Brother of Sleep

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Brother of Sleep

Adattato da un romanzo di successo il cui autore è anche sceneggiatore del film, è la tormentata storia di un prodigio musicale, Johannes Elias Alder, nato e cresciuto in un misero villaggio alpino sul finire del 19mo secolo, che possiede il dono di saper suonare l’organo della chiesa, un talento che trae origine dalla sua sensibilità mistica ai suoni del mondo naturale. Figlio illegittimo del pastore locale, un sacerdote sacrilego che considera la sua presenza in quella comunità come un castigo e di una madre che non lo ama perché afflitta dal senso di colpa, Elias cresce in un ambiente ostile, avendo come unico amico un ragazzo suo coetaneo, Peter, figlio del borgomastro, che lo ama segretamente ed è il solo a capire l’estro musicale del compagno. Peter ha una sorella, Elsbeth, della quale s’innamora Elias che ne è corrisposto, ma mentre l’amore di Elsbeth è carnale, quello di Elias è spirituale e cerca di resistere alle lusinghe esplicite della giovane. Questo sentimento è spiato dal geloso Peter che pretende l’esclusiva nel cuore di Elias e arriva persino ad appiccare un incendio alla propria casa dove ha rinchiuso la sorella, mentre l’intero villaggio è raccolto in chiesa per la messa di mezzanotte di Natale… (segue sulla scheda)

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trailer: Brother of Sleep

https://youtube.com/watch?v=Px23vIoMVRk%26hl%3Dit_IT%26fs%3D1

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SINOSSI COMPLETA
Segue da sopra (CONTIENE FINALE)
… Allarmata dal crepitio delle fiamme che stanno devastando l’abitato, la folla si riversa fuori nel disperato tentativo di spegnere l’incendio e salvare il salvabile ed Elias penetra nella casa dove è rinchiusa Elsbeth, quasi soffocata dal fumo e la porta in salvo. Dell’incendio è incolpato uno strano individuo, una specie di asceta, che vive isolato dal resto del villaggio e che proprio durante la messa aveva rovesciato sui fedeli anatemi e giudizi per la loro ipocrisia e indifferenza nei confronti di un parroco che non è più in grado di celebrare il sacro rito, ormai ottenebrato dalla pazzia e, per vendicarsi, un gruppo di facinorosi, compreso Peter (il vero colpevole), si recano dal poveretto e lo bruciano vivo legato ad un carretto. Dell’assurdo omicidio e del dramma vissuto dalla sua gente, Elias sembra estraniarsi, depresso e inconsolabile per aver perduto la sua Elsbeth, partita anche lei, come la maggior parte dei villici, per altre destinazioni, seguendo l’uomo cui era stata promessa in sposa dalla famiglia sin dalla tenera età e al quale si era concessa vedendo deluse le sue aspettative con Elias. Neppure l’organo e la sua innata vocazione per lo strumento riescono a scuoterlo dall’apatia; vive all’interno della chiesa ridotta ad accampamento dai senzatetto, incoraggiato e sostenuto dall’inseparabile Peter che, per amor suo, è rimasto nel villaggio insieme ai pochi superstiti all’esodo. Quand’ecco giungere un messo del governatore della contea con l’incarico di censire tutti gli organi esistenti nella regione e scovare dei bravi organisti per farli partecipare all’annuale competizione organizzata dalla Curia della Cattedrale di Feldberg. Spinto da Peter, Elias esegue un brano e stupisce l’uomo che riconosce il genio di quel giovane straccione, malnutrito e a piedi scalzi e lo convince ad iscriversi al concorso. Al trionfo che ne segue, sbaragliando gli avversari e proclamato vincitore, assiste anche Elsbeth, ridotta a mendicare per le strade di Feldberg (e forse anche a prostituirsi) per nutrire se stessa e la sua bambina e curare il marito in fin di vita, ma non riesce ad avvicinarlo per la ressa che si forma attorno a Elias, il quale ode il richiamo di Elsbeth ma non fa in tempo a voltarsi perché trascinato a forza dentro la carrozza insieme a Peter. Il successo ottenuto e la prospettiva di una vita migliore che il fedele compagno continua a decantargli non cambiano l’indole e la riservatezza di Elias, che preferisce riprendere la strada verso casa, ma giunto nei pressi del villaggio si inoltra attraverso un sentiero che conduce a un laghetto in un posto noto solo a lui e ad Elsbeth cui un giorno l’aveva mostrato, un posto dove si rifugiava da bambino e dove esiste una singolare roccia che affiora dall’acqua, bianca e levigata, simile all’impronta di un piede gigante. L’aveva battezzata “l’orma del piede di Dio” ed era lì, coricato nudo sulla roccia, dove si recava ad ascoltare i suoni della natura e a vincere le sue angosce infantili quando lo deridevano chiamandolo “figlio del diavolo” perché generato da un prete. Ed è lì che egli torna per essere liberato dall’angoscia di vivere; si lascerà morire poco a poco con la convinzione di voler cessare di esistere, giorno dopo giorno, senza pronunciare una sola parola, accanto all’amico che vuol farlo vivere e che invece assiste impotente alla sua lenta fine, porgendogli da bere con le sue mani, che Elias rifiuta, accarezzandolo, supplicando di non lasciarlo e non ottenendo altra risposta che il sorriso di un uomo morente ma felice. Un mattino Elias non si sveglierà più, muore durante il sonno con il solito sorriso impresso sulle labbra che Peter troverà finalmente il coraggio di baciare, prima di nascondere il cadavere e ricoprirlo d’erba, sul quale si stende egli stesso, forse aspettando a sua volta di morire per continuare a stare con il suo adorato Elias. La scena finale vede Elsbeth salire al villaggio con la sua figlioletta ormai grandicella, senza l’uomo che aveva sposato, deviare verso il laghetto e sostare nei pressi dove sorgeva la roccia bianca, misteriosamente scomparsa, e spiegare alla figlia la forma di quella strana roccia “bianca come il latte e simile al tuo piedino, solo molto…molto grande”. (F.T.)

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