Jenny's Wedding

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Jenny's Wedding

Secondo film come regista di una stimata sceneggiatrice, Mary Agnes Donoghue (Veronica Guerin, White Oleander, Doppio inganno, ecc.), qui anche produttrice. Film indipendente che si rivolge ad un ampio pubblico con motivazioni encomiabili. I produttori dichiarano: “Siamo orgogliosi di realizzare un film sulla storia concepita da Mary Agnes Donoghue. La sua concezione della famiglia è unica, divertente e coinvolgente e non avremmo potuto trovare un cast migliore di questo per rappresentare la complessità dei personaggi in un’opera che avrà un grande impatto commerciale ed emotivo”. La protagonista del film, completamente lesbo, è Katherine Heigl, apprezzatissima per il ruolo della Dr. Izzie Stevens in Grey’s Anatomy ( vista anche in diversi altri film). Qui interpreta Jenny Farrell, una donna apertamente gay con tutti tranne che con la conservatrice famiglia, che spera sempre che la figlia riesca a trovare l’uomo giusto. Il padre è interpretato da Tom Wilkinson (l’adorabile gay di Marigold Hotel), la madre è interpretata da Linda Emond (“The Good Wife”, “Law & Order: SVU”), bravissima attrice nominata due volte ai Tony Awards. Quando Jenny rivela ai genitori che sta per sposarsi, questi sembrano al culmine della gioia, almeno fino al coming out di Jenny, che si rivela decisa a sposare Kitty (Alexis Bledel), la sua compagna di sempre, cioè quella che i genitori credevano fosse solo la sua coinquilina. Tutti gli equilibri famigliari crollano e i Farrell si troveranno davanti ad un bivio: perdere la figlia o accettare il cambiamento di prospettive.

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2 commenti

  1. Direi quasi imbarazzante. Il solito filmetto per la tv americano, da pomeriggio estivo, da guardare tranquillamente anche mentre si fa altro (tanto non c’è una vera trama a cui star dietro, è un susseguirsi di: cucina, camera da letto e salotto). La metafora del “prato secco” e l’apologia del trenino finale sono da mani nei capelli. La psicologia di tutti i personaggi è ridotta al minimo (a volte si comportano in maniera insensata, altre volte in maniera plateale da tragedia greca). Unico merito del film è di tenere vivo e attuale il tema, si spera sempre che possa essere visto da più persone possibili (e la messa in onda in prima serata aiuta di certo e va applaudita). Probabilmente potrà essere apprezzato da quanti sono lontanissimi dal mondo gay visto che si pone in maniera politicamente corretta e soft (ma almeno una scena di sesso potevano mettercela!) senza nemmeno tentare di provocare o scandalizzare gli omofobi più stupidamente tenaci. Per il resto null’altro.

  2. Consigliato a chi deve ancora smettere di cercare l’approvazione della famiglia e iniziare a vivere felicemente la propria vita sentimentale/amorosa. Storia e ritmo scorrono abbastanza fluidamente. Le attrici suscitano simpatia per la spontaneità con la quale recitano. Da vedere

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Jenny Farrell has led an openly gay life – except with her conventional family. When she finally decides to start a family and marry the woman they thought was just her roommate, the small, safe world the Farrells inhabited changes forever. They are left with a simple and difficult choice – either change with it or drown.

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