I Love Radio Rock

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I Love Radio Rock

Delizioso film, forse solo un po’ troppo lungo, che vuole omaggiare la dedizione e l’amore per la musica dei primi disc-jockey radiofonici inglesi, quando nel lontano 1966 costruirono, nel mezzo del mare del nord su una nave destinata al macero, una stazione radio pirata che trasmetteva giorno e notte musica rock e pop. Questa musica aveva solo due ore settimanali nell’etere britannico monopolizzato dalla BBC, mentre i fans si moltiplicavano a migliaia in tutto il paese. Nell’occidente stava crescendo quel movimento di contestazione e liberazione che avrà il suo apice nel leggendario ’68. Il film, diretto da Richard Curtis (regista di Love Actually e sceneggiatore di 4 matrimoni e un funerale), segue un po’ lo stile dei classici M.A.S.H. e Animal House, solo un po’ meno impegnato politicamente (anche se la parodia del governo britannico e dei suoi ministri è quasi parossistica) e tutto concentrato su musica e sesso. L’equipaggio della nave deve essere, per regolamento, composto da soli uomini, ma c’è una eccezione giustificata: la cuoca Felicity (Katherine Parkinson) è una donna ma è una lesbica convinta, che nel corso del film dovrà dichiararsi diverse volte ai nuovi arrivati (“Una donna, sono cambiate le regole su questa nave?” “Sono lesbica” “Sempre o soprattutto?” “Sempre”). Quando, durante uno dei giochetti che si fanno per riempire il tempo libero, bisogna rispondere alla domanda “non ho mai fatto sesso con un uomo”, sarà la prima ad alzare la mano, mentre qualcun altro, non potrà fare lo stesso. Sulla nave vengono però invitati per brevi visite temporanee diversi ospiti, soprattutto fans femminili della radio, felicissime di soddisfare i loro idoli radiofonici. Tra queste arriverà anche la compagna giusta per la nostra amorevole cuoca lesbica.

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3 commenti

  1. Spassoso. Consigliabile per una bella serata senza pensieri. ? bravissimi gli attori, peccato non sia stato dato maggiore spazio al personaggio di Felicity. Cmq lo consiglio.

  2. zonavenerdi

    Divertente, ma non troppo. Appassionante, ma non abbastanza.

    Storia della prima radio privata britannica che trasmetteva sul mare e del governo che cercò di bandirla per mantenere immutato il monopolio della Bbc. Sullo sfondo il Regno Unito degli anni ’60.

  3. Marco Mori

    Ho passato le 2 ore più divertenti dell’ultima settimana (escluse quelle di sesso, eheh).
    Brillante, frizzante, immagini già a metà come andrà a finire, ma poco importa perché signori: è rock!
    TI fa ridere, ti emoziona e ti fa incazzare avere 30 anni ora e non averli avuti allora quando tutto sembrava…possibile.
    Urge dvd per i momenti di cattivo umore.
    Da vedere e rivedere.

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trailer: I Love Radio Rock

https://youtube.com/watch?v=gUGHTvbPRlo%26hl%3Dit%26fs%3D1

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“L’epopea umana e musicale di Radio Rock e della sua fauna di deejay votati alla causa, a Jimi Hendrix e all’egocentrismo variopinto, è raccontata con abile umorismo e toccante atmosfera da Richard Curtis che scrisse ‘Quattro matrimoni…’, ‘Notting Hill’ e i film di Bridget Jones. Un timido 17enne con look da beatle sale a bordo, diviene mascotte e testimone di epiche disfide tra onde e vinile, nonché di un crazy matrimonio impossibile e della prima parolaccia on line (‘Sara il c… che ci fotterà’). Trova un padre nel club di solo uomini (con cuoca lesbica), poi naufraga con sottofondo di ‘A Whiter Shade of Pale’ nel gran finale in stile Attimo Fuggente sul Titanic, sulle rive di Mompracem.” (Alessio Guzzano, ‘City’, 12 giugno 2009)

“Sembra una farsa, invece è cronaca. ‘I love radio rock’, diretto da Richard Curtis sceneggiatore di ‘Quattro matrimoni e un funerale’, ‘Notting Hill’, racconta la storia con esattezza e insieme romanzandola: il protagonista che sale sulla nave come avrebbero voluto fare milioni di ragazzini impara rock, vita e amicizia: il gruppo di dj capitanato dall’incantevole The Count, Philip Seymour Hoffman, gli insegna creatività, indipendenza e disobbedienza, oltre a simboleggiare quanto fossero differenti e migliori, nei Sessanta, le persone. La grazia e il divertimento del film sono brillanti, fuori del comune.” (Lietta Tornabuoni, ‘L’Espresso’, 18 giugno 2009)

“La descrizione d’ambiente è perfetta, un insieme di feste, sesso e droga praticati con la maggiore libertà. E’ una delle rare volte in cui gli Anni Sessanta non vengono ricordati con superficialità e melensaggine, ma evocati attraverso pulsioni profonde d’insofferenza e rivolta”. (Lietta Tornabuoni, ‘La Stampa’, 12 giugno 2009)

“‘I Love radio rock’ si presenta come una sorta di musical pop-rock condotto da un gruppo di attori strepitosi e meravigliosamente assortiti, capaci di calarsi nei panni di personaggi mitici e reali che hanno fatto sognare una generazione intera di inglesi. Oltre a Branagh (e a un cameo strepitoso di Emma Thompson) c’è Philip Seymour Hoffman nei pani de Il Conte, il barbuto grosso leader americano della radiofonia libera, secondo solo a Rhys Ifans, in arte dj Gavin, una star assoluta, ipersessuato, capace di una conduzione radiofonica provocatoria, iconoclasta e oggi semplicemente impensabile. E poi, a capo di tutta la baracca, c’è Bill Nighy, il manager, elegante, raffinato, illuminato, completamente fuori di testa. Insomma c’è di che divertirsi in questa ricostruzione raffinata e musicalmente ineccepibile.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 18 giugno 2009)

“La magnifica stagione libertaria delle radio pirata, con studi di registrazione e stazioni trasmittenti al largo del mare del Nord, rivive nell’ultimo film di Richard Curtis, l’autore di ‘Quattro matrimoni e un funerale’, e di ‘Love Actually’, intitolato in originale ‘The Boat that rocked’, una commedia energica e leggera come un integratore di vitamine.” (Flaviano De Luca, ‘Il Manifesto’, 12 giugno 2009)

“Che bella sorpresa ‘I Love Radio Rock’, originalissima, spiritosa e perfino commovente commedia, che racconta la storia vera di Radio Caroline, un’emittente privata che sfidò leggi incredibilmente repressive. Mare dei Nord, 1966. Ha un successo clamoroso in tutta la Gran Bretagna la radio pirata che su una nave molto al largo trasmette rock. Ma il ministro astioso le dichiara guerra. Avrà pane per i suoi denti. Accompagnata dalla magnifica colonna sonora, destinata a far sussultare il pubblico coi capelli grigi, una superba squadra d’attori, da cui alla fine spiace separarsi.” (Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’, 12 giugno 2009)

“Il regista Richard Curtis non ha scordato come si mette assieme una buona sceneggiatura, rispetto a quando scriveva successi dal titolo ‘Quattro matrimoni e un funerale’ o ‘Notthing Hill’: anche se questa volta esagera un po’ nel moltiplicare i finali di un film lungo 2 ore e 10′; senza, tuttavia, generare un attimo di noia.” (Roberto Nepoti, ‘la Repubblica’, 12 giugno 2009)

“Sesso, droga e rock’n roll, e un poco di Titanic, in questa commedia intelligente, divertante, ben scritta e diretta da Richard Curtis che vi consigliamo di andare a cercare anche nelle brume dei multiplex dell’hinterland. Perché ‘The boat that rocked’ è un film pieno di humour e musica, che si meritava un’uscita diversa: ma si sa che le major non sono cinofile.” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 12 giugno 2009)

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