Esce finalmente in Italia, e a disposizione di tutti dal 13 gennaio 2011, la prima, rutilante, Palma d’Oro gay della storia, ossia la Queer Palm, l’esplosiva commedia multi gender Kaboom del maestro della devianza giovanile Gregg Araki, autore dei generazionali Doom Generation e The Living End, nonché del riflessivo e bellissimo Mysterious Skin.
Sì, a disposizione di tutti, in quanto grazie alla distribuzione Own Air – never seen on screen sarà visibile in modalità video on demand sul sito www.ownair.it, la prima piattaforma Current in download.
L’esplosivo Kaboom è una straordinaria bomba al plutonio a disposizione di tutti, pronta a far scoppiare di risate e applausi chiunque. E chiunque può ammirare la bellezza selvaggia di Smith (Thomas Dekker), occhi blu notte e voracità orale senza precedenti, grazie a due labbra perfette, un puro concentrato di nitroglicerina ormonale, fascino adolescenziale fuori controllo e gran seduttore, di uomini e donne: si lascia circuire dalla porcellina London (Juno Temple) pur essendo attratto dal biondone Thor (Chris Zylka), vichingo totale e surfista scemo. Ma una notte, a causa di uno strano sogno in cui Smith è ossessionato da una porta col numero 19, numero primo fortemente esoterico, corrispondente alla sua data di nascita, la sua vita cambierà, anche grazie a prodigiosi biscottini allucinogeni. Di mezzo c”è una misteriosa ragazza dai capelli ‘strani” di Wallaciana memoria e qualcosa di più di un semplice trip adolescenziale: è in ballo nientemeno che la fine del mondo, alla Melancholia!
L’idea è nata nientemeno che dal profeta indiscusso del trash, il Venerabile John Waters, il quale disse a Gregg Araki, durante la consegna di un premio per Mysterious Skin: “Sai, Mysterious Skin è un bellissimo film, ma mi piacerebbe molto rivedere un film nel vecchio stile di Gregg Araki“. Così, il discolo Araki ha ripreso le redini del suo pastiche più folle, facendo una bizzarra “blenderizzazione” digitale di tutti gli ingredienti del suo cinema e dando origine a una multiforme creatura visuale in acido, pompata a mille, una strepitosa commedia ultrapop, un po’ thriller e un po’ fantapolitica, ma soprattutto un liberatorio e desacralizzante inno alla libertà pansessuale. La fonte d’ispirazione principale? Nientemeno che Twin Peaks di David Lynch, come spiega Araki: “Avevo sempre desiderato fare un film enigmatico e misterioso ispirato a Twin Peaks di David Lynch“.
“Ero un giovane studente – continua Araki – quando quella serie scuoteva la televisione americana e mi ha davvero sconvolto, influenzando non solo il mio lavoro, ma anche tutta la mia esistenza. Ho sempre trovato grande ispirazione nel panorama post-punk e nella musica alternativa. C’è qualcosa di molto ‘punk’ in Twin Peaks e nella messa in discussione degli ideali tradizionali. È un’opera profondamente originale e radicale che non si preoccupa né delle convenzioni, né di essere compresa. Ha una purezza audace, intrigante, nuova e ispiratrice. Pur sapendo che è impossibile creare qualcosa che possa avvicinarsi a un’opera così fondamentale, ‘Kaboom’ aspira alla sua libertà e alla sua purezza, imperturbabile di fronte alle costrizioni del mercato e alle regole convenzionali“.
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