Freak Show

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Freak Show

I film sugli adolescenti, così come tante serie, tendono spesso a presentarci i diversi personaggi come caratteri pre-costruiti, quasi delle macchiette,  soprattutto per i ruoli più secondari. Non è il caso di questo interessante ed originale film, presentato in anteprima alla Berlinale 2017 e scelto come film di chiusura dell’importante Oufest losangelino. Un’ottima opera prima (della regista Trudie Styler, moglie di Sting), dove stile e contenuti procedono con la stessa rilevanza, regalandoci un solleticante piacere per gli occhi e interessanti spunti di riflessione. Ancora più notevole se pensiamo al risicato budget disponibile che ha costretto la troupe a soli 22 giorni di riprese. La storia è ricavata dall’omonimo romanzo di successo pubblicato nel 2007 da James St. James. Il messaggio del film è ancora quello che siamo tutti un po’ diversi e che dobbiamo abbracciare le nostre diversità anziché vergognarcene. Facile a dirsi ma non sempre a realizzare. Un film come questo, capace di regalarti una grande sicurezza in te stesso, è assolutamente da amare.
Billy Bloom ( Alex Lawther, visto in “The Imitation game”) è un ragazzo ‘favoloso’ che cerca di capire se stesso ed il mondo che lo circonda, senza tradire o nascondere nulla della sua ‘favolosità’, cosa che invece tutti vorrebbero convincerlo a fare. Billy deve la sua fermezza all’amata madre Muv (Bette Midler, torna al cinema dopo 4 anni), che gli ha instillato fiducia e decisione, ma quando un giorno scompare, Billy è costretto a vivere col ricco padre (Larry Pine) nella lussuosa villa di campagna e frequentare una scuola conservatrice del Sud. Florence (Celia Weston), la governante, cerca di metterlo in guardia: “Questo non è il Connecticut, ora sei negli stati rossi”. Ma Billy è deciso a presentarsi nella nuova scuola col suo abbigliamento preferito, camicia pirata, giacca nera altamente decorata e un seducente cappellino, anziché i jeans blu che Florence gli consiglia. Oltre ad una buona dose di mascara. Impossibile non diventare la preda preferita dei soliti bulli. Billy resiste, cerca anche di distrarsi mettendo gli occhi sull’ammirato giocatore di calcio Flip (Ian Nelson). Ha sempre parole appropriate per i bulli, che fronteggia fin quando può, ai limiti della sua vulnerabilità (sia interiore che esteriore, cosa che rende il personaggio assai completo e credibile). Il padre lo aveva messo in guardia: “Il chiodo che sporge è sempre il primo a venire battuto”. Ma lui insiste, perché non è stato lui a scegliere la ‘favolosità’, ma è lei che lo ha scelto. Quando si risveglia dopo cinque giorni di coma in seguito ad un pestaggio, la prima cosa che chiede è il lucida-labbra. E da quel momento si guadagna, oltre al nostro, anche il sostegno del campione di calcio Flip (che scopriremo più interessato all’arte che allo sport). Arrivando fino alla decisione di correre per il premio di reginetta dell’anno… “Da qualche parte tra David Bowie, Lady Gaga, Freddy Mercury e Oscar Wilde, nello spazio trasgressivo della cultura pop, un’opera vestita da commedia d’alta scuola, con arguzia, cuore ed un cast abbagliante. E’ la violenza della conformità contro la potenza dell’autodeterminazione” (Berlinale).

synopsis

In the vein of CLUELESS and NAPOLEON DYNAMITE, FREAK SHOW tells the moving, heartwarming, and hilarious story of Billy Bloom, a boldly confident, wildly eccentric teenager, who faces intolerance and persecution at his ultra conservative high school, and decides to fight back on behalf of all the misunderstood freaks of the world by running for the title of homecoming queen.

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