato ennesimo appello sul rispetto dei diritti civili e contro l’omofobia, diretto dalla svedese Mathilda Piehl (già regista del documentario Are You a Girl or What?) che si aggiunge a quelli, ripetuti, della comunità internazionale.

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Negli ultimi mesi la situazione delle persone omosessuali in Uganda è stata sottoposta all’attenzione dei media internazionali a causa di un progetto di legge che estende in modo drastico la criminalizzazione dell’omosessualità fino a prevedere la condanna a morte. Questo documentario, prodotto prima della presentazione della proposta di legge, ci fa conoscere l’associazione SMUG (Sexual Minorities Uganda) i cui membri rischiano la vita per combattere l’omofobia nel loro paese. Concezioni retrograde e ammantate di bigottismo religioso diffuse non solo tra la popolazione più disinformata ma anche tra gli studenti di medicina che basano le loro teorie non sui testi scientifici ma sulla Bibbia. Un’opera di necessaria denuncia dei danni compiuti dal colonialismo e dallo zelo missionario. (Migay 2010)

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