Jonathan

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Jonathan

Jonathan è un giovane di 23 anni che lavora con la zia Martha nella loro fattoria, dove si dedica anche con attenzione alla cura del padre Burghardt malato di cancro, che, anzichè ringraziarlo, cerca in ogni modo di sabotarlo e inveisce continuamente contro la propria condizione che gli sta impedendo una fine dignitosa. Il padre si rifiuta anche di dire come sia morta la morta di Jonathan, avvenuta quando lui era ancora molto piccolo. Jonathan, disperato e sempre più in difficoltà, arriva alla decisione di assumere una badante, Anka. L’esperienza di Anka, che lavora in un ospizio, aiuta Jonathan a considerare la condizione del padre in una nuova luce. Succede anche che Jonathan e Anka s’innamorano. Quando entra in scena Ron, un amico d’infanzia di Burghardt, la salute di quest’ultimo sembra improvvisamente migliorare. La famiglia di Burghardt vede Ron come un intruso e non vuole accettarlo, ma Ron non demorde e continua a frequentare Burghardt. Jonathan, incuriosito da quanto sta accadendo, indaga sul passato del padre e scopre che lui e Ron sono stati amanti. In un attimo sembra sgretolarsi ogni cosa, una facciata di perbenismo e convinzioni crollano, segreti a lungo repressi vengono alla luce, ma Jonathan impara anche a conoscere e comprendere la situazione del padre e ad accettare la sua morte come qualcosa che inizia un nuovo percorso verso una vita auto-determinata. Una splendida fotografia che ci immerge nella bucolica campagna di una fattoria, con animali e duro lavoro, si aggiunge al lirico racconto agrodolce di una famiglia e dei suoi segreti. Una storia atipica, cruda ed emozionante, un coming out tardivo, un legame padre-figlio mai risolto che finalmente aprirà il futuro del giovane protagonista (ottimamente interpretato da Jannis Niewöhner).  Alcune scene strazianti, quelle del confronto tra padre e figlio, ci spiegano perfettamente i drammi e le paure interiori dei protagonisti. Liberatorio il confronto con le alternanti idilliache scene d’amore. Da notare lo sguardo assai omerotico sul corpo del giovane Jonathan. Forse in alcuni momenti un po’ troppo lento, comunque un promettente esordio cinematografico di Piotr Lewandowski, acclamato in diversi festival, Berlinale compresa, e vincitore alla 40ma edizione del Frameline come miglior lungometraggio.

synopsis

Gorgeous cinematography, a bucolic German setting, and director Piotr Lewandowski’s lyrical storytelling style make Jonathan a uniquely sumptuous visual experience—and illuminate a tale about family, romantic love, and bittersweet regret. At 23 years old, Jonathan (played by the stunning Jannis Niewöhner) and his aunt struggle to keep their family farm afloat while also caring for Jonathan’s emotionally distant father, Burghardt, who is dying of cancer. As Burghardt’s condition worsens, the family hires Anka (played by the equally stunning Julia Koschitz), a nurse from a nearby town. While Jonathan and Anka begin to fall in love, a long-absent former friend of Burghardt’s arrives, revealing a secret that will dramatically alter both the course of Burghardt’s final weeks and Jonathan’s understanding of his family. This atypical story about a later-in-life coming out—and the repairing of a sundered father-son bond—is at times raw and emotional. Languorous romantic idylls and intimate lovemaking (sensitively lensed by Jeremy Rouse) are juxtaposed with heartrending scenes in which damaged people confront each other and their own fears and regrets. Among a stellar cast, André Hennicke, as Burghardt, gives a standout performance as a man facing his past mistakes and his own sorrow, while making brave choices about how he will live his final days. Jonathan is a beautiful first feature from a filmmaker of great skill and subtlety.

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