Ma l'amore ... sì!

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Ma l'amore ... sì!

Per il povero nonno Alcide una festa a sorpresa organizzata dai suoi numerosi parenti si tramuta in un colpo troppo forte per il suo povero cuore, provocandogli un infarto. Il caro estinto risulta essere un risparmiatore incallito e la lettura del testamento sbalordisce i due figli, Alfredo e Nunzio, che all’improvviso si ritrovano a dover gestire una somma importante e inaspettata tenuta per anni nascosta in una banca di Diamante. Su consiglio di Nunzio, il fratello più giovane, Alfredo decide di traslocare a Roma e di aprire un ristorante di cucina tipica calabrese, Il Piparedduzzo… Ha dichiarato la protagonista Barbera in un’intervista: “E’ un film sull’amore, ma anche sulla tolleranza. Con il trasferimento dalla Calabria a Roma, Annuccia si evolve cercando di capire quello che sta succedendo al figlio, che si scopre improvvisamente gay. Per lei è un duro colpo, ma è subito pronta a comprendere e ad abbracciare il figlio”. Pensiamo che il valore di questo film sia veramente tutto racchiuso in queste parole. Anche se la critica ha accolto molto male questo film (montaggio debole, situazioni vecchie, personaggi stereotipati, battute poco efficaci, ecc) noi riteniamo che rappresenti invece un tentativo, raro nel cinema italiano, di avvicinarsi alle problematiche dei nuovi rapporti amorosi in modo corretto e sincero. La ragazza un po’ promiscua (non viene mai chiamata “puttana”), il fidanzato svedese della figlia e soprattutto la storia d’amore gay, sono presentati schivando facili ironie o volgarità, e vengono invece presentati come nuove realtà che devono emanciparsi dai costumi tradizionalisti e chiusi della famiglia meridionale italiana. La scena della madre che, dopo avere scoperto il figlio che baciava un uomo, licenzia il taxista omofobo dicendogli che lui nemmeno lo merita un figlio gay, e poi si avvicina al figlio, spaventato, accarezzandolo e accogliendolo con parole colme d’amore, vale da sola il prezzo del biglietto.

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4 commenti

  1. Finalmente ha dichiarato pubblicamente (sul venerdì di repubblica) di essere gay! Ha anche detto che è fidanzato e che ha difficoltà a trovare lavoro..ora che non è più raccomandato dal padre ^__^

  2. Ma Lorenzo Balducci (figlio di cotanto padre, salito di recente alle cronache nazionali per essere finito in cella, per le mazzette e gli appalti truccati nel caso Bertolaso e company) è davvero bsx? L’avevo letto da qualche parte, ma non ricordo dove..

  3. poetamaledetto

    Ho trovato questa pellicola intelligente, all’italiana, soto un certo aspetto. Sotto questa leggera patina di commedia agro-dolce, quà e là emergono con forza attimi di pura vita vera, una madre che scopre l’omosessualità del figlio spiandolo dal finestrino di un taxi, una generazione che scandaglia con forza i canoni e gli stereitipi della generazione precedente, o addirittura la rottura con certi legami che impediscono l’evoluzione individuale di ogni individuo.
    Notevole davvero la performance della Barbera, scoperta bravissima in questo nuovo ruolo “drammaticamente comico”.

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trailer: Ma l'amore ... sì!

https://youtube.com/watch?v=T_sc_7Kk_k4%26hl%3Dit%26fs%3D1

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Il vecchio nonno Alcide è chino sul suo orto, immerso nel sole e nell’assordante frinire di cicale. Raccoglie alcuni ortaggi, si asciuga il sudore dalla fronte e si incammina verso casa. Entrato nella dimora buia e silenziosa viene improvvisamente salutato da una quindicina di parenti che avevano organizzato una festa a sorpresa. Ma forse la sorpresa è troppo grande e inaspettata, tanto che il nonno, dal cuore debole, stramazza a terra per il colpo … segue

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SINOSSI

Qualcuno diceva che le sorprese non andrebbero mai fatte. Soprattutto a persone di una certa età, aggiungiamo noi. E’ quello che capita al povero nonno Alcide, nella primissima scena del film, quando una festa a sorpresa organizzata dai suoi numerosi parenti si tramuta in un colpo troppo forte per il suo povero cuore. La morte per infarto del nonno dà inizio alla nostra storia. Il caro estinto infatti risulta essere un risparmiatore incallito e la lettura del testamento sbalordisce i due figli, Alfredo e Nunzio, che all’improvviso si ritrovano a dover gestire una somma importante e inaspettata tenuta per anni nascosta in una banca di Diamante. Su consiglio di Nunzio, il fratello più giovane, Alfredo decide di traslocare a Roma e di aprire un ristorante di cucina tipica calabrese, “Il Piparedduzzo”… (continua). In famiglia la decisione di lasciare Diamante è accolta in modi differenti. Da una parte Carmelo, il figlio, è entusiasta perchè una volta a Roma spera di intraprendere la carriera del cugino Rosario, detto Ross, che lavora nell’ambito della moda. Dall’altra Angelina, la figlia maggiore, studentessa ed introversa, è restia e titubante di fronte all’immediato trasferimento. A superare questi dissidi familiari ci pensa come al solito Annuccia, la mamma, che sin dalle prime scene del film viene insidiata da Porfirio Guglielmetti, il medico del paese con un’insana passione per la poesia ed il plagio, alle cui lusinghe resiste aggrappandosi al forte senso morale derivante dal suo doppio ruolo di madre e moglie. L’idea del trasferimento comunque si rivela da subito vincente. Dopo una serie di difficoltà iniziali (il trasferimento e l’iniziale ambientazione) il nuovo Piparedduzzo viene inaugurato a Roma, e subito apprezzato dai critici gastronomici e premiato dalla clientela capitolina. Alfredo, il pater familias ossessionato dalla scarsa mascolinità di Carmelo, e dalla gelosia quasi morbosa per Angelina, si sente pressoché realizzato ma deve fare ancora i conti con l’irrequietezza dei suoi figli che giunti in città iniziano un diverso ma parallelo percorso di emancipazione. Carmelo viene accolto con favore nella boutique Pinko dove lavora suo cugino, ed una serie di incontri e di relativi incidenti amorosi lo metteranno di fronte alla propria latente ma serena bisessualità. Ad Angelina intanto viene affidata dal suo nuovo Professore una tesi di laurea sull’Ikea. Sarà proprio nella rinomata azienda mobilificia Svedese che la nostra protagonista incontrerà Lars Erikson, il bellissimo vicedirettore vichingo di cui si innamorerà e per il quale sfiderà anche le gelosie del padre. Il compito di evitare scontri frontali all’interno della famiglia Iorio sarà dunque, ancora una volta, di Annuccia, la madre lungimirante che con diplomazia e buon senso cercherà di mediare tra le esigenze di libertà dei figli e l’autorità paterna. Ma è durante una cena organizzata per il compleanno di Carmelo, alla quale è invitato anche Lars, che le diverse verità dei figli vengono a galla e tra gag esilaranti e personaggi indimenticabili Alfredo viene messo alle corde, e costretto a prendere coscienza dei profondi cambiamenti in atto all’interno della sua famiglia.
Al di là dell’umorismo invadente e a tratti surreale e del relativo lieto fine che in un modo o nell’altro riguarda tutti i personaggi coinvolti nella storia, Ma l’amore…sì conserva un proprio messaggio di tolleranza, di esaltazione della diversità, di conservazione delle tradizioni e manda una morale che suona all’incirca così: “la sola anormalità è l’incapacità d’amare”.
(http://www.malamoresi.it)

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