I Bostoniani

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I Bostoniani

A Boston, fine del secolo XIX, Olive Chancellor – una donna non più giovanissima – pone la propria intelligenza ed una indomabile passione alla causa del movimento femminista. Appoggiata dal consenso di molte persone (anche uomini) della migliore società locale, Miss Olive trova in una ragazza – Verena Tarrant – la migliore interprete del proprio entusiasmo. Dal padre di Verena (mezzo guaritore e mezzo imbonitore) Olive ottiene di tenere in casa sua quest’ultima, arricchendone la preparazione e preparandola a parlare nei circoli privati e nei sontuosi alloggi della gente bene. Allo spirito possessivo della donna si oppone, tuttavia, Basil Ransome, un lontano cugino di New York, sinceramente innamorato di Verena, assai scettico sulle possibilità del movimento femminista e deciso ad avere la meglio nel cuore della giovane. Tra i due è lotta aperta ma, proprio alla vigilia di un grande discorso in un locale pubblico, Verena cede alla emozione e al pianto: ha capito che il suo cuore ed il suo posto sono ormai vicino a Basil. Non resta a Miss Olive, delusa e addolorata, che riprendere da sola la propria battaglia per i diritti civili delle donne ed un loro avvenire migliore .

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2 commenti

  1. Secondo a Maurice per bellezza e raffinatezza, ma non meno coinvolgente, questo film e’ degno del miglior Ivory. Vanessa Redgrave qui interpreta una sofferta Signora Bostoniana che solo nel finale trovera’ il coraggio di assumersi il ruolo che da sempre le spetta di diritto: quello di tenace portavoce del Movimento delle Donne.

  2. Interessantissimo film, ben recitato (bravissima come sempre Vanessa Redgrave). La storia fra donne qui raccontata presenta una realtà veramente esistita nella Boston dell’800, dove molte donne vivevano more uxorio, libere di esprimere liberamente le loro relazioni..

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trailer: I Bostoniani

https://youtube.com/watch?v=5vCcP-iJUI0%26hl%3Dit_IT%26fs%3D1

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CRITICA:
Tra i romanzi meno letti di Henry James (in Italia fu tradotto nella vecchia Bur), The Bostonians (1886) andrebbe piuttosto reso al femminile, Le bostoniane. Sono infatti tutte donne le interlocutrici del protagonista Basil Ramson (Christopher Reeve), un avvocato del sud in visita a Washington dove scopre che sua cugina Olive (Vanessa Redgrave) è divenuta accesa femminista. Su uno sfondo ideologico che l’autore assume solo come pretesto, il libro narra la lotta tra Olive e Basil per il possesso della giovane Verena (Madeleine Potter): la donna vorrebbe votarla alla causa, l’uomo la vuole come moglie. Tra i personaggi di contorno ha un’importanza particolare la decana delle femministe, Miss Birdseye (Jessica Tandy), modellata sul personaggio reale di Elizabeth Palmer Peabody (1804-1894), libraia e benefattrice. Pur ampiamente saccheggiato dallo spettacolo, Henry James tra tutti i romanzieri è uno dei più difficili da trasporre sulla scena o sullo schermo: l’intrigo conta poco, non emergono ragioni e torti, non si registrano scelte di campo. È un’osservazione della vita filtrata attraverso un alto magistero dello stile che dell’esistenza rispecchia l’inevitabile ambiguità. Non c’è da stupirsi se, nelle mani di un fine notomizzatore cinematografico di testi letterari come James Ivory (sostenuto dalla sua abituale sceneggiatrice Ruth Prawer Jhabvala, laureata a Pescara con il Premio Flaiano), la delicata materia del libro offre soprattutto lo spunto a una serie di personificazioni tra le quali emerge quella di Vanessa Redgrave. In un film che meriterebbe di venir studiato nelle scuole di cinema tanto è rigoroso e severo nel suo assunto critico, l’Olive di Vanessa palpita di una passione reale che va oltre il rispecchiamento di James fino a toccare qualche profonda nota autobiografica nel registro di un fanatismo donchisciottesco al quale il sapiente regista trova un perfetto contrappunto musicale, il preludio del Lohengrin.
(Il filmnovanta: cinque anni al cinema: 1986-1990, Mondadori, Milano, 1990)

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