La Caduta degli dei

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La Caduta degli dei

Film sontuoso e ricco di situazioni differenti al limite dell’ingorgo. La storia dell’ascesa del nazismo seguita parallelamente alla storia di una grande famiglia di industriali tedeschi: corruzione e decadenza alla fine sembrano trionfare ovunque. Come al solito in Visconti possiamo apprezzare la magnificenza figurativa (la scena della notte dei lunghi coltelli è un affresco grandioso) e un realismo melodrammatico forse eccessivo (vedi scena dell’incesto). Si ha comunque l’impressione di avere visto un “grande” film.

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2 commenti

  1. thediamondwink

    La corruzione, madre di tutti i mali, è la vera protagonista dell’intera pellicola. Come oggi, anche ieri, il mondo gira intorno allo sporco e vile denaro, che rende schiavi anche gli uomini di buona fede. Grande film di Visconti, sinceramente, leggermente lungo, ma ottimamente costruito: ho trovato perfetto il connubio tra l’acciaieria (il male borghese) e il nazismo (il male politico), in cui, ovviamente, le strade non possono far altro che congiungersi! Meraviglioso Berger, lo adoro, era di una bellezza “diabolica”…

  2. Pasquale

    é un classico imperdibile omaggio ultimo di Visconti, che con la sua elegante violenza c’ha presentato il ritratto decadente di una societá anche sul piano dell’omosessualitá. É un peccato non vedere spesso questi tipi di film.

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Ai familiari riuniti per festeggiare il suo compleanno, il vecchio Joachim Essenbeck, proprietario di una delle più grandi acciaierie tedesche, annuncia il proposito di sostituire alla direzione dell’azienda il figlio Herbert – di idee democratiche – con l’altro figlio, Kostantin, iscritto alle S.A., le squadre d’assalto hitleriane: e questo per ingraziarsi il regime sebbene Joachim, personalmente, sia ostile a Hitler. Spinto da Haschenbach – cugino degli Essenbeck e membro delle S.S., la cui intenzione, per ingraziarsi l’esercito, è quella di eliminare le S.A. – Friedrich, dirigente dell’acciaieria e amante di Sophie (vedova del figlio maggiore di Joachim e madre del dissoluto Martin) – aspirando a sua volta alla direzione dell’azienda – uccide il vecchio Essenbeck facendo in modo che la colpa ricada su Herbert, costretto perciò a riparare all’estero, lasciando in Germania la moglie e due figli. Avendo ereditata la maggioranza delle azioni Martin – su pressioni della madre di cui è succube – si mette contro Kostantin in favore di Friedrich. Cercando di riguadagnare le posizioni perdute Kostantin ricatta Martin, che si è gravemente compromesso in una sporca faccenda sessuale, ma, durante la “notte dei lunghi coltelli” – nella quale le S.A. vengono massacrate dalle S.S. – il nipote elimina lo zio. Sophie e Friedrich si adoperano per mantenere nelle proprie mani la direzione dell’azienda ma Haschenbach, facendo leva sull’imbelle Martin, li costringe entrambi al suicidio.

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