Easy Girl

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Easy Girl

Olive Penderghast, liceale irreprensibile e anche un po’ invisibile, dopo essersi abbandonata con un’amica ad una piccola bugia sullo stato della propria verginità, viene travolta dai rapidissimi pettegolezzi della scuola. Incredula e testarda, si cuce addosso una “lettera scarlatta” e decide di lasciar credere ai compagni ciò che vogliono, per vedere fino a che punto possono spingersi il loro pregiudizio e la sua discriminazione… Il film, che formalmente trova una formula semplice ma efficace e azzeccata, utile a tenere saldi ritmo e curiosità, salta tanto le tipologie antropo-teen più abusate (non ci sono secchioni, supersportivi, nerd brufolosi, ma solo qualche molesta bionda ultrareligiosa) quanto le premesse inutili e sorpassate: non si tratta di perdere un’innocenza che non esiste, ma di testare in prima sofferta persona la spinta all’omologazione di un’età tanto cruciale quanto sorda e cieca, e di approdare a quel riconoscimento e apprezzamento di sé che è il fine di tanti racconti simili imboccando però una strada inversa al comune senso di marcia. Per farlo, ci voleva una protagonista speciale e questo film ce l’ha. La Olive di Emma Stone, per la prima volta star assoluta dello show, con una voce che andrebbe davvero ascoltata in versione originale, è sveglia e tosta a sufficienza, degna figlia – cinematograficamente parlando – di due genitori quali Stanley Tucci e Patricia Clarkson. Esce dal cilindro un ritratto attendibile, orchestrato non a caso come una video-documentazione, di una generazione di giovani americani disposti a pagare perché si dica in giro che fanno sesso senza che sia vero (se il quadro sia più divertente o più avvilente è questione aperta e detta il tono agrodolce del film) e un bel modo di rispolverare il romanzo di Hawthorne, senza esimersi dallo sconsigliare apertamente l’adattamento con Demi Moore. (Marianna Cappi, MyMovies.it). Il film si merita due G per il personaggio di Brandon (Dan Byrd), l’amico gay della protagonista che deve difendersi ogni giorno dal bullismo omofobico dei compagni di scuola, e sarà il primo ragazzo che Olive cercherà di aiutare. Il film è entrato nelle nominations dei Premi GLAAD 2011.

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5 commenti

  1. zonavenerdi

    Un film molto bello. Ovviamente era una commedia e non si poneva quindi l’obiettivo di lanciare nessun messaggio. Rispetto a quanto detto qualche messaggio fa volevo inoltre far presente che li non si volevano rappresentare gli Stati Uniti; ma un particolare tipo di scuola in cui sono presenti gruppi fanatici religiosi. Riguardo al film. Il personaggio gay è uno dei tanti che “sfrutta” la situazione per poi non ricambiare al momento del bisogno di Olive (anche se bisogna ammettere che è l’unico che è giustificato per il suo comportamento).

  2. reader81

    Mi aspettavo meno del nulla da questo film, invece devo dire che ho trascorso un’ora e mezza velocemente, e non sono mancati momenti di risate.
    Ovviamente la sceneggiatura è nello standard, ma gli attori li ho trovati in parte, e tutto sommato l’ho trovato azzeccatissimo per le nuove generazioni perchè il film diverte, senza scadere nel cattivo gusto.
    Promosso.

  3. AndrewLiga

    io l’ho trovato molto interessante, sebbene si tratti di una commedia per teenager, perchè si distacca un po’ dai soliti stereotipi delle commedie rosa, ed è infarcita di humor.
    Il finale ovviamente è standard.

  4. istintosegreto

    Commedia di poche pretese, che riesce a strappare qualche risata. Intelligente il rimando alla “Lettera scarlatta”, per far capire quanto la condizione femminile, nonostante i secoli che passano, rimanga molto svantaggiata rispetto a quella maschile. Ricordo ancora quando una mia compagna di corso all’università, in tarda primavera, decise di indossare una minigonna anziché i soliti jeans. La poverina venne criticata molto duramente dalle altre ragazze, specialmente quelle meno carine. Se si pensa che la vicenda del film è ambientata in un liceo, è facile credere che una giovinetta (vergine), tanto poco intelligente da fingersi incline alla lussuria, sia messa alla pubblica gogna. Da bambino avrei preferito appartenere all’altro sesso. Da adulto ho capito che è meglio avere il pistolino.

  5. film simpatico ma… è troppo assurdo che una ragazza solo perché fa sesso (o così dice) con un ragazzo, uno solo, alle superiori, venga definita puttana, voglio dire, ma quando mai! poi dopo che comincia a fingere di starci con tutti e a vestirsi in quel modo ok, ma prima… non ci credo che in America siano davvero COSI’ TANTO bigotti… andiamo!

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trailer: Easy Girl

https://youtube.com/watch?v=Mcy7RXbg6HI

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CRITICA:

Teen-movie più intelligente della media. La liceale Olive fa credere di essersi sbarazzata della verginità per sentirsi più popolare. E lo diventa assai: presso i maschietti in tempesta ormonale, che la guardano con occhi diversi (uno la “noleggia” per togliersi la fama di gay) e presso i suoi coetanei della lega per la castità, i quali individuano in lei il massimo dei pericoli. La satira dei moralisti americani resta blanda; ma è carina l’idea di parafrasare “La lettera rubata” di Hawthorne (la ragazza si appunta una grande “A” sugli abiti) in chiave “American Pie” (La Repubblica)
La giovane Olive (Emma Stone) porterà una bella ’A’ sul petto proprio come l’Ester della Lettera scarlatta di Hawthorne. L’ironica liceale appassionata di cinema non è adultera bensì promiscua. Per uscire dalla frustrazione della verginità ha inventato un atto sessuale. Avrà tutti contro: compagni di scuola maschietti allupati, corpo docenti bacchettone (Malcolm McDowell preside autoritario al contrario che nel mitico If) e la migliore amica. Narrato dal punto di vista di una strepitosa teen ager che rimpiange il romanticismo maschile dei giovani mélo anni ’80 come Breakfast Club (ennesima celebrazione del compianto John Hughes dopo Parto col folle), ha sempre la battuta pronta (avrà preso dai simpatici genitori Patricia Clarkson e Stanley Tucci) e possiede la sensuale schiettezza di un’Emma Stone in zona Shirley MacLaine. Secondo recente gioco con un classico della letteratura (dopo Tamara Drewe), Easy Girl trasforma la Stone, dopo Benvenuti a Zombieland, in una pietra miliare della commedia sentimentale per ragazzini con neuroni. (F.Alò, Il Messaggero)

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