Femminielli

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Femminielli

Femminielli è una sorta di lungo diario iniziato nel 1983 e girato per undici anni tra i vicoli e le case di una Napoli antica. Inizialmente realizzato per la trasmissione Mixer di Raidue, Femminielli è poi diventato un vero e proprio lungometraggio, il cui esordio pubblico avvenne al cineteatro Galleria Toledo di Napoli, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Questo importante documentario mostra la vita della comunità dei femminielli napoletani con le loro differenze, ricchezze e complessità. Presentato in vari festival, fra cui la Mostra del Cinema di Venezia, il Midwinter Queer Film Festival di Boston, ed Elettroshock.

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Cosi’ finiscono i ” Femminielli ”
Un reportage sui trans napoletani lungo undici anni: con un passato di polemiche. ” Ci siamo fermati quando uno di loro e’ morto di Aids ”

Barbara e’ morta di Aids, proprio lei che diceva che per fare il “mestiere” occorreva nient’ altro che la fortuna; la Pollera e’ finita in carcere per amore; Moira ha coronato il suo sogno e si e’ sposata. Ne sono successe di cose, in quel gruppo di amiche. Amiche verso le quali solo un pedante funzionario dell’ anagrafe si rivolgerebbe usando il sostantivo al maschile. Infatti Moira, cosi’ come pure Antonella, Plasmon, la Carra’ sono “femminielli”, protagonisti dell’ omonimo video girato per 11 anni tra i vicoli e le case di una Napoli antica. Non tutti gli “attori”, pero’ , sono travestiti. La Pollera (Vincenzo Del Castello), o Arturo Delli Curti, ad esempio, sono anziani omosessuali. Mentre Moira e’ ormai una donna a tutti gli effetti. Insomma un mondo dove il sesso e’ fatto di mille sfumature, ma che a molti sfuggono. “Femminielli”, invece, il film prodotto da Raidue e dalla Aleph, cerca di far luce tra le ombre che s’ allungano sui protagonisti d’ un’ esistenza giocata sul filo dell’ ambiguita’ . Presentata al Festival di Venezia, la pellicola ha fatto il suo esordio pubblico al cineteatro Galleria Toledo di Napoli, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. “Femminielli”, realizzato da Michele Buono, Carmine Fornari e Piero Riccardi, e’ una sorta di lungo diario iniziato nell’ 83. “Saremmo potuti andare ancora avanti, spiega Buono, ma un episodio ci ha convinto a mettere un punto”. La morte di Barbara Gianni: a 40 anni l’ Aids l’ ha divorata. E dire che Barbara puntava tutto sulla dea bendata. Diceva: “Per fare questo mestiere non serve la bellezza. Conta solo la fortuna”. Non e’ stato piu’ fortunato Vincenzo Del Castello, detto la Pollera per il suo passato di venditore di polli. A 80 anni e’ finito in galera per aiutare un ragazzo di cui s’ era innamorato: aveva nascosto delle armi illegali. Dovra’ scontare 8 anni. Malgrado tutto, e’ sereno e grazie a un permesso ha potuto assistere alla prima proiezione pubblica. Alla Galleria Toledo c’ era anche Arturo Delli Curti che, con la Pollera, e’ nel complesso vocale “Le Lucciole”. Come vivono la loro omosessualita’ ? La Pollera si definisce “un pederasta astratto”. Delli Curti ha una visione fatalista: “Noi ci accontentiamo di come siamo. C’ e’ chi nasce sordo, chi cieco e chi…”. Moira, al contrario, il destino ha deciso di pilotarlo. Voleva essere donna fino in fondo e cosi’ si e’ sottoposta a un’ operazione. Ha voluto anche sposarsi, e le nozze sono state immortalate dalle telecamere di “Femminielli”. Prima di diventare un lungometraggio, “Femminielli” era un reportage sui travestiti mandato in onda da “Mixer” di Giovanni Minoli. Poi nell’ 87 un altro passaggio televisivo, accompagnato da una dura polemica sollevata soprattutto da Pasquale Nonno, l’ allora direttore del quotidiano “Il Mattino”. Per la pellicola non e’ previsto un destino commerciale, ma in compenso il 25 gennaio sara’ proiettata al “Midwinter Queer Film Festival” di Boston. (Elia Pasquale, Corsera 21/1/1995)

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