Il pennarello

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Il pennarello

Un corto indipendente, un’opera audace di un autore giovane.
Non cerca di raccontare eppure racconta qualcosa.

Il regista ha cortesemente concesso di mostrarlo ai visitatori di cinemagay.it

Note dell’autore

Attraverso questo cortometraggio ho voluto lavorare sul linguaggio espressivo e sull’utilizzo del tempo.
Dal punto di vista espressivo e della messa in scena, il mio obiettivo è stato quello di rendere la storia realistica, nell’appartamento e nei momenti di intimità del personaggio, e pop e sensazionale, in discoteca e nell’incontro fuori casa.
Dal punto di vista del tempo ho voluto dilatarne la durata nelle scene intime, quando si eccita sul letto, si masturba in bagno e si rade la barba, ritmando, invece, maggiormente nelle scene in discoteca e nell’incontro finale.
Questo cortometraggio non è stato realizzato da una casa di produzione e non ha avuto un budget. Non ha avuto una pre-produzione.
È stato realizzato da una troupe, sul set, di quattro persone.
Ed è stato girato in un giorno e mezzo.
Per quanto riguarda i riferimenti pop, e scenografici, nonostante l’assenza di budget, ho fatto il possibile per evitare incongruenze ed anacronismi. Comprese le auto che si vedono fuori fuoco in lontananza dall’auto in cui il protagonista consuma la fellatio. Sono due auto di produzione antecedente al 1999 ed in circolazione in quegli anni.
La pettinatura del protagonista richiama quelle a spazzola e spettinate tipiche di quell’epoca, specie nell’universo dei cantanti come Gabry Ponte o Cesare Cremonini.
Anche le comparse hanno – nei limiti della fattibilità – un look che richiama quegli anni. A partire dai maschi che hanno visi sbarbati o pizzetti esagonali, visto che nel ’99 non era di moda la barba incolta, lunga o curata e definita come oggi. C’è stata cura anche negli annunci del bagno, in cui il numero di telefono – inventato di sana pianta – riporta lo zero nel prefisso, come all’epoca.
Insomma, questi e tanti altri dettagli di questo corto li sottolineo da autore e realizzatore per offrire la possibilità allo spettatore di adottare il concetto di proporzionalità e poter individuare come questo, pur essendo un progetto economy, sia un lavoro onesto, limpido e coerente con quello che si vuol raccontare, senza tralasciare i dettagli e quindi peccare di superficialità nel toccare un’epoca diversa da quella attuale.

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Un commento

  1. Mi è piaciuto. Nella sua apparente semplicità questo corto contiene un messaggio profondo e fondamentale per chi non si è ancora dichiarato neppure a se stesso. Io sto bene con me stesso?

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