Il film ci racconta la storia d’amore di una madre per il figlio e l’amore di un’attivista per il suo paese – per entrambi la posta in gioco sono la vita e la morte. Molti gay giamaicani di fronte all’endemica violenza antigay sono costretti ad abbandonare la propria patria. Simone, una giovane madre lesbica, sopravvissuta dopo essere stata colpita davanti a casa dai fucili di due omofobi, deve scegliere tra il vivere in clandestinità con sua figlia in Giamaica, sempre comunque in pericolo di vita, o viaggiare da sola in cerca di sicurezza e asilo all’estero. Maurice, attivista per i diritti gay in Giamaica è fuggito dopo la presentazione di una querela per ribaltare la legge anti-sodomia della Giamaica. Dopo aver ricevuto diverse minacce di morte, è fuggito in Canada, ma decide di tornare per continuare la sua battaglia. Raccontato in prima persona mentre i fatti accadono, queste storie catturano l’anima dello spettatore in un viaggio emotivamente avvincente attraverso un periodo di quattro anni e cinque Paesi. Queste storie personali vogliono cogliere ed indagare le radici stesse dell’omofobia giamaicana, mettendo in risalto le profonde conseguenze psicologiche e sociali sulla vita di gay e lesbiche in conseguenza dell’odio e della discriminazione. Ci spiega anche quanto sia difficile affrontare le sfide ed il percorso che portano a chiedere asilo all’estero.