Breve historia del planeta verde

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Breve historia del planeta verde

Film del regista sperimentale Santiago Loza, vincitore a sorpresa del Teddy Award 2019. La sequenza iniziale, quasi senza parole, ci presenta i tre protagonisti nei rispettivi appartamenti, ognuno alle prese con la propria insoddisfazione. Tania (Romina Escobar), è una ragazza trans che si esibisce nelle discoteche di Buenos Aires, salvo sentirsi offesa e molestata dagli uomini che incrocia nelle strade. Il gay Pedro (Luis Soda) è una giovane creatura della notte che si sente in pace solo sulla pista da ballo del suo locale queer, mentre si sente un alieno in locali etero. Daniela (Paula Grinszpan) lavora come cameriera e deve elaborare un abbandono che le ha spezzato il cuore. Sono tre amici fin dall’infanzia, tutti e tre bullizzati dagli altri ragazzini, esperienze che li hanno portati a stringere un forte e duraturo legame. Sono tre figure ai margini, quasi degli alieni, che anche dopo molti anni si ritrovano insieme per affrontare le sfide della vita. L’ultima sfida arriva con la morte della nonna di Tania, che i tre vanno ad onorare nella loro città natale dove la nonna ha lasciato in eredità a Tania la vecchia casa. Qui si ritrovano davanti i meschini personaggi della loro infanzia e adolescenza, ma anche al segreto della nonna defunta, che per anni ha accudito un vero alieno, una piccola creatura, che sembra sempre in coma, ma che è stata la consolazione degli ultimi anni della nonna. Ora la nonna ha chiesto che questa creatura venga riportata nel posto dove era stata trovata. I tre amici, con l’ausilio di una mappa lasciata dalla nonna, iniziano quindi un viaggio attraverso l’Argentinaalla alla ricerca di quel luogo misterioso…
Ma non pensate ad un film di fantascienza, al regista interessa soprattutto metterci davanti a tre personaggi che s’impegnano per lottare contro i pregiudizi e le avversità della vita. Bella la sequenza che mostra Pedro, dolcissimo, mentre danza disinibito in una taverna illuminata da luce neon, dove un burbero lo spinge a terra gridandogli che quel locale non è il posto giusto per lui. Interviene Tania, mostrando quasi una forza sovrumana, forse datagli dall’alieno che custodiscono, che affronta l’assalitore (un ex compagno di scuola) facendogli capire che in quel posto sono tutti uguali.
Il film vuole dimostrarci che accettare le diversità può rendere la vita migliore, basta essere decisi e sicuri di se stessi, ma soprattutto credere nell’amore e nell’amicizia. Film assai breve, quasi un medio-metraggio, cha ha la sua forza maggiore nelle belle inquadrature e nell’atmosfera ipnotica che riescono a creare.
Scrive Bianca Friedman su intrattenimento.eu: “In una storia che suscita grande tenerezza ed è costellata di scene e situazioni toccanti, esilaranti e surreali, è interessante percepire la fragilità e la melanconia di tutti i personaggi, tra i quali non emerge nemmeno un vero antagonista. Fanno sorridere quelle persone gentili che si offrono di dare una mano a quella combriccola di amici, quelle persone che non si sorprendono del fatto che esistano gli alieni, ma del fatto che non ne avevano mai visto uno dal vero. Anche i personaggi che sembrano essere più negativi, rivelano un lato sensibile, riconoscendo un’umanità e un’alienità che accomuna tutti in qualche modo.
Assistiamo ad una variegata declinazione dell’essere alieno in una serie di sequenze gestite con grazia, dialoghi pacati e pieni di tenerezza, senza una suspense tipica del cinema contemporaneo. Ci affezioniamo semplicemente a quei personaggi che si fanno forza con i buoni sentimenti che li spingono ad aiutare una creatura che assomiglia loro molto più di quanto pensano, li seguiamo nel loro cammino misterioso nella foresta, ai margini della cultura e del mondo come normalmente lo intendiamo.”

synopsis

Tania learns that her grandmother spent the last years of her life in the loving company of an alien. Together with two friends, the Trans woman travels through rural Argentina to bring the creature back to its place of origin.

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