Immaginare T

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Immaginare T

Il cortometraggio Immaginare T tratta di un argomento davvero particolare. Lo si capisce da subito, quando una voce fuori campo ci parla di BIO-donna e BIO-uomo (cioè persona nata biologicamente femmina o maschio) per testimoniare che le persone al momento della nascita possono avere un genere (maschile, femminile, intersex) che nell’arco della loro vita puo’ essere sempre soggetto a cambiamento, transizione. Il film tratta della nascita di una storia di amore, agli inizi contrastata, tra due ragazze, Andreas, che ha iniziato il suo processo di transizione da donna a uomo e Gea che vuole solo affermare nella sua sessualità la flluidità dei generi e l’autodeterminazione. Entrambe fanno uso per i loro scopi del testosterone, necessario ad Andreas per la transizione, mentre è utile a Gea come ‘droga sessuale’ per aumentare la libido e l’energia.
Il cortometraggio è stato girato a Lecce nel marzo del 2014. La regista e le sceneggiatrici si sono liberamente ispirate al libro “Testo Junkie” di Beatriz Preciado. Nel libro, la Beatriz raccolta l’esperienza, vissuta in prima persona, di assumere testosterone come scelta politica e teorica. (MM)

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Two people, two imaginaries, two parallel worlds attracted because unconsciously united by the testosterone’s administration.
Andreas transits from female to male.
Gea experiments her fluid gender identity.
This encounter will lead Gea and Andreas to a dialogue with themselves and their choices.

CRITICA:

“Immaginare T” è un prodotto narrativo di genere drammatico che nasce dall’incontro e dialogo tra le due sceneggiatrici, nonché interpreti, che confrontandosi criticamente da un punto di vista sia poetico che politico danno vita a questa sceneggiatura. L’incipit della storia nasce dalla lettura di “Testo Junkie” di Beatriz Preciado al quale si sono liberamente ispirate. Questo libro parla della esperienza personale di Beatriz, la quale si somministra testosterone in gel come scelta politica e teorica: il suo obiettivo è quello di usare il suo corpo per disvelare e descostruire le definizioni formali e stereotipate sul genere e la sessualità.
Il tema dell’identità di genere e della somministrazione di testosterone vengono narrati per dare voce a storie e personaggi invisibili nel mondo cinematografico. Entrambi i personaggi, Andreas e Gea, mettono in discussione il genere a loro assegnato, riaffermando una fludità dell’essere e un’ autodeterminazione del proprio “corpo sessuato”, ossia un riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente dell’individuo sulla propria vita.
Da un punto di vista socio – politico, decidere di narrare l’assunzione di testosterone nelle donne e nelle persone “queer” si è rivelato un tema complesso e originale. La documentazione che ha portato alla sceneggiatura originale, è avvenuta attraverso libri, interviste e video elaborati da varie comunità female to male e transgender a livello europeo.
Nella sua analisi sul genere, Beatriz Preciado mostra come dagli anni 50 la sintetizzazione degli ormoni ha completamente cambiato la definizione di genere e identità sessuale. Oggi giorno il genere umano ha disposizione saperi e tecniche mediche per cambiare il proprio destino genetico, ormonale e sessuale. Partendo da questa riflessione, l’autrice usa un linguaggio nuovo per definire il soggetto sessuato: si parla di “bio-donne” e “bio-uomini”. Con il suffisso “bio” Beatriz vuole sottolineare che gli individui, al momento della nascita, hanno genitali femminili o maschili ma che nell’arco della vita il loro sesso biologico può’ cambiare, essere soggetto a transizione. Di conseguenza, ”donne” e “uomini’ diventano termini che non hanno più una “natura” sessuata definita e immutabile. (CoolClub.it)

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