Film vincitore della settima edizione del Sicilia Queer Filmfest, con la seguente motivazione della Giuria: “per la forza della messinscena e l’accuratezza del taglio proposto, che ha offerto un misto perfetto di finzione e realtà portando lo spettatore alla ricerca della verità. Il film non giudica mai i propri personaggi né mostra pietà nei loro confronti, ma si pone al loro stesso livello. Il film descrive la complessità delle relazioni umane partendo dalla situazione dei giovani rumeni e bulgari mostrati con piglio documentaristico fino a trascendere il reale mediante scelte estetiche che conducono i protagonisti verso il fantastico. Queste persone reali costruiscono così di fronte la macchina da presa la propria storia divenendo tanto eroi quanto delle vere e proprie figure mitologiche“. Riportiamo parte della recensione di Giampiero Raganelli su Quinlan.it: “Ma come fanno i marinai a baciarsi tra di loro a rimanere veri uomini però?” cantavano Dalla e De Gregori. È quello che cerca di capire il regista austriaco Patric Chiha nel suo viaggio nella Vienna by night, in un locale specializzato in prostituzione gay, il Rüdiger, dove chi offre il proprio corpo sovente indossa una classica divisa bianca da marinaio, richiamando un facile immaginario genettiano e fassbinderiano. A emergere in Brothers of the Night è la totale discrepanza tra quello che si è e quello che si mette in mercanzia come carne sul bancone di un macellaio. Gli aitanti giovinotti che ammiccano a un pubblico di mezza età, esibendo bicipiti, corpi che indossano calzoni che arrivano appena appena all’inguine, mentre a due passi c’è gente che gioca a biliardo, altro non sono che ragazzi della Bulgaria che si fanno vedere tra di loro le foto dei figlioletti rimasti con la madre in patria, cui inviano gli incassi della loro attività di prostituzione… Patric Chiha raccoglie le testimonianze di queste persone, fuori dal loro orario di lavoro. Ed emerge la loro totale normalità: fanno un lavoro di routine come qualsiasi operaio per mantenere la famiglia. Ma qualcuno sogna di trovare un lavoro normale, un giorno. Quelli che invece sono single ambiscono a prendere moglie, a volte anche con sistemi antiquati come i matrimoni combinati. E si parla anche di comprare moglie. Si passa così da un estremo all’altro del mercimonio sessuale. L’istituzione del matrimonio è comunque ben vista e riconosciuta. Alcuni invece vorrebbero anche un’avventura con una ragazza. E dove trovarla facilmente? Ovviamente in un bordello. Ed emergono anche delle punte di becero maschilismo, qualcuno vorrebbe regalare del Viagra alla propria donna per festeggiare l’8 marzo. Qualcosa però sembra sfuggire in questo clima di cameratismo. E due di questi ragazzi si abbracciano nel sonno, scambiando l’un l’altro per la propria donna. Una breccia di omosessualità pervade chi dell’omosessualità ha fatto solo un mestiere. Dopo tutti questi momenti di stasi si riprende a ballare e a proporsi alla clientela con fare lubrico. Salvo poi finire ancora una volta il turno. E nei titoli di coda Patric Chiha li mostra mentre si rivestono o si puliscono l’un l’altro, dall’olio che si erano cosparsi sui bicipiti. In fondo, come per i pugili ritratti da Stanley Kubrick in Day of the Fight, è la fine di una loro normale giornata di lavoro. (Giampiero Raganelli)
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