Duck Butter

Duck Butter
Esprimi il tuo giudizio
Aggiungi ai preferiti
  • Tendenza LGBT LLL
  • Eros
  • Media voti utenti
    • (5 voti)
  • Critica
Guarda il trailer

È possibile vedere questo film su:

Cast

Duck Butter

Questa volta dobbiamo proprio elogiare Netflix che ci regala un interessante film a completa tematica lesbo (ma cambierebbe poco se i due protagonisti fossero una coppia etero), recentissimo (presentato all’ultimo Tribeca Festival) e perfettamente doppiato in italiano. Il titolo del film è uno slang per le secrezioni vaginali. Il film, pensato per cinque anni ma girato quasi tutto nello spazio di 24 ore (un tour de force per le attrici che sul finale si rende visibile nella stanchezza dei loro volti, pregio e non difetto), non è per tutti i palati, cioè se amate film con storie avvincenti e movimentate, qui probabilmente potreste annoiarvi. Se invece amate film introspettivi, dove i movimenti sono per lo più interiori, finalizzati a farvi riflettere sui vari aspetti della vita, questo è il film che fa per voi. Il messaggio lanciato (quasi gridato, anche letteralmente) è sul significato dell’amore, cosa vuol dire amare veramente una persona, oltre il desiderio ed il sesso. Quasi un test psicologico, quello che una delle protagoniste, Sergio (il nome fu scelto dalla di lei madre che voleva un figlio maschio e soprattutto un figlio capace di andare oltre la normalità), interpretata da una bravissima Laia Costa, vuole sottoporre a Naima (Alia Shawkat, anche sceneggiatrice), una ragazza che ha appena conosciuto in un locale lesbo dove lei si esibisce come cantante. Tra le due donne c’è subito una forte attrazione sessuale ma entrambe vorrebbero qualcosa di più, l’amore tanto desiderato e mai trovato. Il test che Sergio propone potrebbe essere così spiegato: se ami veramente una persona, la ami anche per i suoi difetti o particolarità o stravaganze, anzi dovresti amarla ancora di più proprio per questi (come una madre che quando scopre il figlio gay l’ama ancora di più, proprio per la sua vulnerabilità in quanto gay).
Sergio è una ragazza di origini spagnole che sembra aver esaudito il desiderio materno di avere una figlia speciale, lontana dalla norma. E’ intelligente, eccentrica senza essere esibizionista, coraggiosa nelle sue scelte (sebbene conosciamo assai poco della sua storia) ed ha chiaro quello che vuole. Noi ci siamo subito innamorati di lei. Naima è un’aspirante attrice che vuole intromettersi nelle decisioni dei suoi registi, col risultato di venire licenziata dal set. Sembra non aver ancora capito come funziona il mondo, col rischio di farsi del male da sola. Sergio e Naima sono due donne vulnerabili, la prima per non aver ancora trovato l’anima gemella, la seconda per essere ancora troppo indecisa sul suo futuro. Ad entrambe serve maggior esperienza della vita, altri errori in cui cadere e dai quali imparare. Come quest’occasione offertale dal loro incontro. Dopo un caldissimo amplesso (le scene di sesso sono molte e assai realistiche, senza le pretese stilistiche che rendevano assai fredde quelle di “La vita di Adele”) Sergio propone a Maina di vivere 24 ore in perfetta simbiosi, come per ottenere una sintesi di quello che potrebbe accadere in una coppia che sta insieme per diversi mesi, e scoprire subito l’essenza del loro rapporto. Stare sempre insieme, anche quando si va al cesso, fare l’amore ogni ora e riempire lo spazio restante parlandosi di tutto, di se stessi, della storia famigliare e amorosa e delle proprie convinzioni. “Voglio conoscerti, per davvero” dice Sergio a Naima mentre le sta proponendo il patto delle 24 ore. E se sono rose fioriranno. Naima inizialmente rifiuta (non se la sente di condividere tutto, anche il proprio lavoro), la richiesta è sicuramente troppo coinvolgente, troppo fuori dalla norma. Succede però che Naima, come dicevamo, perde il lavoro e si trova ad essere completamente libera e padrona di se stessa. Decide quindi accettare il patto di Sergio, senza spiegarle il vero motivo del suo cambio d’opinione. Primo errore di Naima: una scelta che non proviene da se stessa, da una sua convinzione o bisogno interiore, ma dettata da una contingenza esterna (la perdita del lavoro). Sergio sarà tremenda nel mettere alla prova Naima, con continue provocazioni ed eccessi (fino a buttarle in faccia la cacca del cane). Ma Sergio vuole sapere la verità: Naima l’ama davvero? è in grado di comprenderla e di accettarla fino in fondo? oltre le apparenze, il disgusto, l’anormalità? Quando Sergio rimane delusa dall’ultima visita della madre e si sdraia piangente sul letto, Naima la comprende, le si sdraia a fianco, la copre col suo corpo, come per difenderla e proteggerla…

Condividi

Un commento

  1. La cacca non è di cane, ma di Sergio 🙂
    Bel film, forse come dice la recensione un po’ lento. Ho empatizzato con Naima, Sergio soprattutto verso la fine non mi stava molto simpatica.

Commenta


trailer: Duck Butter

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.