Dólares de arena

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Dólares de arena

Noelì è una giovane e bellissima ragazza dominicana. Per mantenere se stessa e il fidanzato Yeremi, che si spaccia per il fratello, si prostituisce con i turisti presso la spiaggia di Las Terrenas, instaurando relazioni anche durature con uomini e donne. Fra questi, interpretata da una splendida Geraldine Chaplin, c’è Anne, un’anziana francese che da tre anni vive nell’isola, diventata per lei un’ideale rifugio dalla vita. Anne è sinceramente innamorata di Noelì e il suo sogno è di portarla con sé a Parigi. Nonostante per la giovane dominicana questo rapporto rappresenti principalmente una scelta di convenienza, ben presto in lei si fanno spazio sentimenti inattesi e ambigui. Quando scopre di essere incinta, si troverà di fronte a una difficile scelta. Rimanere a Las Terrenas, e mantenere il legame passionale con il padre di suo figlio, o trasferirsi in Europa insieme alla donna con la quale ha instaurato una relazione d’amore impossibile, fatta di cura reciproca e solitudine? (TGLFF)

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An older European woman becomes enchanted with a young Dominican woman who must struggle to make ends meet. Love brings a flow of entanglements in a drama which unfolds like palm trees in an irresistible storm.

CRITICA:

Le spiagge della Repubblica Domenicana sono ancora una volta lo scenario nel quale si muovono i personaggi di Dólares de Arena, ultimo lavoro della coppia, nel cinema e nella vita, formata da Laura Amelia Guzmán e Israel Cárdenas. I registi, entrambi classe 1980, sono arrivati a Roma per presentare il loro ultimo film al Festival Internazionale del Film di Roma, accompagnati da una delle due protagoniste, Geraldine Chaplin. Registi e attrici erano reduci dalla calorosa accoglienza tributata loro all’ultimo Festival di Toronto e al Festival di Chicago dove Geraldine Chaplin ha ricevuto il premio come miglior attrice. Guzmán e Cárdenas, registi e sceneggiatori di Dólares de Arena, si sono liberamente ispirati al romanzo Sand Dollars dello scrittore francese pieds-noir Jean-Noël Pancrazi.
Le splendide spiagge di Las Terrenas nelle Repubblica Domenicana sono piene di turisti europei che cercano di fuggire dal loro mondo. Tra questi un uomo che dice addio alla sua “ragazza domenicana” perché costretto a tornare, suo malgrado, a casa. L’uomo regala una collana alla ragazza come pegno del suo amore e in ricordo di lui e se ne va. La giovane si chiama Noelì e ha un fidanzato che vorrebbe fare il musicista: i due appena possono vendono la collana e prendono i soldi. Noelì si prostituisce per sopravvivere. I due giovani hanno dei sogni e hanno un piano per provare a realizzarli: Noelì ha una relazione con una matura donna francese, Anna, che ha deciso di passare gli ultimi anni della sua vita a Las Terrenas. Noelì finge che il suo ragazzo sia in realtà suo fratello per fare in modo che Anna la porti con sé in Francia dove potrà trovare un lavoro e inviare anche denaro al suo ragazzo. Tutto si complica perché il rapporto tra Anna e Noelì diventa sempre più confuso tra convenienza e vera intimità.
Nel 2010 Guzmán e Cárdenas hanno fatto il giro del mondo con Jean Jentil, menzione speciale nella sezione Orizzonti della 67. Mostra di Venezia. Il film raccontava la storia di un professore che da Haiti si reca a Santo Domingo in cerca di lavoro. Il peregrinare infruttuoso dell’uomo è un pretesto per mostrare una situazione complicata, anche alla luce del terremoto che ha messo in ginocchio l’isola. I due registi continuano la loro indagine sulla società e sulla realtà della Repubblica Domenicana: Dólares de Arena è dunque in parte un ideale proseguimento di un percorso intrapreso con Jean Jentil. Noelì e il suo ragazzo vivono in una baracca, sognano una vita migliore e per sopravvivere Noelì deve fare la “ragazza di compagnia”. L’amore di Anna nei confronti della bella e giovane Noelì è compreso solamente dai suoi amici altoborghesi che come lei si rifugiano sulle spiagge domenicane in ville lussuose dove tutto si ferma. Anna è sola, il figlio non le parla e non si scopre mai il perché, rinasce con Noelì e si ferisce con un sentimento che nel fondo del suo cuore sa essere finto perché, almeno in parte, “comprato”.
Dólares de Arena mette in luce un rapporto delicato tra due donne ma nel far questo mette troppo da parte lo squilibrio che è alla base di tutto. Anna e Noelì vivono in un mondo dove l’impronta coloniale è ancora forte e salda e nel quale l’Europa e i suoi soldi possono comprare tutto. L’analisi di quest’universo legato all’attrazione puramente esotica dei corpi di giovani uomini e di giovani donne da parte di mature signore e anziani signori provenienti dal vecchio continente, si trova in questo film come in molti altri girati in precedenza, tra cui, solo per citarne uno, Verso sud (2005) di Laurant Cantet, presentato sempre al Festival di Roma nel 2006.
Anna, interpretata da una composta e delicata Geraldie Chaplin che si mette a nudo in tutta la sua fragilità, si lascia portare via tutto, denaro e amore, consapevole che il suo potere di ricca donna francese può comprare tutto e può ottenere persino i documenti per Noelì, è allo stesso tempo il suo punto debole: Anna cerca la vita nella forza, nella bellezza e nella giovinezza di Noelì, ma non può ottenere, nonostante i suoi poteri di ricca donna, tutto quello che vuole, solo uno sprazzo di felicità momentanea. Il rapporto tra le due donne è un continuo alternarsi di amore, affetto e cinismo.
Dólares de Arena scorre lento nell’osservazione dei corpi nudi, nel mostrare la forza prorompente della natura, e non smuove nulla di quel mondo ovattato, dei ricchi signori arroccati nelle loro ville, seppur spesso circondate spesso da una profonda solitudine: sono uomini e donne che vivono sulle ceneri di una società martoriata e sulla pelle di un popolo umiliato e povero, che non può far altro che derubarli quando ne ha l’occasione. (Alice Casalini, cinemafrica.org)
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La plutocrazia in spiaggia: soldi che consentono di comprare un angolo di pace in un paradiso tropicale, che permettono di ottenere compagnie tutt’altro che spontanee, che offrono la speranza di potersi costruire un futuro altrove. C’è questo alla base di Dólares de Arena di Israel Cárdenas e Laura Amelia Guzmán, presentato nel corso della nona edizione del Festival del Film di Roma nell’ambito della sezione Cinema d’Oggi. Il film – liberamente ispirato al romanzo Sand Dollars di Jean-Noël Pancrazi – racconta la controversa relazione fra una matura donna francese e una ragazza dominicana, fotografando in realtà una doppia fuga dalla propria condizione di partenza: Anna ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita nella Repubblica Dominicana, allontanandosi fisicamente dalla propria patria e dai propri ricordi, mentre Noelì sogna un futuro in Europa, lontano dall’isola caraibica, dove vorrebbe costruirsi un avvenire.
Malgrado il minutaggio davvero contenuto (80 minuti appena), Dólares de Arena comincia prestissimo ad arrancare a causa di una struttura narrativa estremamente esile, decisamente poco originale e avvincente: la routine della relazione fra la signora e Noelì diventa il vero leit motiv della storia, che ripropone incessantemente le stesse situazioni, secondo uno schema che se in parte è funzionale alla rappresentazione delle dinamiche interne al rapporto, dall’altra si fa latore solo di ripetitività.
A farla da padrone sono quindi gli splendidi paesaggi della Repubblica Dominicana – i palmeti lussureggianti e le spiagge incontaminate, le acque cristalline e la sabbia bianchissima – e i dettagli fisici dei personaggi, sui quali i due registi indugiano costantemente, costruendo su di essi il vero ritmo del racconto: il corpo diventa quindi protagonista, da un lato quello ormai sfiorito di Anna (che ha il volto di Geraldine Chaplin) dall’altro quello scattante della dominicana (Yanet Mojica), che fa della sua gioventù e del suo appeal la sua personale arma di conquista per il mondo.
Cinismo e sentimento sono i due pilastri su cui si costruisce Dólares de Arena, che si gioca tutto sull’ambiguità costante che fa da substrato ai diversi rapporti al centro del racconto, da quello fra le due donne a quello che lega Noelì al suo ragazzo: difficile dire se ci sia un effettivo coinvolgimento emotivo o se sia tutto frutto di un calcolo di convenienza fra le varie pedine della storia, ciascuna apparentemente più impegnata a raggiungere con successo i propri obiettivi che propensa al confronto con l’altro (Anna vorrebbe Noelì tutta per sé, Noelì vuole andare in Europa per attingere ancora più copiosamente dalle tasche della donna, il suo ragazzo sogna di poter fare il mantenuto a distanza…). Il film si adagia nella contemplativa osservazione dei personaggi, seguendoli nei loro lunghi pomeriggi in spiaggia o nelle serate trascorse fra le luci al neon di qualche locale del posto, muovendosi in un territorio di assoluta desolazione emotiva, fra solitudine, senso di emarginazione, amori non corrisposti e tradimenti. Cronaca poco partecipata e distaccata di un amore impossibile, di un sogno irrealizzabile. (Priscilla Caporro, Quinlan.it)

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Remarkable sensitivity and exacting verisimilitude are just two of the many selling points for “Sand Dollars,” a psychologically nuanced portrait, set in the Dominican Republic, of an older American woman in an unequal lesbian relationship with a much younger local. A further plus is Geraldine Chaplin, finally given a serious, uncaricatured role worthy of her talents. Co-writing/helming duo Laura Amelia Guzman and Israel Cardenas (“Jean Gentil”) have delivered their best film yet, and their perceptive, nonjudgmental handling of all parties is quickly being recognized by fests worldwide. Stateside and Euro arthouse distribs are likely to reap the benefits.
Sex tourism is the name of the game as 20-year-old Noeli (liquid-limbed newcomer Yanet Mojica) learns that a Frenchman (Bernard Bizel) she’s presumably been sleeping with is returning to Europe, and she plays things up, asking him for money. Instead, he gives her a chain, which she and her b.f., Yeremi (Ricardo Ariel Toribio), immediately sell. The guy was likely one of many visitors whose generosity Noeli uses to her advantage on the beaches at Samana, but with Anne (Chaplin), there’s something different. That’s because Anne is hopelessly in love with her.
Anne’s backstory is only sketched in, but the discreet script provides all that’s needed, and Chaplin’s intelligent, vulnerable performance does the rest. A relatively well-off woman who’s part of the more intellectual jet set, she’s estranged from her son in France, though she speaks of returning to Paris. However, the draw of Noeli’s youth, her vivacity and her body keeps her in the Dominican Republic, in a kind of limbo that’s put her future in stasis. What does Noeli get out of it, after three years in this lopsided relationship? Anne’s been promising to get her a visa so the two can go to France together. There’s also the money Anne gives her, which goes to support the unemployed Yeremi (passed off as Noeli’s brother), who is all too happy to let “the old woman” provide the change in his pocket.
Noeli might not be able to verbalize it, but cash and the promise of a visa aren’t the only reasons she keeps going back to Anne, and part of the pic’s strength is its refusal to reduce these characters to stereotypes. There’s the sense of ease Noeli feels in the older woman’s company, the feeling of protection and playfulness, even when the latter occasionally descends into power games: Anne may have status and money, but Noeli has youth, and she’s not above toying with her benefactress to get what she wants.
While there’s a whiff here of Ulrich Seidl’s “Paradise: Lost,” Guzman and Cardenas treat the theme very differently. Anne, given to moroseness and deeply unsatisfied with how life has turned out, full of endless possibilities yet little impetus, knows her obsession with Noeli is untenable – it’s as if she’s living an adapted version of Noel Coward’s song “Mad About the Boy,” with its lyrics: “Lord knows, I’m not a fool girl / I really shouldn’t care,” followed by “Will it ever cloy? / This odd diversity of misery and joy.”
Another element the filmmakers get absolutely right is the jet-set crowd, or at least the old-moneyed subset with just enough liquidity to allow them the luxury of a global, multilingual lifestyle. From the outside it may look glamorous, but for these folks, there’s something deeply unsatisfying about such a directionless existence. Anne passes her days in a large, empty hotel, occasionally meeting up with old friends like the similarly jaded Thomas (Hoyt Rogers), or meeting new ones like Goya (Maria Gabriella Bonetti), who could be a younger version of herself.
Chaplin’s performance is characterized by a lack of vanity and an almost magical combination of empathy and pathos. Anne knows she’s deluding herself, which means she’s completely aware of the impossibility of her obsession, and yet, as seen through Chaplin’s emotionally riveting, fearsomely needy eyes (never have they looked more like her father’s), her humanity is all too understandable. So, too, the source of her affection: Mojica’s easy grace is bewitching. Noeli also yearns for something — a true demonstration of Yeremi’s love — yet is unlikely to find satisfaction.
In the past, Guzman and Cardenas wrote and lensed their films together; for the first time, they’ve adapted their script from a novel, and Cardenas shares d.p. credit with Jaime Guerra. Perhaps that’s why “Sand Dollars” marks such a leap forward for the directors, in terms of its narrative suppleness and visuals. One flaw, however, is an overuse of strong background light, which at first seems a clever, perhaps generous way of semi-disguising Anne’s age, since the figure is often cast in shadow. At the start the concept works, but repetition causes it to lose any meaning. (Jay Weissberg, Variety.com)

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