L' Interruzione

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L' Interruzione

Questo film corto rientra nell’ambito dei progetti culturali finanziati dalla Università degli Studi di Fisciano, a favore dell’Associazione universitaria GLBT Renèe Vivien. Dichiarazione della Associazione sul corto : “Possiamo gustarci finalmente il corto nei suoi colori e dialoghi. Si gioca con le parole, con la parola lesbica, gradevole la parafrasi di una canzone nota e la danza di Stella; si studiano le identità senza dare sentenze definitive, si parla delle prime volte delle proprie emozioni, dell’accettazione, della maternità, delle discriminazioni. Si gioca con la sessualità e si ride senza smettere di riflettere.”
E’ stato definito la risposta italiana alla serie americana “The L Word”. Il regista, in un’intervista, ha dichiarato di aver scelto “un tema così intrigante come il rovesciamento del pregiudizio sull’omosessualità femminile (o anche maschile), tematica che sento molto attuale per la società in cui viviamo. Già dal titolo, l’opera vuole rappresentare un’ interruzione: “L’ interruzione” al pregiudizio. Si tratta di una commedia che grazie ad un approccio dolce ed avvolgente, permette un’immedesimazione totale anche ad un tipo eterosessuale lontano da tali tematiche. Il film si basa su una serie di racconti di esperienze vissute da parte di ragazze lesbiche da me intervistate. . .

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57 commenti

  1. HORROR MOVIE DATABASE – (Database italiano di film horror)
    Fragole a Mezzanotte
    REGIA: D. Natella – NAZIONE: ITA – ANNO: 2005

    Lucrezia, una vedova trentenne che non riesce ad accettare che il suo sposo sia morto, si rifugia nella sua mente, creando così la sua vita non reale…

    Il regista italiano Domenico Natella firma la regia di questo lungometraggio sperimentale e indipendente, della durata di 73 minuti circa. Il film è liberamente tratto da un omonimo racconto breve dello scrittore Felice Turturiello.
    “Fragole a mezzanotte” è un film ricco di perversione, dove l’anomalo oggetto principale sono (come già ci suggerisce il titolo) le fragole.
    Questo lungometraggio è caratterizzato da una narrazione lenta, a tratti ipnotica che fa di questo “Fragole a mezzanotte” un’opera che può essere solo amata o odiata!
    Ottima l’atmosfera dark creata dalla fotografia di Elena Fedeli e ottima la scelta delle musiche che riescono a ricalcarla bene, vero punto di forza su cui si basa tutto il lungometraggio. C’è da fare un grande applauso al regista che mette in piedi un opera davvero originale, allucinante e molto strana! E’ difficile riuscire a descrivere in modo completo e a giudicare questa opera, che si presenta indubbiamente come un buon prodotto, molto originale, ma che sicuramente a molti lascerà l’amaro in bocca.
    Consigliato a chi cerca opere originali e a chi si è stancato dei film con delle trame che sanno di “già visto”!
    Votazione arrotondata per difetto.

    Curiosità: “Fragole a mezzanotte” è stato presentato al 58esimo Festival Internazionale del cinema di Salerno.
    Per saperne di più su questo film o sulle altre opere di questo regista vi rimando al suo sito ufficiale:
    http://www.domeniconatella.com

    AUTORE: Antonluigi Pecchia aka Pax – VOTO:

  2. nell’ambito della rassegna
    intitolata: ‘O Curt

    Napoli. Giovedì 8 Febbraio ’07, verrà proiettata in concorso nella sezione videoteatro (curata dall’esperto Alfonso Amendola, docente di Scienze delle Comunicazioni presso l’università degli studi di Salerno) presso l’Istituto Grenoble e in collaborazione con la medioteca Santa Sofia di Napoli, all’interno del Festival O’Curt la videodanza “Take OFF your skin” che vede la collaborazione tra la coreografa/ballerina americana Rokaya Mikhailenko ed il regista/videomaker italiano Domenico Natella.

    Si tratta di una coreografia in cui la performer, musa di se stessa, esprime i temi del reintegro sociale e della espressione del sé, tramite la danza, la postura, l’attuazione gestuale, il movimento. Le rovine di Roma, i monumenti e il suo paesaggio fanno da sfondo ad una piece di modern jazz, in cui il narratore stesso è la danza improvvisata e/o coreografata e il montaggio post-modernista ne amplificano le sensazioni e le connotazioni spazio temporali. Ogni momentum rappresenta un unicum e, allo stesso tempo, si connette all’ interezza della piece, alla complessità della sua visione globale.
    Con Take off your skin si suole generare un processo identificazione tra il viaggio-percorso della ballerina-artista- e quello dell’individuo nomade, assumendo, in tal mdo, toni biografici per quanto concerne la vita della stessa Rokaya.

    Domenico Natella, eclettico filmmaker e artista visivo amante della provocazione e della sperimentazione artistica nasce a Salerno nel ’74 dove si laurea in Lingue e letterature straniere con una tesi sperimentale su Andy Warhol e Salvador Dalì, realizza collage e varie mostre, studia filmaking, regia, sceneggiatura e direzione d’attori presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de Arte Escenica de Granada, Spagna e corsi vari (diploma di filmmaker digitale Regione Campania) in Italia con registi quali Fernando Solanas, Abel Ferrara, Edoardo Tartaglia e seguace del cinema indipendente – d’autore di Warhol/Paul Morrissey.

    Il suo primo corto “Hoy no estoy pa’ nadie” partecipa ad una dozzina di festival (tra cui il prestigioso Clermont Ferrand), vince 4 premi internazionali e viene trasmesso da Canale 5, così come il secondo: “Regalos caidos del cielo” che si aggiudica altri 4 premi, in Spagna viene trasmesso dal canale televisivo Teleideal e, dal soggetto di quest’ultimo, riprende il tema realizzando uno spettacolo teatrale multiimediale dall’omonimo titolo. Gira altri corti a Los Angeles negli Universal Studios, videoclip per gruppi indipendenti, video- istallazioni, scrive alcune sceneggiature e firma il noir digitale dal sapore visionario: “Fragole a Mezzanotte” e un cortometraggio a tematica lesbica finanziato dall’Università degli studi di Salerno che sta facendo molto discutere, proiettato in questi giorni al teatro Strehler di Milano all’interno del ventesimo Festival Migay. E’ stato pubblicato su varie riviste specializzate, in vari siti di tematica e di cinema indipendente.

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    http://www.ilbrigante.com/

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    http://www.ilbrigante.com/modules.php?name=News&file=article&sid=12316

  3. capitolo1

    Capitoloprimo.it Cinema Interviste L’interruzione, quattro chiacchiere con Domenico Natella L’interruzione, quattro chiacchiere con Domenico Natella
    martedì 24 luglio 2007

    Alla scoperta di un giovane filmmaker salernitano. Domenico Natella, vanta una carriera complessa e apprezzata, studi presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de Arte Escenica de Granada, numerosi riconoscimenti per i suoi lavori “Hoy no estoy pa’ nadie” e “ Regalos caidos del cielo”, fino all’ultimo dei premi ricevuti al Festival del Cinema Libero di Roma per l’innovazione apportata al linguaggio cinematografico con la sua opera, il cortometraggio “L’interruzione”. Prodotto dall’associazione Renèe Vivien in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, il corto è un tentativo di rompere-interrompere il pregiudizio su un realtà spesso “tabuizzata”, quella dell’omosessualità femminile, attraverso il racconto di quattro giovani amiche che si riuniscono per creare a loro volta un corto sull’argomento e finiscono con l’essere le protagoniste del corto di Natella.

    Con lui ho avuto occasione di chiacchierare sia sull’ultimo lavoro che sulla sua esperienza artistica.

    Quante e quali difficoltà incontra un giovane regista che desidera proporre il suo lavoro? La nostra regione, da questo punto di vista, offre qualche possibilità?
    Diciamo che la difficoltà che si riscontra con i lavori indipendenti è nel trovare produttori e distributori, anche se tutto diventa più facile se il lavoro piace… Nel nostro paese non c’è neanche l’usanza di proiettare corti nelle sale magari prima del film in cartellone. La regione dal canto suo offre un buon numero di festival, che almeno verso i miei lavori hanno mostrato interesse, e poi qualcosa si sta muovendo nella Film Commission.

    Hai avuto esperienze all’estero, New York, Spagna, che differenza c’è nel modo di concepire il cinema e il “fare cinema” rispetto al nostro paese?
    È totalmente diverso. In America c’è disciplina, capisci che l’industria cinematografica è un meccanismo a orologeria, ed io mi ritrovo con questo metodo. In Italia prevale un concetto poetico del fare cinema, concetto che convive con la realtà disastrata del nostro cinema. Il lato positivo è che il regista gode di maggior libertà artistica. Altra pecca italiana è che il cinema è molto autoreferenziale, parla di tematiche italiane che destano poco interesse altrove. La situazione è diversa in Spagna, dove i giovani sono aiutati da leggi regionali, c’è un maggior rispetto per l’arte ed una sorta di nazionalismo cinematografico, tant’è che un’apposita legge prevede la proiezione in egual misura di prodotti nazionali ed esteri.

    Nei tuoi lavori affronti sempre tematiche forti con tono provocatorio. Quanto credi nella potenza di un messaggio lanciato attraverso il cinema, il teatro e le altre forme di comunicazione da te usate?
    Molto. Con il mio primo corto“Hoy no estoy pa’ nadie” (che parla dell’Aids), gli spettatori hanno provato emozione, hanno “sentito” il messaggio. Anche ne “L’interruzione” c’è stata immedesimazione. In fin dei conti ciò che mi spinge a continuare è proprio questo crederci, insieme ad una forte motivazione artistica.

    Citi spesso Almodovar come punto di riferimento, quali sono i tuoi “maestri”?
    Abel Ferrara, con il quale ho seguito un corso a Bologna, Andy Warhol e Paul Morrison, il quale ha anche apprezzato un mio lavoro, e poi Fellini, Hitchcock, Kubrick…

    Dalla soggetto del tuo secondo corto, “Regalos caidos del cielo”, hai ricavato un adattamento teatrale. Come sono stati accolti dal vivo i tuoi temi provocatori? Cosa c’è di diverso tra la tua esperienza teatrale e quella cinematografica?
    A Salerno è piaciuto molto, in un’altra città forse questo successo avrebbe avuto un seguito, ma qui non c’è un vero sistema dell’arte. Mi è piaciuta molto l’esperienza del teatro, che è più performativo rispetto al cinema. Anche se simile nella tematica il lavoro ha preso due strade diverse per il corto e per il teatro, qui contano molto anche gli attori e il lavoro del regista su di loro è fondamentale. Un’esperienza che ripeterò. Una sfida artistica.

    La critica ti è favorevole sia all’estero che in Italia, ed hai già collezionato numerosi premi, tra cui l’ultimo per l’innovazione apportata nel linguaggio cinematografico con la tua opera “L’interruzione”. Come descriveresti l’innovazione da te apportata?
    Per ogni lavoro cerco il linguaggio più adatto, un po’ con la logica e molto con l’istinto. Cerco di motivare ogni inquadratura, sublime arte, che può influenzare lo spettatore a livello inconscio più delle parole. Ho cercato una sorta di cinema “ipnotico” seguendo una lentezza dell’inquadratura e ricercando una sorta di linguaggio cognitivo.

    Ne L’interruzione affronti un tema considerato da molti, soprattutto nel nostro paese, come un tabù. Qual è il messaggio della pellicola?
    Interrompere il pregiudizio sulla differenza di genere usando toni ironici e non volgari. L’obiettivo è avvicinare il più possibile a queste realtà anche quando non ci toccano direttamente. Raccontando la storia in modo più estremo la realtà sarebbe stata travisata, in realtà io voglio normalizzarla.

    Per la realizzazione ti è servita la tua esperienza all’estero, dove questi temi sono affrontati più apertamente?
    Viaggiando le barriere non esistono e anche quelle mentali cadono. Magari una cosa vista con occhio critico in Italia è accettata e rispettata in un altro paese, e mi riferisco soprattutto alla Spagna. In Italia anche per via della chiesa siamo un po’ indietro, sembra di tornare quasi alla censura ideologica.

    Si tratta anche di un film che parla di cinema. Da dove è nata l’idea di realizzare un racconto meta-cinematografico e perché la decisione di realizzarlo in un unico spazio chiuso?
    Io sono un fan dei metalinguaggi e di Abel Ferrara, della follia di fare un film confondendo vita reale e finzione. Nel corto da un senso e un pretesto al loro confronto, elaborando il soggetto si accorgono si essere esse stesse protagoniste. In realtà L’interruzione doveva essere un documentario, ma ho trovato difficoltà con le ragazze dell’associazione, non tutte pronte a liberarsi. Successivamente mi hanno fornito materiale tramite i loro racconti, e la vita vera è più interessante della finzione. Per le riprese in interni la sfida era di permettere di viaggiare solo tramite il racconto, un po’ per merito delle attrici, un po’ dei dialoghi, un po’ della regia e del montaggio. Ma il luogo chiuso è anche metafora dell’uomo moderno, intrappolato e relegato dalla società in una gabbia culturale.

    Progetti Futuri?
    Vorrei provare il grande salto con due sceneggiature più tradizionali per due lungometraggi, uno scritto a quattro mani con Giuseppe Malandrino, “Dream on”. Per ora cerco produttori perché sarebbe troppo faticoso continuare in modo indipendente e desidero anche che il mio lavoro venga apprezzato. Poi ci sono due corti…

    Ilaria Del Prete

  4. salernocity

    festival cinematografico europeo – Domenico Natella
    Il film maker campano DOMENICO NATELLA riceve il suo dodicesimo premio in
    Toscana durante il festival cinematografico europeo organizzato da Franco
    Lanzilli. La Giuria era formata da il regista Giuseppe Ferrara, il critico
    Paolo Melelli,il critico cinematografico Ettore Zoccaro. Tra gli ospiti
    premiati personaggi di nrilievo del panorama italiano cinematografico e
    televisivo come Katia Beni, Carlo Bernabei, Antonella Ponziani, Stefano
    Calvagna, Massimo Bonetti, Giancarlo Cugno.
    Le IMMAGINI del lavoro di Natella SONO FORTI, TOCCANTI, intime: una
    segreteria telefonica che ci lascia col fiato sospeso, il colore verde acido
    della fotografia in contrapposizione al rosso sange, movimenti di camera
    lenti, quasi ipnotici, simboli a go go, un cimitero di bambole gonfiabili:
    l’originale corto di Domenico Natella dal titolo “Hoy no estoy pa’ nadie”
    vince nuovamente un premio e precisamente la “Fibula D’argento” per la sez.
    Corti- presso il 9° Festival cinematografico europeo, organizato
    dall’Associazione per il Cinema e il Turismo di Cecina (Livorno) presso il
    comune dell’Abetone e Cutigliano (in provincia di Pistoia-Toscana)
    Si tratta di un lavoro che Domenico ha realizzato in Spagna, a Granada, in
    Andalusia, il cui obiettivo è farci riflettere sulla tematica aids, o meglio
    sulla conseguente solitudine e presunta indifferenza della società.
    Domenico Natella si laurea in ”Lingue e letterature straniere” con una
    tesi su Andy Warhol e Salvador Dalì. Studia filmaking, regia, e
    sceneggiatura presso la New York Film Academy di Los Angeles e La Escuela de
    Arte Escenica de Granada, in Spagna, prende il diploma di film maker
    digitale-Regione Campania, oltre che frequentare workshop con Fernando
    Solanas, Abel Ferrara, Nel suo intenso “Work in progress” realizza una
    ventina di opere: tra corti, videoclip, teatro e video sperimentali oltre
    che un lungometraggio noir sperimentale indipendente dal titolo “Fragole a
    mezzanotte”, partecipa ad un turbinio di Festival e rassegne, vince 12
    premi.
    Recentemente (il 6 Luglio) uno dei suoi ultimi lavori il corto
    “L’interruzione” aveva ricevuto la menzione per la ricerca al Festival del
    cinema Libero di Roma , premio conferitogli per la sua voglia di
    sperimentare con il linguaggio cinematografico.
    Il corto “Hoy no estoy pa’ Nadie” (Oggi non ci sono per nessuno)
    è visibile sul sito http://www.domeniconatella.com

    HOME NEWS festival cinematografico europeo – Domenico Natella | TopLa città dei creativi | http://www.salernocittadeicreativi.eu | [email protected]

  5. Domenico

    Il Festival del cinema europeo ha conferito il 20-21/7/2007 (Abetone-Cutigliano in Toscana)al mio corto Hoy no estoy pa’ nadie la prestigiosa Fibula d’argento per il secondo posto nella sezione corti.

  6. premius

    Il corto “L’interruzione” riceve la menzione alla ricerca cinematografica al Festival del cinema libero di Roma.

    Venerdì 6 Luglio presso il LinuxClub di Roma, il film maker campano Domenico Natella ha ricevuto la menzione speciale alla “ricerca cinematografica” dal Festival del Cinema Libero di Roma. Si tratta di una menzione conferita al regista e sceneggiatore per l’innovazione apportata dallo stesso al linguaggio cinematografico con la sua opera: il cortometraggio “L’interruzione”. Ricordiamo che questa menzione si va a sommare agli altri dieci premi ottenuti con altri due lavori precedenti dello stesso filmmaker (Hoy no estoy pa’ nadie e Regalos caidos del cielo).

    Il cortometraggio “L’interruzione”, prodotto dall’associazione Renèe Vivien in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno: un manifesto contro i pregiudizi di orientamento di genere ha girato una ventina di festival italiani ed internazionali (tra cui il Festival del cinema Gay e Lesbico di Barcellona (Spagna), il Migay di Milano, all’Autumn Film Festival di Verona, ill Clermont Film Festival Market (Francia), I corti-Lafesta di Roma, il Festival internazionale del cinema di Salerno, il Napoli film festival, la rassegna Maigay ancora in corso presso il cinema Modernissimo di Napoli) ed è stato trasmesso su Odeon tv. Tutto ciò è da ritenersi un successo visto l’ostilità con cui parte degli italiani si pone verso una tematica tanto temuta e osteggiata come la parità dei diritti degli omosessuali ( nel caso del corto “L’amore saffico”).

    Domenico soddisfatto del riconoscimento volge il suo sguardo verso nuovi progetti e non esclude di tornare sulla tematica con un nuovo lavoro magari in direzione maschile e afferma ” Artisticamente sono attratto dal doppio, dalla morbosità delle passioni, dal conflitto di un personaggio e dal messaggio sociale che la mia arte può comunicare attraverso la potenza delle immagini.”

    Il cinema del regista poliglotta di origine salernitana ma cittadino del mondo (studia a Los Angeles, in Spagna, e in Italia, ha realizzato una ventina di opere), infatti, è un cinema critico, anche se visionario, viscerale, underground che nasce dall’interiorità dei suoi personaggi, e spesso si fa portavoce di umanità di vario tipo…

  7. intervista su kayenna

    L’INTERVISTA
    Intenso, provocatorio, trasgressivo incontrare Domenico Natella (film maker, sceneggiatore, video artista, poeta etc.)significa trovarsi di fronte . un essere in continua evoluzione; equivale ad entrare in un mondo fatto di luci ed ombre, significa imparare a guardare il mondo da un occhio bambino,mondo, a tratti, improvvisamente tinto di rosso. Nella sua dimensione la parola d’ordine è arte, a tutti i costi: anche se ciò comporta il rischio di rinunciare alla vita.

    Incontro Domenico Natella, nella sua meravigliosa casa, contrassegnata da invadenti contrasti di luci ed ombre, quelle luci e quelle ombre tanto presenti nei suoi lavori,. E’ reduce da una ventina di precedenti lavori cinematografici di vario tipo, dal corto al film sperimentale, dalla video-arte al videoclip e video-teatro realizzati in Italia, Spagna e U.S.A. i tre paesi dove Domenico si è formato come regista e sceneggiatore( http://www.domeniconatella.com) Con i suoi lavori Domenico ha vinto 8 premi e menzioni a festival italiani ed
    internazionali. “La sinergia nel cinema è fondamentale“—mi dice
    Io parto:..

    Ti vedo innanzi a me e mi viene in mente la parola: arte.Cosa significa per te vivere la vita in una dimensione artistica?
    Un sogno ad occhi aperti. a volte, un incubo L’arte è vita:. Nell’arte è nascosto il significato stesso della vita, il suo senso, anche quando sembra che ci allontaniamo da essa, L’arte è creazione e la creazione avvicina l’uomo alla divinità generatrice.
    E’ metabolizzare la vita stessa, non solo la tua, è connettersi all’energia dell’universo: è cogliere l’istante profondo, il vero battito pulsante del mondo.,il momento del sogno importante tanto quello della veglia!. Entrambi sono aspetti paralleli dell’esistenza.

    Il rapporto tra sogno e realtà è presente, in modo frequente, nelle tue opera. La dimensione onirica che valore ha nella
    tua produzione artistica?
    E’ parte integrante del mio percorso artistico, del processo artistico in sé e, spesso, l’incipit di base .
    Altre volte, invece, è un punto di arrivo.

    E nella tua opera “Fragole a mezzanotte“ (film underground con l”attrice Margi Villa) che valore attribuisci al sogno? La narrazione, in questo caso, avviene all’ interno di una dimensione reale, onirica o in una dimensione rappresentante l’inconscio?
    In effetti, la risposta è compresa nella domanda che mi hai posto, in quanto, nell’ ossessione della protagonista, Lucrezia, trentenne borghese che intraprende un
    viaggio allucinato tra passato e presente, la linea di confine tra dimensione onirica, realtà e subconscio, è così confusa da trasformare la sua vita in una non vita, il suo essere in un non essere. Volevo entrare nelle dinamiche della mente ed il film si è trasformato
    in un incubo ad occhi aperti., in una discesa agli inferi del nostro inconscio. Il film segue le teorie freudiane in modo viscerale.

    Altre tue opere sembrano non lasciare intravedere alcuna speranza , mi riferisco ad esempio al corto “Hoy no estoy pa nadie,(corto spagnolo vincitrice di 5 premi,vedi: http://www.domeniconatella.com). Hai pensato alla dimensione sociale del lavoro di film-maker?
    Si abbiamo un duro compito noi film maker ah,ah (ride) quello d’illustrare la vita , l’umanità di un personaggio, la sua verità, ma in fondo, l’unica verità esistente è che non esiste una verità assoluta. Il film è un mezzo!!!
    Penso che in gran parte delle mie opere sia presente un discorso sociale. Quando in Regalos caidos del cielo ( altro corto spagnolo con Mario de la Torre Espinosa, attore e co-autore dell’opera vedi:www.domeniconatella.com) parlo di una coppia a cui viene rubata la privacy per intrattenere il morboso pubblico televisivo.

    Un po’ la dimensione del ‘Truman show?
    Inevitabilmente! Tutto è frutto della nostra epoca…dicevo, in Regalos, opera in seguito presentata al pubblico italiano in una versione teatrale (con Imma Sorrentino e Danilo Autero, vedi:www.domeniconatella.com) il messaggio sociale è più che mai presente, quasi un richiamo al potere mediologico narrato nel romanzo 1984 di George Orwell . La dimensione sociale è presente anche ne “L’interruzione“,corto-manifesto contro le discriminazioni di genere e di orientamento sessuale (interpretato da Margi Villa, Imma Sorrentino, Sibilla Passi, Margherita Monachesi.)

    Temi forti…che un pubblico abituato a prodotti più leggeri o “politicamente corretti“ osserva con difficoltà, ma a renderti angelico, “diabolico” Domenico, è la sua intensa attività professionale di formatore negli istituti scolastici e non solo dove affronti tematiche tutt’ altro che “politicamente scorrette” e forti con un’esaltazione dei “buoni” ed “antichi” sentimenti. Come coniughi queste due anime?
    Che ipocrisia!!! Il termine “politically correct“ è un controsenso. L’ arte conserva la sua purezza sorgiva nelle sue forme più pure la politica no!

    Intendevo dire che fornisci prodotti che possono turbare i benpensanti…ovviamente la mia era una provocazione…
    …stavo al gioco….(ride). Io penso che tutto faccia parte della realtà che ci circonda. L’arte ne rappresenta, di volta in volta, solo una parte, un aspetto, una dimensione, e a volte il suo contrario Allo stesso tempo, credo che il compito dell’arte non sia solo quello di mero intrattenimento, ma sia anche quello di aprire una strada nelle coscienze delle persone. Nel caso del cinema questo avviene per via emozionale. Per quanto riguarda la mia attività di formatore credo che nei corti del progetto
    “Giovani Fautori“( progetto di Cristina Buoninfante e Anita Ricci) : “Il mistero della polvere blu“, “Questione di bulli“ e “Super(h) eroe “ credo di aver intrapreso un percorso sociale sin dalla fase di
    scrittura dei testi. Credo che tali lavori possano dare allo spettatore un segno dei tempi in cui un adolescente vive e si confronta oggi. Ho voluto lasciare un margine di ironia, di speranza alle storie. Non si vuole illustrare altro che una possibilità di scelta per l’adolescente confuso come l’incontro con un professore che sceglie di salvare uno studente dall’illegalità diventando suo amico, e rivelandogli la sua umanità, i suoi dubbi, la sua crescita. Nella realizzazione di questo progetto, abbiamo avvicinato i ragazzi a tale modus operandi. I ragazzi ne sono rimasti affascinati e colpiti. La maggior parte dei ragazzi non aveva mai recitato, né si era confrontato con le problematiche annesse al cinema, perciò partecipare ad un corto, brillantemente ed attivamente, come attori e tecnici ha insegnato ad i “giovani fautori” tante cose, sia umanamente che tecnicamente; ha permesso loro di sviluppare lo spirito di gruppo e di affrontare la timidezza tipica della loro età. Ad ogni modo, tutto ciò, non ne fa dei registi, né degli attori, soltanto dei ragazzi più avvezzi al mondo delle immagini e forse, per questo, più consapevoli del nostro mondo, del loro, e del mondo moderno in se. Questo è, a mio avviso, un risultato significativo, importante, necessario. Sono sicuro che
    quando vedranno i nostri lavori proiettati sul grande schermo i ragazzi si emozioneranno tantissimo e comprenderanno fino in fondo le varie fasi del processo cinematografico.

    In che senso?
    Credo che la creatività sia l’arma più intrigante per combattere il malcostume della dispersione scolastica a favore dello sviluppo di un’intelligenza emotiva. Non partiva tutto da un sogno? – dicevamo in precedenza… (“La vida es sueno” – Calderon De La Barca)

    Quale differenza c?è tra i tuoi cortometraggi e la tua video-arte?
    Nella maggior parte dei miei lavori filmici cerco di conservare un livello di visionarietà e di sperimentazione, una visione pittorica, anche se tutto resta vincolato alla storia che voglio raccontare.
    Nella video arte (vedi “Birth life and death” con l’attore Antonello De Rosa e “Take off your sin“, con la coreografa americana Rokaya Mikhailenko vedi ho favorito il lato performativo dell’esperienza. Spero di tornare presto a questo mezzo che offre maggiore libertà espressiva e creativa in quanto non sei vincolato ad una storia come per il cinema ma solo all’idea.

    Per completare il quadro della tua poliedricità:hai parlato di “Regali caduti dal cielo” versione teatrale, quali differenze hai riscontratoi nella regia cinematografia e in quella teatrale?
    Cambia il mezzo , la tecnica, il linguaggio ma il punto di vista del regista può conservare una certa visione di fondo. Il teatro, in genere, viene considerato (per innumerevoli ragioni storiche e tecniche) un mezzo più libero. Alcuni film (soprattutto sperimentali) vi si possono avvicinare ma in un altro modo.

    La scrittura è per te la moglie, l’amante o la sorella?
    La moglie, l’amante e la sorella, ma anche la cucina, il cuoco, gli ospiti e le portate, perchè tutto parte dalla scrittura e passa attraverso la scrittura. La considero fondamentale. Uno studioso diceva che parte della nostra evoluzione come esseri umani la dobbiamo alla scrittura,
    al linguaggio. Ho appena terminato due sceneggiature per lungometraggi scritte a quattro mani .una “Dream on : sogni sospesi a mezz’aria” scritta con Giuseppe Malandrino e l’altra scritta con Rossella Nicolò.

    Ma veniamo ad argomenti più futili: come è stato il tuo incontro con il mondo dorato di Hollywood?
    Dorato solo in apparenza, in quanto il mio percorso formativo ad Hollywood, è stato duro e significativo,
    direi fondamentale e fatto anche di dodici ore di studio al giorno negli “Universal studios“. In America ti insegnano la dedizione e la professionalità per questo lavoro. Dietro i sogni luccicanti della celluloide c’è tutto un duro lavoro.

    Vasta la tua esperienza spagnola quali differenze rinvieni tra il cinema spagnolo, quello americano e
    quello italiano?
    Un buon film è sempre un buon film. Non è forse così?

    Il tuo sogno da regista?
    Lo sto vivendo: ma è un continuo “work in progress“, senza sosta.

    Quali i tuoi riferimenti cinematografici e artistici?
    Sono tantissimi essendo io onnivoro, (ride), scherzi a parte ,credo fermamante nella stratificazione della cultura che poi è alla base del sintetismo postmoderno Irrinunciabili: Salvador Dalì, Andy Warhol, Stanley Kubrick, Pedro Almodovar, Madonna, Bjork, Oscar
    Wilde, Jackson Pollock, Alfred Hitchcock, Billy Wilder, David Fincher, Abel Ferrara, Derek Jarmann, Federico Garcia Lorca, Paul Morrissey, Freud, Socrate, Aristotele, Epicuro, Byron, Foscolo, Fritz Lang, Kirchner, Ungaretti, Octavio Paz, Kaufmann,Calderon De la Barca, George Orwell, Shakespear, Bill Viola, Frida Khalo, Tamara De Lempitkza, i Motus, Enzo Moscato, Baudelaire, Valere, Apollinaire,
    Anais Nin, Martha Grahm, Gregory Corso, i Depeche Mode, i Cure, Prince, Carmelo Bene, Studio Azzurro e…la lista potrebbe continuare.

    I tuoi maestri?
    Gli artisti, le opere d’arte, i libri, la musica, la vita, la fotografia, le persone intellettivamente intriganti che ho conosciuto durante i miei viaggi e le persone che osservo per strada.

    Quale il confine tra arte e follia?
    L’arte, il sogno, la follia, e l’infanzia sono gli unici momenti/stati di libertà creatrice che abbiamo a disposizione.

    Cosa ritieni assolutamente detestabile?
    L‘ipocrisia, la politica rivolta unicamente al bene personale e non al benessere collettivo

    Cosa ritieni assolutamente irrinunciabile?[b]
    La verità, la spontaneità, la ricerca della felicità, l’umanità di un individuo.

    [b]A chi ritieni di dover dire grazie?
    A me stesso, in primo luogo. Certo poi potremmo aggiungere mia madre e mia sorella e i collaboratori artistici che mi hanno supportato nelle varie esperienze.

    A chi ritieni di dover dire “avevo ragione io“?
    A nessuno, ognuno deve fare le sue scelte e seguire il proprio Karma, il proprio destino, il proprio percorso e crescere grazia ai propri errori. L’unico senso che so dare alla sofferenza è che alla fine ci fa crescere e maturare.

    Angela D’Onofrio intervista Domenico Natella.

    Di seguito il videoclip “Cities and faces” del gruppo rock alternativo Nude diretto dal regista Domenico Natella

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    © Kayenna schegge metropolitane
    Based on Asp Nuke project

  8. Il corto L’interruzione sarà proiettato in concorso al
    Festival del cinema libero di Roma -2a edizione
    (Ingresso libero) presso il Linux Club- Via Libetta, 15 C-Roma

    Tel. 06 57 25 05 51

    – Mail : info-prenotazioni

    – Tel. 06 44 64 734

    FILM PRESENTATI

    Mercoledì 4 luglio – ore 20.30

    Sayyd As-Shuhad (Il principe dei martiri)

    di Lorenzo Moretti – Documentario – 26 mn

    Il dramma sciita da una prospettiva fortemente intimistica, storica poi in una ritualità quotidiana che permette di entrare in contatto con la spiritualità sciita.

    Guasto

    di Marco Bernard – Finzione – 45 mn

    Il ventisettenne Carlo vive ai margini di un giro criminale e cura gli spostamenti di alcune prostitute. Quando si accorge di amarne una decide di portarla in salvo e di compromettere l’organizzazione.

    Locandine

    Nuvole bianche

    di Stefano Picichè – Finzione – 10 mn

    Un uomo aspetta di essere chiamato. Con la mente viaggia a ritroso nel passato rendendoci partecipi delle sue paure.

    Trappola

    di Alessandro Tamburini – Finzione – 44 mn

    Due ragazzi vanno alla ricerca delle location per girare un film. Si imbatteranno in un rustico casolare di campagna abitato da due vecchietti poco raccomandabili.

    William, principe del Brasile (Fuori concorso)

    di Daniele Riba – Documentario – 4 mn

    Alla scoperta del Brasile più povero, visto però attraverso gli occhi della speranza di un bambino speciale!

    Giovedì 5 luglio – ore 20.30

    Nero pece

    di Marco Rizzo – Documentario – 28 mn

    Con un tuffo nel nero di seppia ci immergiamo in una visione notturna di Venezia.

    Locandina

    L’aspirante

    di Emanuele Michetti – Finzione – 14 mn

    Un aspirante regista è alle prese con un importante colloquio di lavoro. La situazione, fin da subito, risulterà ben peggiore di ogni sua pessimistica aspettativa.

    Locandina

    L’interruzione

    di Domenico Natella – Finzione – 21 min

    Quattro amiche si confessano con l’intento di realizzare un corto contro il pregiudizio lesbofobo. Un film nel film.

    Locandina

    Madrigale

    di Luciano Sartirana – Finzione – 64 mn

    Otto personaggi si incontrano in un agriturismo. La proprietaria viene lasciata dal fidanzato e fa un brutto incontro, due sorelle si ritrovano dopo dieci anni e un vecchio gallerista discute del suo razzismo e sessismo con una giornalista africana.

    Locandina

    Venerdì 6 luglio – ore 20.30

    Premiazione e concerto del “Deli Trio” (trio acustico: Laura Senatore, Daniele Raggi, Raffaele Filardo. Tango, jazz alternative).

  9. Domenico

    Ciao a tutti volevo ricordare che il corto L’interruzione sarà visibile

    nella rassegna Maigay 07
    venerdì 29 giugno
    domenica 1 luglio
    a partire dalla ore 20.30
    presso il cinema Modernissimo -via cisterna dell’olio- Napoli

  10. La direzione artistica e l’organizzazione dell’Autumn Film Festival sono lieti di comunicarle che il cortometraggio “L’interruzione” sarà proiettato il giorno mercoledì 25 ottobre 2006, in due diverse proiezioni, alle ore 18 e alle ore 21, presso la sala del Centro Mazziano di Studi e Ricerche a Verona

  11. Il cortometraggio “L’interruzione” è stato selezionato al Festaival di Barcellona “Festival internacional de cinema gai i lésbic de Barcelona “2006 e verrà proiettato all’interno della sez. not so serious girl” il giorno 7 ottobre alle ore 17.00 e giovedì 12 alle ore 18.
    Ecco il programma
    FICGLB
    Llargmetratges / Full-lenght film / Largometrajes
    MASAHISTA Dir.: Brillante Mendoza (Filipines 2005) Video 80’

    DONG-BAEK-GGOT Dir.: Choi Jin-sung, So Joon-moon, Lee Song Hee-il (Corea del Sud 2004) Video 93’
    RED DOORS Dir.: Georgia Lee (EUA 2005) 35mm 90’
    50 WAYS OF SAYING FABULOUS Dir.: Stewart Main (Nova Zelanda 2005) 35mm 90’
    LOVING ANNABELLE Dir.: Katherine Brooks (EUA 2006) Vídeo 80’
    MOM Dir.: Erin Greenwell (EUA 2006) Video 72’
    MRS. STEVENS HEARS THE MERMAIDS SINGING Dir.: Linda Thornburg (EUA 2005) Vídeo 126’

    SOLANGE DU HIER BIST Dir.: Stefan Westerwelle (Alemanya 2006) 35mm 77’
    “SESIÓN SORPRESA” (EUA 2006) Video 88’

    Documentals / Documentaries / Documentales
    ENOUGH MAN Dir.: Luke Woodward (EUA 2005) Video 61′.

    TINTENFISCHALARM Dir.: Elisabeth Scharang (Austria 2006) 35mm 107’.
    QUEER SPAWN Dir.: Anna Boluda (EUA 2006) Vídeo 30’.
    RAINBOW’S END Dir.: Jochen Hick, Christian Jentzch (Alemanya 2006) Video 75’.
    MÄNNER HELDEN SCHWULE NAZIS Dir.: Rosa von Praunheim (Alemanya 2004) Vídeo 90’.
    BETWEEN THE LINES – INDIAN’S THIRD GENDER Dir.: Thomas Wartman (Alemanya 2005) 35mm 95’.
    EIN NEUES LAND Dir.: Isidoro Vila Soler (Lucky).(EE 2005) Video 18’.
    CRUEL AND UNUSUAL Dir.: Janet Baus, Dan Hunt i Reid Williams (EUA 2006) Vídeo 67’.
    SANDRA O LUIS Dir.: Janis Ozoliñs-Ozols (EE 2006) Vídeo 50’.

    Curtmetratges / Shorts-film / Cortometrajes
    SESIÓN CRAZY BOYS

    E-SPAM-O ITALIAN-O Dir.: Bob Mataranglo (EUA 2004) Vídeo 5’.

    HELLO, THANKS Dir.: Andy Blubaugh (EUA 2005) Vídeo 8’

    THE BOY IN THE PLASTIC BUBBLE Dir.: Jamie Phelan, Adrienne Recknagel (Canadà 2005) Vídeo 6’

    BLACK(N,ADJ) Dir.: Charles Lum (EUA 2005) Vídeo 4’

    THE UNDERMINER Dir.: Todd Downing (Regne Unit/EUA 2005) Vídeo 6’

    NO ORDINARY JOE Dir.: Jules Nurrish (Regne Unit 2005) Vídeo 12’

    SISSY FRENCHFRY Dir.: Juan Carlos Oliva (EUA 2005) Vídeo 25’

    AL BUIO Dir.: Fabio Mollo (Itàlia 2006) Vídeo 11’

    SESIÓN NOT SO CRAZY GIRLS
    L’INTERRUZIONE Dir.: Domenico Natella (Itàlia 2006) Vídeo 21’
    CHÉRIE… Dir.: Liova Jedlicki (França 2004) Video 12’
    GAG HA’OLAM Dir.: Maya Kenig (Israel 2005) Vídeo 15’
    SUCCUBUS Dir.: Alison Reid (Canadà 2006 ) Vídeo 14’
    THE PIPER Dir.: Abbé Robinson (Regne Unit 2005) Vídeo 10’

    SESIÓN NOSTRES CINEASTES
    EL GRAN PLAN Dir.: Mariel Maciá (EE 2005) Vídeo 17’

    LA COLINA DEL CUERVO Dir.: SomeOne (Niko GL) (EE 2006) Vídeo 7’

    FLORES EN EL PARQUE Dir.: Mariel Maciá (EE 2006) Vídeo 10’

    SISTOLE / DIASTOLE Dir.: Pelayo Muñiz (EE 2005) 35mm 19’

    GROUCHO Dir.: Ángel Almazán, Medardo Amor (EE 2006) 35mm 19’

    SESIÓN CRAZY BOY / GIRL
    CUPBOARD LOVE Dir.: Jen Risk, Beatrice Hitchman (Regne Unit 2005) Vídeo 9’
    TALKING IN TONGUES Dir.: Tonje Gjvenjon (Noruega 2005) Vídeo 2’
    DIRTY LOVE Dir.: Michael Tringe (EUA 2006) Vídeo 5’
    UNTITLED (DYKETACTICS REVISITED) Dir.: Liz Rosenfeld (EUA 2005) Vídeo 8’
    ANONYMOUS,1855 Dir.: Madi Piller (Canadà 2005 ) Vídeo 1’ 32″
    UNE PETITE MORT Dir.: Keith Cole, Michael Caines (Canadà 2005) Vídeo 3’
    GAME ON Dir.: John Caffery (Canadà 2005 ) Vídeo 5’
    FEST DER LIEBE Dir.: Rexi Tom Weller, Ruben Malchov (Alemanya 2005) Vídeo 8’
    CABALERNO Dir.: Jarrah Gurrie (EUA/Australia 2006) Vídeo 6’
    HALLELUJAH Dir.: Jochen Hick (Alemanya 2006 ) Vídeo 5’

    OTROS CORTOS A CONCURSO
    ATTACK OF THE BRIDE MONSTER Dir.: Vicky Boone (EUA 2005) Vídeo 17’
    BEFORE NINE Dir.: Hana Abdul (Canadà 2005) Vídeo 26’
    COSA BELLA Dir.: Fiona Mackenzie (EUA 2006) 35mm 15’
    LEAD ROLE: FATHER Dir.: PJ Raval (EUA 2005 ) Vídeo 15’
    SUITE Dir.: Isabel Coll (EE 2005) Vídeo 2’

    SUMMER Dir.: Hong Khaou (Regne Unit 2006) 35mm 9’
    SUMMERVALLEY NORTH Dir.: Leticia Agudo, Fernando Sánchez (Irlanda 2006) Vídeo 11’
    THE TERRORIST SHE FREAKS OF TEXAS Dir.: Holly Lewis, Bug Davidson (EUA 2005) Vídeo 24’
    UMSONST GELEBT – WALTER SCHWARZE Dir.: Rosa von Praunheim (Alemanya 2004 ) Vídeo 16’
    WHO’S THE TOP? Dir.: Jennie Livingston (EUA 2005) 35mm 22’

    SESIÓN ARTS OF MOVEMENT
    TWINS ARE MOVING Dir.: Tonje Gjvejon, Jan Steinum (Noruega 2006) Vídeo 2’
    LESBIANS GYMNASTS FROM USSR Dir.: Tonje Gjvejon (Noruega 2005) Vídeo 2’
    SCANDINAVIAN AMAZONS Dir.: Jan Steinum (Noruega 2003) Vídeo 2’ 17”
    LEAVING Dir.: Jan Steinum (Noruega 2002 ) Vídeo 4’ 30”
    HIGHWAY OF LOVE Dir.: Jan Steinum (Noruega 2006 ) Vídeo 4’
    L’ARMARI Dir.: Núria Olivé-Bellés (EUA 1991) Vídeo 11’
    THE FIGHT Dir.: Núria Olivé-Bellés (EUA/EE 1992 ) Vídeo 8’
    SHORT RIDE IN A FAST MACHINE (GHETTO) Dir.: Núria Olivé-Bellés (EUA 1998) Vídeo 5’
    ERÈ MÈLA MÈLA Dir.: Daniel Wiroth (França / Luxemburg 2000) 35mm 7’
    DEAD DREAMS OF MONOCHROME MEN Dir.: David Hinton (Regne Unit 1989) 35mm 50’

    SESIÓN ARGENTINA, HOY
    MISIÓN IMPOSIBLE Dir.: Ivan Fantasia (Argentina 2003) Vídeo 3’.
    OPCIONES EXCLUYENTES Dir.: Francisco Ríos Flores (Argentina 2004) Vídeo 5′
    NICK: CHICO OSTRA Dir.: Fabio Junco (Argentina 2004) Vídeo 8′
    TE DEJO ESPACIO Dir.: Dennis Smith (Argentina 2005) Vídeo 4′
    HOTEL GONDOLÍN Dir.: Fernando López Escriva (Argentina 2005) Vídeo 52′

  12. Ho visto il film ieri sera, ed ho avuto due pensieri legati ad un unico verbo… mi sembrava strano, perciò non ti ho scritto subito…ci ho dormito su ed ho rivisto il film: ho avuto gli stessi due pensieri, allora ho capito che non avrei potuto pensare altro: il verbo “ESSERE” in tutte le sue dimensioni e la PAURA DI ESSERE… sono stata, sono, vorrei essere, sarò, avrei voluto essere, sarebbe stato così, chi sono veramente… dimensioni che però non riescono a confluire nell’intenzione, o meglio, nel volere desiderato perchè più forte è la PAURA DI ESSERE (Amore e compassione sono un lusso che non posso permettermi) che si manifesta e si conosce nello sguardo che si riflette in uno specchio che è sempre più simile a quello dell’anima… Non si uccide per sadismo o per piacere, ma solo per paura di ciò che potrebbe essere, ma non sarà mai… è più facile giocare con le marionette che provare a vivere veramente, si riesce a scappare più facilmente, chissà se poi se da se stessi o dagli altri… la risposta mi sembra abbastanza ovvia…

    Margi è davvero brava, riesce a comunicare senza parlare, i suoi occhi dcono tutto, i gesti ed il corpo colorano la parola muta…

    Olindo versione amante mi ha fatto dapprima sorridere ( solo perchè l’ho conosciuto personalmente) poi ho pensato che hai scelto bene

    Il soggetto mi piace, come al solito riesci a firmare tutte le tue creature con il tuo stile… è incredibile come ormai orientato verso un certo percorso metti elementi per te imprescindibili che danno quella firma di cui ti dicevo sopra, senza mai ripeterti…

    Insomma coma avrai capito il film ni è piaciuto, grazie per avermi messo nel tuo Showreel…

    Un abbraccio

    Alfonso Ferrara

  13. Il cortometraggio L’interruzione sarà proiettato
    al festival Today I’m rock
    a Capaccio Scalo (zona stazione- provincia di Salerno, vicino Paestum)
    prima del concerto di Nicolò Fabi quindi intorno alle 20.00 circa
    il concerto è alle 21.30

  14. Assoc. G.L.B.T. Renèe Vivien

    Si precisa in merito al commento inviato da “UNIV” del 21/06/2006 alle ore 12.53.05, che il nick name non è quello della associazione universitaria G.L.B.T Renèe Vivien. Il commento non è stato inviato da nessun appartenente all’associazione.

    Il commento suddetto così recita: IL CORTO l’INTERRUZIONE è STATO ANALIZZATO E INSERITO TRA LE PAGINE DI UNA TESI UNIVERSITARIA DI UNA STUDENTESSA DI SOCIOLOGIA DELL’UNIVERSITà DEGLI STUDI DI SALERNO. LA STUDENTESSA CON QUESTO LAVORO HA OTTENUTO I MASSIMI DEI VOTI”.

    Riteniamo che questo commento sia alquanto fuorviante poichè sembra che il lavoro della tesi sia dedicato esclusivamente al corto. Così non è stato poichè la tesi tratta di un argomento più ampio e cioè della soggettività lesbica nella provincia di Salerno.
    La tesista ha ottenuto il massimo dei voti per la sua attività di ricerca che si è svolta attraverso la realizzazione di interviste a ragazze lesbiche salernitane, letture di libri, partecipazioni a convegni ed analisi del corto L’interruzione.

  15. Finalmente in streaming su http://www.cortoweb.it il mio corto sulla tematica aids dal titolo Hoy noestoy pa’ nadie. Il corto cgùhe ha vinto 4 premi internazionali e partecipato ad una dozzina di festival . Mi farebbe piacere mostrarvelo quindi quale migliore occasione! e poi si può anche esprimere un voto. Domenico natella

    Caro Domenico,

    il tuo cortometraggio “Hoy no estoy pa’ nadie” e’
    stato pubblicato sul sito
    http://www.cortoweb.it

    Nella home-page di oggi c’e’ la notizia della pubblicazione e
    il benvenuto
    nella comunita’ di Cortoweb.it

  16. IL CORTO l’INTERRUZIONE è STATO ANALIZZATO E INSERITO TRA LE PAGINE DI UNA TESI UNIVERSITARIA DI UNA STUDENTESSA DI SOCIOLOGIA DELL’UNIVERSITà DEGLI STUDI DI SALERNO. LA STUDENTESSA CON QUESTO LAVORO HA OTTENUTO I MASSIMI DEI VOTI.

  17. ecco il resoconto dell’attrice Margherita Monachesi, presente all’ultima edidizione del Migay dov’è stato presentato il nostro corto L’interruzione.

    13-14 Giugno 2006

    Arrivata a Milano per assistere alla proiezione del mio e degli altri
    cortometraggi vengo piacevolmente stupita dalla bellezza e dall
    imponenza
    del teatro Strehler di Milano che ospita la manifestazione;
    è un teatro che mi è già noto per la sua importanza è che meglio
    conosco
    come il Piccolo di Milano, scenario delle migliori rappresentazioni
    teatrali
    italiane. Per questo evento è stato allestito con uno schermo enorme
    che
    proietta corti senza interruzione o presentazione(il 99% delle opere
    realizzate sono straniere), ed all esterno un bar ed un dj concorrono
    alla
    creazione di un clima festivo, contrapposto all’ atmosfera seriosa
    e
    impegnata dell’ interno.Sembra un cinema senza sosta,
    la partecipazione degli spettatori è sporadica e discreta, di certo
    maggiormente partecipativa alle proiezioni serali di lungometraggi.
    Alle tre
    del pomeriggio considerando l’ afa melmosa che riempe Milano, gli
    impegni di
    lavoro e la dilatazione del festival in varie giornate, non è
    portentosa la
    presenza di gente.La sottile contentezza per la selezione del mio
    corto, la
    consapevolezza di avere il mio amorevole faccino al piccolo di Milano
    non
    sono la soddisfazione principale; sono l’inaspettata visibilità, la
    diffusione, la partecipazione e le conseguenti reazioni e risonanze di
    questo progetto a rinfrancarmi. Lo scopo principale era che in qualche
    modo
    arrivasse a qualcuno, anche uno solo, il messaggio che volevamo
    comunicare..: la rappresentazione del mondo lesbico e della lesbiche
    come
    una dimensione di normalità fatta di persone comuni, semplicemente con
    un
    altro orientamento sessuale. Non le drogate malate di mente assassine
    che si
    vedono molto spesso nei film, ma ragazze come le altre che meglio
    rispecchiano la semplice realtà, non aliene o esseri diversi con delle
    verità personali e di vita incomprensibili e pericolose. Ragazze con un
    loro
    mondo una loro storia e delle cose da dire non oltraggiate dalla loro
    sessualità, non mondi assurdi e diversi dagli altri perchè omosessuali.
    Ognuna con la sua personalità, che và molto oltre questo, perchè quello
    che
    una persona è, lo è per qualcosa di viscerale e profondo, molteplice e
    vario, che và al di là del gusto sessuale, e non può essere
    identificata con
    la sua sessualità, perchè non è lì la sua identità. Noi siamo, tutti,
    in
    quello che sognamo, quello in cui crediamo, quello per cui lottiamo
    ogni
    giorno fuori e dentro di noi, non in quello che vogliamo nel letto.
    Credere
    che l’ essenza di un uomo sia nel suo orientamento sessuale,
    credere di
    poter definire e identificare una fascia di persone in base a questo,
    pensare che esse siano tutte in un modo, carratterizzate e anomale per
    questo, è di un ignoranza pazzesca, è come voler definire e racchiudere
    l’essenza di un film nei titoli di coda che potrebbero benissimo
    essere
    taciuti.La soddisfazione mi è arrivata inaspettatamente parlando con la
    gente fuori dal teatro, scoprendo che al di là del gradimento del
    cortometraggio e delle idee espresse dalle protagoniste, questo
    progetto ha
    sollevato provocazioni e domande, a fatto parlare di una realtà che
    esiste e
    che spero sia presto assemblata con le altre, smettendo di essere
    definita
    come amore diverso, ma solo come amore. Parlando il corto di altre
    forme di
    pregiudizio oggi finalmente superate,una volta per es. il divorzio, mi
    aspetto che capiscano, quelli che ancora non ci sono arrivati, che è
    necessario percorrere i tempi e finirsela di sbalordirsi per l
    evoluzione
    dell uomo dell amore e delle sue definizioni.Considerando che tra
    l’ altro è
    sempre stata più ampia delle restrizioni e delle regole auto imposte
    dalla
    società(si pensi all’antica grecia) ma che sarebbe anche ora
    smetttesse di
    essere ostacolata dall’ignoranza e dalla chiusura mentale.Mi è
    stato detto
    che guardando il corto, il padre di una ragazza lesbica si è
    tranquillizzato, vedendo rapppresentate ragazze normali in una normale
    realtà, quale migliore notizia…Si parlava anche del progetto di
    proiettarlo nelle scuole, cosa che farebbe la mia felicità, aiutare e
    far
    capire a chi è e chi è intorno alle persone omosessuali, che non
    c’è niente
    di allarmante o sbagliato, ognuno può desiderare ciò che vuole,
    rimanendo
    ciò che è; d’altronde io sfido chiunque a dire che l’amore
    prima di nascere,
    si assicura di guardarti nelle mutande.

    Margherita Monachesi

  18. Chiudi finestra
    14/06/2006 – Redazione

    RESOCONTO DELLA SESTA GIORNATA DEL MIGAY 2006
    Un corto italiano “L’interruzione” che vuole interrompere il pregiudizio, una ex suora che dal Brasile ci racconta il suo calvario e la sua liberazione (Sexo e Claustro), un’autobiografia intima e audace di una filmaker lesbica nella S. Francisco degli anni ’90 (Women in Love), uno lungo spettacolo di drag che vediamo come dal vivo (Filthy Gorgeus), un complicato dramma dell’omofobia vissuto in Canada (Amnesia) e un intensissimo dramma dell’omofobia e dell’immigrazione vissuto in Europa (Unveiled): queste le cose migliori di questa giornata ricchissima.

    I CORTI

    Finalmente siamo riusciti a vedere “L’interruzione” (22′ ) un corto italiano di Domenico Natella realizzato con la collaborazionne e il sostegno dell’Associazione universitaria GLBT Renèe Vivien che l’ha fortemente voluto. Ci mostra 4 ragazze lesbiche chiuse in una stanza che parlano di voler realizzare un corto e iniziano a raccontarsi vicendevolmente le loro storie, il coming out, il primo amore, ecc. Era difficile pensare che da una tale impostazione potesse uscire qualcosa di nuovo o interessante, invece la bravura delle interpreti e la vivacità della regia e del montaggio hanno dato una dimensione credibile e accattivante all’insieme che non ha nulla di teatrale o prolisso. Voto 7.

  19. Il cortometraggio L’interruzione sarà proiettato martedì 13 giugno ore 15.00 al ventesimo festival gaylesbico e di cultura queer di milano- presso il teatro strehler- largo greppi 1- milano.

  20. barcelon FILM FESTIVAL

    festival internacional
    de cinema gai i lèsbic
    barcelona
    international gay &
    lesbian film festival

    Barcelona, May 25th, 2006

    Dear Domenico,

    I am proud to inform you that your short film:

    L’INTERRUZIONE

    has been selected by our Screening Selection Committee members to participate in the next edition of our Film Festival which will be held from October 6 – 15, 2006

    Please remind you that the screening MUST BE A BARCELONA PREMIERE

    Please, take good advice of the regarding deadline and promotional materials needed.

    Do not hesitate to contact us if you need further information.

    Best regards,

    Xavier-Daniel
    Festival Director

    REF: FILM IN COMPETITION FOR THE “SHORT-LGTIB” AWARD

  21. univrebeek

    Il cortometraggio L’interruzione sarà proiettato martedì 13 giugno ore 15.00 al ventesimo festival gaylesbico e di cultura queer di milano- presso il teatro strehler- largo greppi 1- milano.

  22. Altri file per chi è curioso di conoscere i precedenti lavori del regista:
    Note informative sulla produzione indipendente del regista, sceneggiatore ed artista visivo Domenico Natella

    1) Grattacieli- video istallazione (analogico passato su formato digitale)

    Musica dei Chemical Brothers.
    Anno di produzione 2000 del filmato originale, 2003 della stesura finale.
    Girato in Australia, Sidney nel periodo delle olimpiadi, successivamente rielaborato e utilizzato come video-istallazione in varie occasioni.
    Uso del montaggio in camera, l’immagine filtrata dal video, ritmica ossessiva, uso voyeuristico dello zoom, reiterazione delle immagini.
    La poesia dei grattacieli, la metropoli come evento moderno, la paura di un assalto aereo dopo l’11 Settembre in una qualsiasi capitale, la riproduzione dell’evento multimediale funge quasi da ponte ideologico con il seguente video Blindness in the Mind.

    2) Blindness in the mind (vuoto nella mente)- cortometraggio musicale sperimentale (digitale e anologico: dvcam e pellicola 16mm, colore/bianco e nero)

    Anno di produzione 2003. Girato negli Universal Studios di Los Angeles, U.S.A. nelle locations dello Squalo di Spielberg, in quelle di altri film tra cui: Moonwalker con Micheal Jackson, alcuni film di Sergio Leone, Ritorno al futuro parte III ed altri.
    Il mini film è stato realizzato insieme a Black widow ed American Kitchen durante il mio periodo di studio presso la rinomata scuola di cinema, New York Film Academy di Los Angeles e proiettato nel cinema degli Universal Studios. Tale lavoro è stato selezionato ed inserito nello show -reel della scuola.
    Ci chiedevano, come prova di un esame, di realizzare un corto che dovesse essere compreso unicamente dalla potenza dell’immagine e dal tappeto sonoro e musicale(cioè non dal dialogo): una grossa sfida, indubbiamente.
    Mi ricordai di una sceneggiatura dal titolo Thanx che avevo scritto all’istante, mesi prima, dopo un sogno e lo riadattai alle locations ed attori di cui disponevo, ne nacque qualcosa di originale e suggestivo.
    La musica ci conduce e guida in un percorso ad ostacoli, in un viaggio pieno di sorprese nella mente di un tipico ragazzo americano dopo la paura collettiva e multimediale dell’ undici di Settembre.
    Forse è stata la voglia di esorcizzare l’evento che mi ha spinto a scrivere e realizzare questa ministoria. Ho cercato anche di banalizzare l’epopea di alcuni film americani rendendola una caricatura sottile ma efficace a mio avviso.
    Le immagini si sintetizzano nel nostro cervello… ma sarà vero che troppe immagini ci rendono ciechi? Ciò che viviamo è separato da una sottile linea da ciò che immaginiamo?

    3) Cities and faces- videoclip della titletrack del primo album del gruppo Gothik rock “Nude” (digitale e analogico: dvcam e supervhs, colore, 2003)

    Girato tra l’Università di Salerno, una fabbrica di latta, il porto commerciale di Salerno ed altre locations strategiche della città, rappresenta un tributo agli anni ’80, ai gruppi cult dell’epoca ed il punto d’incontro di quell’epoca con gli anni ’90: il punto di partenza del nuovo millennio.
    Insieme alla co-sceneggiatrice Rossella Valitutti ed al direttore della fotografia Antonio Tateo abbiamo creato un mondo moderno immaginario dove le persone sono come cristallizzate nel loro stadio di automi-manichini, dove l’apparenza è più importante dell’intima essenza dei suoi protagonisti e dove soltanto l’innocenza di un ragazzino fan della band ed il potere ristoratore della musica potranno capovolgere il ciclo e far uscire i nostri beniamini da quel perverso sistema.
    Il video è stato presentato in anteprima durante la chiusura della mostra Global Warhol (Salerno,Gennaio, 2004) dell’artista pop per antonomasia: Andy Warhol, il cui stile cinematografico ha avuto un influsso non indifferente nella mia formazione visivo- cinematografica ed artistica (nonché nella scelta estetica di questo lavoro) al pari di Kubrick, Almodovar, Hitchcock ed altri grandi maestri da me ammirati.

    4) Regali caduti dal cielo-cortometraggio (digtale: dvcam,colore, 2003)

    L’ideazione della storia è iniziata nel 2001 a Granada, Spagna, anche se la sua realizzazione risale come produzione al 2002 sempre nella città andalusa e la postproduzione al 2003 in Italia presso la Visual Arts di Salerno.
    Il cortometraggio “Regalos caidos del cielo” è stato successivamente doppiato in italiano dagli attori Danilo Autero e Rossella Valitutti col titolo di “Regali caduti dal cielo”. Scritto, diretto e prodotto insieme a Mario de la torre Espinosa che ne è anche interprete maschile, ha finora meritato alcuni riconoscimenti:

    o 2001 premio Josè Val de Rubio per la migliore sceneggiatura.

    o 2002 menzione speciale (accesit) come migliore sceneggiatura, riconoscimento conferito dalla nipote del poeta Federico Garcia Lorca, al festival Espacìo libre, aerea de Diputacion, Granada.

    o 2003 menzione speciale (accesit) come migliore cortometraggio nel festival Espacìo libre, Granada.

    o 2004 miglior opera filmica, presso l’università di Granada, Spagna.

    ed è stato proiettato ai seguenti festivals:
    -Cinerraccion, Granada.
    -Cineraccion en Arco, Feria de ARCO, Madrid.
    -Festival Minerva, Università la Sapienza, Roma.
    -Festival Canta Salerno, Salerno.

    Da tale cortometraggio ho realizzato uno spettacolo multimediale che affonda le sue radici nella trama del corto anche se poi l’amplifica e la porta verso una diversa latitudine e conclusione.

    In entrambi i casi, avevo voglia di descrivere il voyeurismo morboso che affligge la società occidentale, sembra quasi che la frase profetica di Andy Warhol, secondo la quale ognuno ha diritto ai suoi 15 minuti di fama, si sia avverata, almeno intenzionalmente nella mente di molti individui.
    Oltretutto già George Orwell, circa sessant’ anni fa, prevedeva lo strapotere dei media nella vita delle persone con il suo capolavoro “1984” e …guarda oggi il tormentone planetario del “Grande Fratello” ed ai programmi suoi simili, nonché a riprova di questo le moltitudini di webcam su Internet, film quali il “Truman Show”, “Ed Tv”, è in atto una forzata rivoluzione dell’essere: esisti in quanto ripreso… potremmo oramai chiederci anche quanto la vita sia sogno o un programma televisivo?
    Così ho creato un meccanismo (e nel corto e nello spettacolo) che faccia sì che lo spettatore televisivo coincida con quello reale (teatrale o cinematografico che sia).
    Il corto inoltre, affonda i suoi denti in un altro tema di nostra conoscenza: il materialismo dissoluto. Non è che mi dissoci da tutto questo ma voglio, con il mio lavoro, provocare, in modo da far riflettere le coscienze. I regali caduti dal cielo sono prima di tutto il deus ex machina che fa sì che scoppino le paranoie e la gelosia all’interno della coppia Javi/Nanda, al fine della spettacolarizzazione della loro vita, in secondo luogo è quasi un amabile paradosso: sono regali e come tali sono gli oggetti del desiderio, i beni di consumo che a volte consideriamo più importanti delle emozioni, dei rapporti interpersonali.
    Il terzo tema è quello dell’amore di coppia. Javi e Nanda sono quasi dei moderni Romeo e Giulietta nel loro piccolo, con una differenza e sociale e culturale tra i due non minima: indubbiamente uno stereotipo che mi serviva per rendere ancora più forte l’idealismo del loro amore post-adolescenziale che è tanto bello ed elitario quanto una prigione dorata in cui nessun altro può, apparentemente, entrare. Una chiara critica nel vedere la relazione di coppia come unica risorsa vitale.

    5)American Kitchen-cortissimo, (pellicola 16mm, bianco e nero). Genere: noir

    Realizzato anch’esso negli Stati Uniti, a Los Angeles, rappresenta la mia sfida come autore e regista nel ridurre al minimo, all’essenziale la narrazione e nel giocare in modo ironico usano alcuni stereotipi tra cui quello del serial killer americano, del narcisismo dell’assassino, della cattiva cucina americana. .. e altri falsi miti che tramite il cinema alla fine sono in parte anche i nostri.
    In un primo momento avrei voluto realizzare il lavoro in un unico piano-sequenza, sono stato costretto a dividerlo in tre inquadrature. L’utilizzo della luce è quello tipico dei noir degli anni ’40.
    Già dal titolo s’intravede la vena ironica che pervade il minuto e mezzo di narrazione: un uomo nudo e legato ad un letto matrimoniale è terrorizzato, una ragazza in cucina che prepara una pietanza, che tipo di cena starà preparando in una tipica cucina americana?

    6) Black widow-cortissimo, (pellicola 16mm, bianco e nero). Genere: noir.

    Realizzato sempre a Los Angeles, rappresenta un altro tentativo da parte mia di manipolare il fattore temporale nella narrazione grazie anche ai salti temporali della tecnica dello strobe cut ed ad un montaggio serrato. La canzone Die another day di Madonna suggerisce la chiave di lettura per questo misterioso bianco e nero.

    7) Hoy no estoy pa’nadie (Oggi non ci sono per nessuno), cortometraggio, (digitale-dvc-pro, 2002)

    Sicuramente il mio lavoro più amato, è diventato quasi un cult tra amici, conoscenti e nei festival dove ha partecipato e ha vinto alcuni premi
    (con TOTE NAVALON, direttore della fotografia, assistente luci e altro, a seconda del film, in lavori di Trueba, Almodovar, John Malkovich). Per la sua tematica sociale il corto ha suscitato l’interesse dell’ associazione Avalon, chiedendo l’utilizzo in campagne di prevenzione e sensibilizzazione nella lotta contro l’A.I.D.S.

     2003 trasmissione del corto su canale 5, mediaset all’interno del palinsesto della rete.

    o 2003, premio miglior film al Minerva festival organizzato dall’Università La Sapienza di Roma

    o 2003, miglior cortometraggio della serata all’interno del festival L’invasione degli Ultracorti, Roma.
    o nomination come miglior cortometraggio e migliore colonna sonora nell’ultima serata.

    o 2003 – migliore corto italiano nel festival Flaming Creatures, Salerno, sezione audiovisi della rassegna la dolce ala della giovinezza.

    o 2004- menzione speciale del pubblico nel festival lavori in corto, Università Partenope, Napoli.

    o Proiezione del lavoro presso l’ufficio culturale dell’Ambasciata Argentina, durante il seminario di Fernando Solanas.

    o selezione e partecipazione del corto ai seguenti festival di cinema
     NAPOLI FILM FESTIVAL
     CLERMONT FERRAND, (FRANCIA) sezione non competitiva.
     LA BOCA DE LOS SUENOS, RECOLETA (BUENOS AIRES , ARGENTINA).
     FESTIVAL URRIA ZINE ENCARTACION (BIZKAIA, SPAGNA)
     SANDUNGA CINERACCION (GRANADA, SPAGNA)
     TORINO TRASH FLIM FESTIVAL
     IZMIR SHORT FILM FESTIVAL (TURCHIA)
     FLAMING CREATURES (SALERNO)
     L’INVASIONE DEGLI ULTRACORTI (ROMA)
     FESTIVAL LINEA D’OMBRA (SALERNO)
     LAVORI IN CORTO (NAPOLI)

    Il corto segue uno stile minimale, realista ed allo stesso tempo surreale. Ogni oggetto è assunto come oggetto reale e metafora: l’acqua, la lavatrice, l’uso reiterato delle bambole, l’immagine finale della bambola gonfiabile con le candele, prototipo surreale dell’identità di Julia donna abusata nella sua umanità, identità di donna, di individuo. Con il direttore della fotografia, grazie a dei filtri abbiamo cercato di far risaltare l’effetto espressionista dei colori: il verde acido della morte che si contrappone a pieno al rosso sanguigno, traccia ematica del triste percorso, scandito, a sua volta, dai messaggi telefonici sulla segreteria. Tutto è nato in casa di uno scultore spagnolo: mi stava parlando di una sua scultura, raffigurante Gesù Cristo, che nell’accezione scultoria tipicamente andalusa conserva un’ aria estremamente dolorante e sanguinante. Questa immagine sacra mi suggerì il dolore di una donna sfruttata e abbandonata e poeticamente l’immagine di un cimitero di bambole gonfiabili. Cosa voleva suggerirmi il mio inconscio con questa folle immagine?
    Volevo raccontare il dolore, o meglio, la solitudine di una donna sieropositiva ma non in un modo narrativo convenzionale, nel cortometraggio, infatti, arriviamo gradualmente ad intuire il suo dolore, messaggio dopo messaggio e vi prendiamo parte come ad un banchetto cui tardano a servire la pietanza. Lo spettatore nel suo viaggio emotivo è lasciato solo quanto la sua protagonista, nessun altro protagonista fisico lo distrae dal senso di abbandono e sofferenza. Successivamente anche l’immagine di una lavatrice in fase di centrifuga iniziò ad ossessionarmi ed il suo suono così meccanico (e paradossalmente così vitale all’interno della casa solitaria e silenziosa).
    Il suono, in effetti, costituisce una parte fondamentale dell’opera ed il viatico per informazioni, nonché parte suggerente al dramma emotivo. Ho iniziato a lavorare alla colonna sonora ancora prima di lavorare alle scene e questo è tradizionalmente un processo in atto nella creazione di un musical più che un film tradizionale.
    Anche se concentrare gli eventi nel giorno del quarantesimo compleanno del personaggio di Julia significava esagerare con la situazione di solitudine ed abbandono di una donna sieropositiva, l’associazione italiana per la lotta e prevenzione dell’A.I.D.S. LILA, in una e-mail, mi sottolineò invece l’aderenza del corto ad una triste realtà, vissuta più o meno in segreto, da una serie di persone che come raccontato dalla mia opera non faccino parte necessariamente delle famose e pregiudicali categorie a rischio: omosessuali e tossicodipendenti. Sicuramente un rovesciamento di un pregiudizio assunto a stereotipo e cliché in gran parte della cinematografia mondiale su tale tema e da parte di una mentalità mediocre, limitante e classista.
    Il cortometraggio è stato visto durante le varie proiezioni che si sono succedete nel corso del tempo da un flusso di persone e personaggi annessi al mondo del cinema, arte e spettacolo che hanno saputo apprezzare l’originalità dello stile e la nobiltà e profondità del messaggio tra cui:
    Roberta Torre, Mario Zonta, Renzo Rossellini, Mario Martone, Julio Juste, Paul Morrissey, Violante Placido, Fernando Solanas, Francesco Nuti, Antoine Cucca, Pino Sondelli, Francine Liebling, Larry Leah, Giuseppe Avallone, Anna Forgione, Joe Henry, Angela Furcas ed altri

    8) Birth, Life and Death video performance (con Antonello De Rosa, vhs, bianco e nero, 2003)

    Realizzata da me ed Antonello De Rosa in poche ore. Insieme a An Oniric Comedy rappresenta il tentativo di unire la performance dell’attore a quella del filmmaker: ogni inquadratura veniva realizzata al momento e montata senza poter tornare indietro, quindi senza la confortevole possibilità di una seconda chance, secondo la regola del montaggio in camera.
    La tematica è la metafora della nascita, vita e morte. Il corpo diventa una struttura architettonica, le pose plastiche sono funzionali al respiro e alla ricerca dell’identità di un corpo in uno spazio.

    9)Il bosco video racconto (An oniric comedy, vhs, colore, bianco e nero, 2003)

    Nato come video-performance da utilizzare in un festival musicale per il gruppo dei Landguard, (adesso conosciuti come Axiom), come video-istallazione è divenuta successivamente una sorta di piccolo video-racconto sul tema della ribellione della natura contro l’uomo usurpatore del suo equilibrio.
    Anche qui il sonoro a volte supera le immagini nell’insediare in noi sensazioni ed emozioni.
    Sempre realizzato in un giorno con la tecnica del montaggio in camera.
    La musica nella seconda parte è quella degli Axiom.

  23. la PRESENTAZ. DEL PROF.AMENDOL

    Alfonso Amendola
    LABORATORIO DI ANALISI DELL’AUDIOVISIVO
    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE
    UNIVERSITA’ DI SALERNO

    In primo luogo mi scuso per non essere presente tra voi e spero che queste poche righe possano essere un iniziale momento d’incontro e dialogo verso un progetto associativo forte e necessario. Come forte e necessario è il cortometraggio che oggi presentiamo.

    Ma prima di entrare nel vivo del film – che a breve vedremo – vorrei dire alcune cose sul lavoro cinematografico di Domenico Natella, filmaker indipendente che da tempo ci ha abituati a lavori dove la dimensione dell’ironia ben si amalgama con una costruzione visiva che sapientemente conosce le dinamiche delle arti e lo spazio di ricerca innovativa determinato dall’avanzamento tecnologico e digitale senza mai dimenticare la logica del racconto e della dimensione emotiva. Centrale per la produzione di Natella il suo cortometraggio d’esordio “HOY NO ESTOY PA’ NADIE” (che vinse l’edizione 2003 del Festival di cinema indipendente FLAMING CREATURES diretto da chi scrive) dove la tragicità del tema è raccontata con un ritmo cadenzato e volutamente ripetitivo che trasporta lo spettatore in uno scenario totalmente reso attraverso lo spazio vuoto, il silenzio e l’anima dolente delle cose. Un cortometraggio d’esordio dove in tanti hanno parlato di matrice alla Almodovar e dove Mimmo Natella al meglio mette in cantiere la propria tensione espressiva e creativa. Centrale il periodo americano di Mimmo dove si confronta con gli statuti produttivi e realizzativi degli USA, senza dimenticare il suo primo lungometraggio dal forte taglio sperimentale (FRAGOLE A MEZZANOTTE) ed una serie di altri lavori audiovisivi che comprendono il videclip (ricordo in particolare il video CITIES AND FACES dei NUDE), lavori di videoteatro e di videodanza.

    Ma passiamo al cortometraggio che tra poco vedremo.

    “A tutti quelli che interrompono un pregiudizio” a queste persone è dedicato L’INTERRUZIONE ultimo cortometraggio firmato da Domenico Natella e scritto in collaborazione con l’Associazione Universitaria “René Vivien”. Inizialmente ho parlato di un prodotto cinematografico FORTE E NECESSARIO. Provo a spiegare il perché del ricorso a questi due aggettivi. Un’operazione FORTE in quanto viene affrontato un tema (quello della omosessualità al femminile) in maniera decisamente diretta, senza mezzi termini, senza tormenti retorici o pruderie moralistiche. Un tema che viene definitivamente liberato dall’ancora del tabù e diventa un motore sociale ed emozionale reso con intelligenza e partecipazione da un affiatato cast di giovani attrici. NECESSARIO perché nella nostra società sempre più chiusa e pericolosamente bacchettona diventa sempre più necessario ascoltare le voci differenti, ascoltarne i silenzi, condividere sogni, speranze e visioni. Con L’INTERRUZIONE entriamo all’interno di un mondo dove ansie, paure e voglia di raccontarsi perfettamente si miscelano al flusso narrativo ed audiovisivo ricco per tensione cromatica (è un film che gioca sui rossi accessi, sulla pastosità del colore come calore) e con un’idea di montaggio e dinamica digitale che Domenico Natella ha saputo ben rendere con la sua attenta costruzione registica (resa attraverso split-screen, dissolvenze incrociate e divertenti tagli d’immagine). Lascio all’eventuale dibattito finale i tanti altri temi che sono alla base di questo film che è anche un lavoro “meta-cinematografico” (sostanzialmente L’INTERRUZIONE è il racconto del desiderio di realizzare un film) e che è intensamente girato all’interno di un unico spazio fisico… uno spazio dove esplodono contrasti, passioni, conferme affettive, coming out, racconti di vissuti, storie dolorose, storie di consapevolezze, scoperte del proprio mondo e dove si osservano “le identità senza dare sentenze definitive” come precisano gli autori del corto. Ma è anche un film d’amore e d’amicizia, dove l’obsoleto tema della provocazione viene giustamente bandito per portare avanti un racconto che sfida l’intimità e la collettività, e dove il tema dell’amore lesbico viene raccontato con intelligenza e passione.

    Dovendo fare dei rimandi ad ulteriori immaginari cinematografici mi piace rievocare:

    1) i grandi kammerspiel di Fassbinder (penso in particolare alle LACRIME AMARE DI PETRA VON KANT o ai monologhi dolenti di GERMANIA IN AUTUNNO);
    2) mi piace ricordare l’intensa ironia di ALMODOVAR;
    3) ed infine mi piace ricordare tutti quei registi che hanno saputo raccontare segreti e forze sorgive del tema omosessuale (un nome su tutti NICHOLAS RAY).

    Chiudo qui il mio intervento introduttivo e, nell’auguravi buona visione, lascio lo spazio all’INTERRUZIONE film diretto da Domenico Natella e prodotto dall’Associazione G.L.B.T. Renèe Vivien e dall’Università degli studi di Salerno.
    Grazie

  24. magneto68

    Il cortometraggio L’interruzione verrà proiettato il giorno lunedì
    15 maggio ore 10.30
    nel teatro dell’università
    presso l’università degli studi di salerno
    fisciano
    accorrete tutti

  25. il corto è stato proiettato a milanoLunedì 8 Maggio

    Proiezione del cortometraggio “L’interruzione”

    Regia di Domenico Natella, realizzato dall’associazione universitaria GLBT Renèe Vivien

    La storia narra l’incontro di quattro studentesse universitarie omosessuali che si confrontano tra di loro, affrontando vari argomenti dalla discriminazione basata sull’orientamento sessuale, al desiderio di maternità, al loro modo di relazionarsi e vivere i contesti sociali strutturati per una vita eterosessuale; al rapporto con i genitori, con gli amici, con le Associazioni GLBT; al rapporto con la cultura diffusa e le istituzioni abituate a percepire l’eterosessualità come l’unico schema sociale di affettività.

    Dopo la proiezione, discussione su giovani e lesbismo.

    Presso il Circolo Famigliare di Unità Proletaria, Viale Monza 140

    h.21,00

  26. maliziosa 78

    ecco per tutti i fan qualche info su margi villa

    Margi Villa

    Attrice di teatro-cinema, danza, canto.

    Curriculum Vitae : Nome : Margherita Del Priore, nata a Napoli il 01/07/1975-

    Telefono : 347/8437869 – [email protected][email protected].

    Esperienze Professionali :

    Cinema : Opera Personaggio Regia

    2005 Docu -Fiction Il mistero della Sacra Sindone Suora di Chambery Francesca Saracino .

    2004 Lungometraggio “Fragole a mezzanotte” Attrice protagonista : Lucrezia D.Natella.

    2003 Video-clip gruppo musicale “The Nude” – Stairs girl -Automaton D. Natella

    Teatro :

    2005 Amleto in Salsa Piccante – Docente del Laboratorio Universitario La Sapienza.Coordinamento scenico.

    2005 Petali e Pietre Bettina e io, Bangladesh ,Figlia Liz Letizia.

    2005 Fefu and her Friends Cecilia Tiziana Bergamaschi.

    2004 Supervisone Regia Premio Franco Angrisano -Canta Salerno – Teatro delle Arti- Salerno.

    2004 Regia del concerto “Rock in Flames “ a Salerno – Regia Metal Rock.

    2004 Docente del Laboratorio Teatrale presso l’Università La Sapienza -Associazione Carpe Diem.

    2004 Medea Coreuta Edoardo Ricciardelli

    2003 Atmosfera Tango-Argentina Voce recitante ballerina Graziella Di Rauso.

    2003 Regali Caduti dal Cielo Il tempo -La Ciliegia Domenico Natella .

    2002 Colla-Shakespeare Regina Gertrude da Amleto T.Accolla.

    2001 Allegretto(Perbene…ma non troppo) Mirella Salimbeni,insegnante E.M.Lamanna.

    2001 Facciamo le corna Giacomina,cameriera C.De Martino Adinolfi.

    2001 Romeo e Giulietta Paggio Livio Galassi.

    2000 D’art…D’Art Vari Personaggi Mathieu Trossello.

    1999 Romeo e Giulietta Madonna Capuleti M.G.Balzano.

    1999 Volpone Gianna Regina Senatore.

    1998 Chi è di scena ?: Eduardo Filumena Maturano Alfonso Guadagni.

    1998 Edipo Re Coreuta Regina Senatore.

    1997 Mercante di Venezia Mixer audio-Mixer luci Teatro Popolare Salernitano.

    1996 Letto Ovale Assistente alla regia-Direttore di scena T.P.S.-Teatro SanGenesio.

    1995 Le sorprese del divorzio Vittoria,cameriera Alessandro Nisivoccia.

    1994 Berretto a Sonagli Assunta Alessandro Nisivioccia.

    1993 Taxi a due piazze Fotoreporter Regina Senatore.

    Istruzione :Maturità linguistica.Corso all’università Sorbonne-Parigi. Laurea in Scienze Politiche- Salerno.

    Progetto Erasmus – scambio Italia-Francia con diploma Delf e Du.

    Iscrizione per la seconda laurea in Letteratura,Musica e Spettacolo-Roma.

    Formazione professionale :

    2004/2005/ Corso di Perfezionamento dell’attore: “Incontri con la nuova drammaturgia”Accademia Silvio D’Amico-Roma.

    Vincitrice 2 posto come attrice per borsa di studio alla New York Film Academy a Los Angels.

    Il Teatro Laboratorio-X sessione dell’Università del teatro Eurasiano -Barba, Varley, Ruffini,Schino.

    Stage cinema con Luciano Nozzolino, Sondelli, Salzano, F. Solanas.

    Musical Performance con Giorgio Raucci , Renato Giordano.

    Percorso formativo sull’arte del cinema con Francine Liebling,E.Tartaglia,Sondelli,Falanga.

    Corso biennale teatrale attori professionisti di prosa presso l’Accademia D’Arte Drammatica del Teatro Vincenzo Bellini Napoli

    Stage teatrali con : E.Barba, Varley, Winther-Odin Teatret. M.Fedele, L.Salveti,prof.De Marinis, R.Tatti, A.Gatti,

    Hal-Yamanouchi, M.Gueli ,P.Giuranna, Michal Znaniecki, Laura Curino,Paola Dapino,André De La Roche.

    Corso scuola di Mimo Corporeo diretto da Michele Monetta ,L.Salvatore,Maurizio D’Eccelesis.

    Lezioni di scherma con i maestri A.Salerno,A.Cuomo.

    Corso d’ inglese e organizzazione spettacoli De la Salle -College Malta.

    Corsi di Danza classica,moderna,canto lirico,pianoforte.

    Sport :Scherma,nuoto,calcio,tennis.

    Hobby :Libri,musica,viaggi solitari,pittura,musei.

    Lingue Straniere :Francese:Ottima conoscenza. Inglese: Buona conoscenza Spagnolo : livello discreto.

    Tedesco : livello scolastico. Dialetti : napoletano.

    Si autorizza il trattamento dei dati personali ai sensi della legge 675/1996.

  27. er director

    Volevo avvisare che nel numero di Maggio della rivista “prove aperte” trovate una pagina intera dedicata al mio film indipendente “fragole a mezzanotte”… Se siete curiosi fate voi!

  28. gay7.it

    Cinema: storie lesbiche in corto
    di Gay.it
    Mercoledì 19 Aprile 2006

    Nel cortometraggio “L’interruzione” si racconta la storia di quattro studentesse lesbiche. Il corto verrà presentato nei prossimi giorni a Roma, Cava dei Tirreni e Milano.

    ROMA – Marika, Stella, Sara e Daniela, quattro studentesse lesbiche decidono di fare un cortometraggio basato sulle loro esperienze. Il risultato è “L’interruzione”, un cortometraggio di 22 minuti girato in alta definizione scritto e diretto dal regista salernitano Domenico Natella. Il corto è stato realizzato grazie ad un finanziamento dell’Università degli Studi di Salerno a favore della associazione studentesca universitaria LGBT Renée Vivien, nell’ambito dei progetti culturali relativi all’anno accademico 2004-2005, e vi si affrontano le tematiche legate alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, al desiderio di maternità, al modo di vivere le relazioni, al rapporto con i genitori, con gli amici e con le associazioni gay e lesbiche. Lo scopo del progetto è anche quello di dare maggiore visibilità alla soggettività lesbica, in rapporto con la cultura diffusa e le istituzioni abituate a percepire l’eterosessualità come l’unico schema sociale di affettività.

    “L’energia, l’impegno e la volontà delle ragazze dell’associazione Renée Vivien” ha detto il regista Domenico Natella, “ha dato un calcio d’inizio vigoroso al progetto, e mi ha totalmente coinvolto, soprattutto dopo un episodio di pregiudizio omofobico a cui ho potuto assistere. Il cortometraggio anche se è da considerarsi un prodotto di fiction si basa su tutta una serie di racconti di esperienze vissute da parte di ragazze lesbiche da me intervistate. Sara (Imma Sorrentino), Stella (Sibilla Passi), Marika (Margy Villa) e Daniela (Margherita Monachesi) sono quattro ragazze universitarie lesbiche che s’incontrano ogni settimana per parlare del più e del meno, delle proprie esperienze e del proprio vissuto e così parlano con liberta e spensieratezza e molto, molto divertimento delle rispettive esperienze lesbiche.”

    Il piccolo film è stato girato a Roma ed è stato già proiettato a Salerno e a Napoli nel mese di marzo. Il 20 aprile lo si potrà vedere a Roma (ore 21.00 presso il Pub Cinecittà in Via Palermo), poi il 25 aprile alle ore 21.00 nell’ambito della manifestazione “Donne e Madonne” presso il Complesso Monumentale Santa Maria del Rifugio a Cava dei Tirreni (Salerno). L’8 maggio sarà proiettato a Milano presso l’Arcilesbica e sempre in maggio, in data da definirsi, presso l’Università degli Studi di Salerno. (RT)

  29. domenico

    Siamo lieti di invitare tutti gli amici e amiche di Roma alla prima proiezione romana del corto l’interruzione presso il pub cinecittàin via palermo a Roma (una traversa di via nazionale)
    giovedì 20 aprile dalle ore 21.00 ingresso gratuito
    Non mancate

  30. Assoc. G.L.B.T. Renée Vivien

    Concluso il cortometraggio realizzato dall’Associazione universitaria Renée Vivien, affiliata ad Arcilesbica.
    Possiamo gustarcelo nei suoi colori e dialoghi. Si gioca con le parole, con la parola lesbica, gradevole la parafrasi di una canzone nota e la danza di Stella; si studiano le identità senza dare sentenze definitive, si parla delle prime volte delle proprie emozioni, dell’accettazione, della maternità, delle discriminazioni. Si gioca con la sessualità e si ride senza smettere di riflettere.

    Il corto è un progetto culturale finanziato dall’ Università degli Studi di Salerno, a favore dell’Associazione G.L.B.T. Renée Vivien, iscritta all’albo dell associazione universitarie di Salerno.
    Un irngraziamento anche al regista e alle attrici e a tutti quelli che ci hanno permesso di realizzare questo progetto ( Marianna, Marco,Gianluca, Ristorante Messico e Nuvole di Salerno, Bar Teka Bega di Salerno, etc)

    se volete organizzare una proiezione o ricevere il corto mandate una mail a [email protected]

  31. Assoc. G.L.B.T. Renèe Vivien

    Il Cortometraggio è finalemte fruibile, possiamo gustarcelo nei suoi colori e dialoghi. Si gioca con le parole, con la parola lesbica, gradevole la parafrasi di una canzone nota e la danza di Stella; si studiano le identità senza dare sentenze definitive, si parla delle prime volte delle proprie emozioni, dell’accettazione, della maternità, delle discriminazioni. Si gioca con la sessualità e si ride senza smettere di riflettere.
    Un ringraziamento va all’Università degli Studi di Salerno, si tratta infatti di un progetto culturale proposto dall’Associazione Universitaria G.L.B.T. Renèe Vivien( associazione riconosciuta nell’ambito dell’ università di Salerno), e finanziato dall’Università degli Studi di Salerno. Grazie al regista Domenico Natella che ha accettato di girare il corto.
    Per organizzare una proiezione o ricevere il corto mandate una mail a [email protected]

  32. sibilla passi
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    Profilo di sibilla passi Contatta questo profilo

    Nome
    sibilla passi

    Anno di nascita 78 Professione attrice

    Statura (cm): Taglia: 40 Corporatura: longilinea

    Formazione
    Scuola di recitazione “Permis de Conduire” e “International Acting School”; insegnanti: Giorgina Cantalini, Giorgio Spaziani, Margarete Assmuth

    Stage della compagnia “Sequenze”, Teatro Agorà

    Stage di Geraldine Baron, insegnante dell’Actor’s Studio di New York

    Radio, speaker, jingles ( Radio Company e Radio Espansione)

    Corso di recitazione diretto da Beatrice Bracco

    Corso di inglese

    Corso di danza modern jazz presso la “ You can dance “ di Marco Santinelli (1 anno)

    Laboratorio del regista-pedagogo John Schranz

    “La guerre c’ est la guerre !!! ” Teatro Euclide , regia Paolo Mellucci

    Videoclip “ Shake the disease” , b-side dei Depeche Mode, regia Maurizio Pighizzini

    Cortometraggio “L’interruzione” , regia Domenico Natella ( prot.)

    Musical “ Notte al night “, regia Barbara Miloni , Teatro Raffaello(co-prot femminile)

    Cortometraggio “Golconde” , regia Maria Lucia Pellicano ( co- prot.)

    Cortometraggio “Il disegno”, regia Mario Mottola ( prot . femminile)

    Cortometraggio “ Sapore d’ estate 2 un anno dopo” , regia Antonio Galasso

    Lungometraggio “ Il sentiero” , regia Alessio Biagioni ( prot.)

    Cortometraggio “ lost in the wood- persi nel bosco” regia Daniele Vendra ( prot.)

    Lingue parlate
    inglese , francese, spagnolo ( discreto)

    Dialetti conosciuti
    romano
    ciociaro
    napoletano
    siciliano
    milanese

    Abilità artistiche e sportive
    danza

    Curriculum
    Scuola di recitazione “Permis de Conduire” e “International Acting School”; insegnanti: Giorgina Cantalini, Giorgio Spaziani, Margarete Assmuth

    Stage della compagnia “Sequenze”, Teatro Agorà

    Stage di Geraldine Baron, insegnante dell’Actor’s Studio di New York

    Radio, speaker, jingles ( Radio Company e Radio Espansione)

    Corso di recitazione diretto da Beatrice Bracco

    Corso di inglese

    Corso di danza modern jazz presso la “ You can dance “ di Marco Santinelli (1 anno)

    Laboratorio del regista-pedagogo John Schranz

    “La guerre c’ est la guerre !!! ” Teatro Euclide , regia Paolo Mellucci

    Videoclip “ Shake the disease” , b-side dei Depeche Mode, regia Maurizio Pighizzini

    Cortometraggio “L’interruzione” , regia Domenico Natella ( prot.)

    Musical “ Notte al night “, regia Barbara Miloni , Teatro Raffaello(co-prot femminile)

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  33. dorian gray

    dal regista dell’interruzione il suo film sperimentale visionario ecco un resoconto: “Fragole a mezzanotte”- La trama
    Lucrezia, ricca borghese trentenne, per nulla rassegnatasi alla morte del marito di cui conserva follemente il corpo, vive una sorta di sdoppiamento dell’anima. Freddata dall’incolmabile vuoto e incapace di elaborare il doloroso lutto, decide di appropriarsi di altri corpi per perpetuare, così, il rito del suo amore spezzato. Ogni sera, camuffandosi nel suo alter ego, si prostituisce, non per un bisogno economico, ma per “assaporare” nuovamente le “fragole a mezzanotte”. Allo scoccare della fatidica ora, s’interrompe puntualmente, e impossessata da una voce misteriosa, intrattiene struggenti conversazioni con l’ombra del suo sposo. Gli altri uomini rimangono per la donna, puramente corpi: dal manager vittima del suo narcisismo, al sadomasochista che gode ad essere sculacciato, al militare impacciato ed inesperto. Energia giovane e perversa, attratta dalla “mantide religiosa”, virtuale alter ego della protagonista, consente a Lucrezia di rivivere il ricordo e il trauma di quell’ ultima notte d’amore, perpetuando, in tal modo, l’esistenza di un uomo oramai fantasma, ossessione, e simulacro di ciò che rimane della sua coscienza. Tra flash back in colore e visioni in bianco e nero, Lucrezia percorrerà la sua discesa verso una lucida e rabbiosa follia fino all’ultimo tango con il cadavere del suo sposo.

    OSSERVAZIONI SUL FILM “Fragole a mezzanotte”del critico FRANCESCO D’EPISCOPO

    Le osservazioni che emergono dopo la visione del film riguardano soprattutto la sua tecnica, il suo montaggio e, direi, anche la sua purezza. Nel senso che le persone e le cose hanno un valore quasi autonomo rispetto alla realtà e alla stessa esistenza. Un rapporto importante, mi sembra di capire, quello tra la vita e la morte. Grande tema al quale non ci si può sottrarre è, quindi, la voglia disperata di trattenere la vita nonostante la morte, ma anche la consapevolezza di questa grande difficoltà. E poi, magari, qualche altra osservazione che riguarda l’entità degli oggetti i quali continuano a vivere e a morire nonostante noi. Ci sono molte scene che si soffermano su questo tema, e poi è presente una ricerca che è evidentemente di carattere prettamente artistico, nel senso che, gli oggetti acquistano la propria identità profondamente autonoma e assoluta. Inoltre, una ulteriore peculiarità è rappresentata dalla ricerca dello sguardo e, forse, da quella dello specchio che, in qualche modo, cerca di moltiplicare le immagini e le anime. Ed alla fine, ritengo, non sia assolutamente lei a prostituirsi ma, paradossalmente, sono gli uomini che diventano degli strumenti nelle sue mani per cercare di trovare qualche brandello di carne, di corpo e di vita. La regia evidentemente è tutto questo… Si tratta di un’opera sperimentale: è evidente. Un’opera che si presta ad essere in qualche modo “impopolare”, nel senso che è, come diceva il regista, una sfida, un’opera che non risponde a dei principi commerciali, e a principi di comunicazione, direi di circuito “normale”, è un lavoro di grande ricerca e di forte espressività e quindi un lavoro che sfida lo spettatore perché ovviamente lo spettatore comune, in apparenza, non vi trova quello che si aspetterebbe da una comunicazione filmica, per così dire “tradizionale”, ma questa è sempre stata la sfida di tutte le sperimentazioni e le avanguardie

    Dichiarazione del regista DOMENICO NATELLA sul suo film“Fragole a mezzanotte”

    Il film racconta un’ossessione, quella della protagonista che non riesce ad accettare il lutto del suo sposo. E’ un film inquietante e visionario, performativo direi. Un percorso che vede lo spettatore al pari della protagonista: solo, in preda alle immagini allucinatorie, ma pur sempre connotate di reale. Il tempo e il luogo sembrano schiacciare l’esistenza della protagonista e la visione dello spettatore costretto ad entrare in un labirinto di emozioni e visioni. L’annullamento di un tempo progressivo crea una non realtà che è appunto quella vissuta dalla protagonista. La sinfonia di rumori e musica ci guida in questo labirinto senza speranza. Il film vuole rappresentare un viaggio nell’ inconscio, nella memoria e nel “falso ricordo” di Lucrezia, un percorso nelle sue reminiscenze, e visioni. Sono sempre stato attratto dalle forme sperimentali di cinema e da quelle artistiche, più in generale… e credo che questo film possa racchiudere in sé il mio amore per le avanguardie artistiche. Il colore ha una forte valenza pittorica e metaforica. Tramite il colore sottolineo le emozioni. Si passa dal rosso, al bianco e nero, all’azzurro freddo dell’immagine televisiva, al verde acido della morte e dell’abisso sfocato del passato. Ho cercato di rovesciare il cliché secondo il quale il bianco e nero è sinonimo di flash back. Lucrezia vive una vita in bianco e nero dopo la morte del marito,,. che è il suo presente, ma in fondo si tratta, quindi, di un presente non vissuto, un “non presente”, una non vita, in questo senso, mi sembra una figura tragica come il vampiro di Murnau e come lui ha perso la fede in Dio. Non c’è spazio per i sentimenti per questa donna, così come gli incontri sessuali che sono sfogo e rituale di una perversione mentale, piuttosto che di un incontro erotico soddisfacente per le due parti. O meglio si tratta di un altro tipo di esigenza, nata dalla paura e dal trauma. I clienti ci offrono la visone di “uomo moderno” indebolito e vittima di una spaventosa figura femminile castratrice. L’uomo, in questo film, è morto (e così Dio), così la sua umanità ed essenza, e la vera Lucrezia rimane intrappolata nello specchio in cui come una moderna e femminile versione di “Dorian Gray” cerca e confronta il suo essere, la sua identità.

  34. le mareee

    RESOCONTO DELLA PRIMA PROIEZIONE DEL CORTO “L’INTERRUZIONE”,
    REALIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA “RENEE VIVIEN”
    Il giorno 11 Febbraio ARCI LESBICA NAPOLI “LE MAREE” ha avuto il
    piacere e l’onore di presentare la prima proiezione del cortometraggio
    “l’interruzione”. Il lavoro, realizzato dall’Associazione universitaria
    GLBT “Renée Vivien” (affiliata ad Arcilesbica) del regista
    cinematografico Domenico Natella, si fa portatore di un messaggio di
    lotta ai pregiudizi nei confronti dell’ identità sessuale delle donne
    lesbiche e lo fa attraverso i racconti di quattro ragazze. Il corto è
    stato realizzato grazie ai fianziamenti dell’ Università degli studi di
    Salerno, destinati periodicamente alla realizzazione dei progetti
    culturali promossi dalle associazioni studentesche. Alla proiezione
    erano presenti il regista, le ragazze dell’associazione Renée Vivien di
    Salerno e le attrici del corto. Ad assistere alla proiezione sono
    accorse oltre 60 persone, tanto che è stato necessario proporre due
    proiezioni per permettere a tutti la visione de “l’interruzione”. E’
    seguito poi un dibattito molto interessante con il regista, le attrici,
    gli ospiti (presenti anche i rappresentanti di numerose associazioni di
    volontariato, ta cui ricordiamo ArciGay Antinoo e GayLeft) e le socie
    di Arci Lesbica Napoli. La prossima proiezione del corto avverrà il 5
    marzo presso il bar Teka Bega in Via G. Da Procida (Zona Mercanti)
    Salerno.

    L e m a r e e http://www.arcilesbica.it/napoli [email protected]

  35. drop out

    Domenico Natella

    Domenico Natella ci ha regalato una selezione dei suoi lavori cinematografici. A metà tra videoarte e finzione d’avanguardia, colpisce a volte per la spietatezza modulare della narrazione (Ho no estoy pa’nadie), a volte per la spietatezza morale dei soggetti, ironici e/o particolarmente essenziali (Regalos Caidos del Cielo, s. t.). Uno stile spesso crudo, comunque sanguigno, che evidenzia le contaminazioni iberiche dell’autore (Domenico, di origini salerinitane, ha vissuto in Andalusia).
    Sono Roberto e Doris Smiths, nuovi collaboratori di Drop_out_experience, a regalarci una serie di “istantanee critiche” sull’opera di Natella.

    HOY NO ESTOY PA’NADIE di Domenico NATELLA
    Come un tormentone, ricorrono la segreteria telefonica e rumori quotidiani di una casa vuota, i messaggi indirizzati a Giulia si susseguono in un crescendo che diventa via via più drammatico, in contrasto con la melensa musichetta che li preannuncia. Inizia con un augurio di buon compleanno a cui segue il licenziamento, la negazione di un prestito dalla banca, una richiesta della madre che non la vede da parecchi anni, gli insulti dell’amante,finché attraverso la chiamata di una televisione locale scopre di avere l’AIDS:tutto inutile perché Giulia è morta sola, riversa sul letto.(e se Giulia non fosse morta? Al risveglio per lei sarebbero c…. duri, quanti angosciosi problemi avrebbe da affrontare!)
    Sotto l’apparenza della normalità, la società della comunicazione è invadente, ossessionante e se ne sbatte delle regole, privacy inclusa, si è sempre più soli e a volte una voce registrata è l’unico veicolo di comunicazione. Il colore livido della fotografia rende irreale la realtà quotidiana. A parte qualche lentezza, è originale .

    American Kitchen di Domenico NATELLA
    Come un noir degli anni 50. La dark lady prima di accoltellare lui, legato al letto, uccide la ”fettina” in cucina esercitandosi sul tagliere. La mancanza di dialoghi rende quasi astratta la breve vicenda e la fotografia b/n. è essenziale. altrimenti non reggerebbe.

    REGALOS CAIDOS DEL CIELO di Domenico NATELLA
    La vita di una giovane coppia viene allietata da regali capitati o “piovuti dal cielo” sempre più grandi, ingombranti ed inutili, mentre si insinua il sospetto di un tradimento con conseguente abbandono. Durante il litigio scoprono che un occhio televisivo li spiava, accecandolo, la trasmissione viene interrotta.
    Domande: il consumismo dà la felicità? La nostra vita è spiata e pilotata dall’alto? Il Grande Fratello esiste? Cosa possiamo fare? Intelligente, se fosse più lineare e chiaro ne guadagnerebbe parecchio.

    BLINDNESS IN THE MIND di Domenico Natella
    Visivamente regge alla visione ma non si riesce a comprendere che cosa vuole descrivere o denunciare. E’ un viaggio di una mente cieca? O la denuncia dei mezzi di comunicazione che tutto deformano come una droga?
    Basta la cavalcata delle Walchirie per rendere drammatiche le paure e le ossessioni?
    Troppe immagini mescolate. Oscuro, ermetico, confuso.

    THE BLACK WIDOW di Domenico Natella
    Vedova nera, ma allegra. Oscuro il finale, certamente non a lieto fine,perché il delitto non è mai perfetto e soprattutto non paga. Piace la muta atmosfera metafisica e la fotografia in b/n è un omaggio al cinema noir americano d’epoca.

  36. Per quel che riguarda questo corto, mi è piaciuta la “formula” del “raccontarsi”, credo che per sfatare tabù (come d’altronde le paure) bisogna viverli e raccontare attraverso il vissuto (seppure di personaggi inventati).
    Nello stesso tempo credo che il taglio documentaristico permane ed in un certo senso porta all’esigenza di un seguito… Alcuni messaggi tipo “non c’è bisogno di fare una conferenza stampa ogni volta” ed il conseguente invito a vivere la normalità, baciandosi per strada “come fanno gli etero”, sono davvero forti e belli e soprattutto efficaci perché raccontati col sorriso sulle labbra…Dal punto di vista tecnico, mi piace come lavori, soprattutto la scelta dei colori, le inquadrature , il ritmo e lo stile di montaggio…
    Alfonso

  37. ”Questo corto è stato ispirato in modo diretto dalle conversazioni tra ragazze, ma in modo esplicitamente articolato come una lezione o come un documentario. In realtà il regista Domenico Natella e le quattro bravissime attrici non hanno potuto evitare di portare alla luce dalla sceneggiatura l’andamento tipico delle conversazioni filosofiche primigenie (Aristotele Saffo Platone) e presentare in modo semplice le migliaia di sfumature che l’amore tra donne può avere. C’è da immaginare che il corto sarà presto ripresentato per un pubblico più ampio e più eterosessuale possibile… cogliete l’ironia?”

    Manlio Convertini

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Varie

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Vedi il sito del regista Domenico Natella

Sara, Stella, Marika e Daniela sono quattro ragazze universitarie lesbiche che si incontrano ogni settimana per parlare del più e del meno, delle proprie esperienze e del proprio vissuto. Quattro amiche in cui tutti possono immedesimarsi. Quello che le caratterizza è che sono lesbiche, (lesbiche e libere di essere quello che vogliono essere, o meglio, quello che sono…) e così parlano con liberta e spensieratezza e molto, molto divertimento delle rispettive esperienze lesbiche. Alcune di loro non nascondono un percorso che è passato per un’apparente eterosessualità non convinta, altre odiano le definizioni, altre si accettano e basta, alcune rivivono i racconti delle amiche come un dejavù. Ognuna si sente libera di raccontare il proprio vissuto e comunicare alle altre il proprio punto di vista su di una società che spesso non le rispetta, le ignora, o in altre occasioni le confonde.


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