Tre film con tematiche Lgbt vincono ai Globi d'Oro 2016

“Perfetti sconosciuti” come miglior commedia, “Un bacio” come miglior sceneggiatura e “Arianna” come miglior attrice, l’esordiente Ondina Quadri

Tre film con tematiche Lgbt vincono ai Globi d’Oro 2016, i premi che si richiamano ai Golden Globe americani, assegnati entrambi dalla stampa straniera che lavora nel Paese. L’Associazione della Stampa Estera in Italia nasce nel 1912 a Roma con 14 giornalisti di 6 paesi (inviati speciali di testate straniere) che oggi sono diventati 400 da 54 paesi in rappresentanza di oltre 800 media stranieri. I primi Globi d’Oro furono assegnati nel 1959.

“Perfetti Sconosciuti”, già vincitore del David di Donatello come miglior film e sceneggiatura (premio vinto anche al Tribeca Film Festival), vince il Globo d’Oro come miglior commedia con la seguente motivazione: “Per una commedia tagliente, che, fedele alla tradizione italiana, svela vizi e virtù del terzo millennio e con un finale amarognolo sa omaggiare degnamente il Maestro Ettore Scola e la sua Terrazza ormai vuota”. Ricordiamo che nel film abbiamo il sorprendente coming out di uno degli amici (interpretato da Giuseppe Battiston) che spiega molto bene i motivi per cui era stato costretto a nascondere la sua sessualità ed i suoi veri amori.

A sorpresa vince come miglior sceneggiatura “Un bacio”, film diretto e scritto da Ivan Cotroneo, autore gay dichiarato, ricavato dal suo omonimo romanzo breve, film ingiustamente snobbato dalla critica ma ricco di pathos e capace di farci comprendere quanto sia difficile e, in questo caso anche pericoloso, per un adolescente manifestare apertamente la sua sessualità. Questa la motivazione: “Quello che noi della giuria del Globo d’Oro abbiamo apprezzato, nella sceneggiatura del film “Un Bacio”, è stato il coraggio di raccontare, con fantasia e sensibilità, un tema particolarmente complesso, come è quello del bullismo e dell’omofobia”

Ancora più sorprendente ma meritatissimo il premio alla migliore attrice andato all’esordiente Ondina Quadri, protagonista del delicatissimo “Arianna”, fulminante esordio al lungometraggio di Carlo Lavagna. Questa la motivazione: “Per un’interpretazione mirabolante che in un modo poetico chiude le porte dell’infanzia e con delicatezza affronta i dubbi della prima giovinezza, rendendo universale la domanda sul proprio essere”. Il film segue la difficile acquisizione della consapevolezza del proprio corpo, in questo caso intersex, con una precisa disanima dell’aspetto psicologico, sociale e di potere connesso alla vicenda. Purtroppo il film ha avuto una distribuzione minima e pochissimi hanno potuto vederlo al di fuori delle grandi città. Speriamo che possa essere recuperato con l’uscita in dvd.

QUESTE TUTTE LE CANDIDATURE E I VINCITORI DEI GLOBI D’ORO 2016

MIGLIOR OPERA PRIMA:
Arianna di Carlo Lavagna;
Banat (il viaggio) di Adriano Valerio;
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti;
Né Giulietta né Romeo di Veronica Pivetti.
L’Attesa di Piero Messina; VINCITORE
Motivazione: “Il film è poesia pura, con splendide riprese. Vi è interiorità, vi sono silenzi eloquenti, come nell’abbraccio silenzioso della fine che dice più di mille parole. Grazie alla raffinatezza nel presentare i sentimenti attraverso immagini bellissime, ci sembra chiaro che abbiamo a che fare con un promettente talento del cinema italiano che mette la sua Sicilia in primo piano”

MIGLIORE COMMEDIA:
Assolo di Laura Morante;
Né Giulietta né Romeo di Veronica Pivetti;
Pecore in erba di Alberto Caviglia;
Quo Vado? Di Gennaro Nunziante.
Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese; VINCITORE
Motivazione: “Per una commedia tagliente, che, fedele alla tradizione italiana, svela vizi e virtù del terzo millennio e con un finale amarognolo sa omaggiare degnamente il Maestro Ettore Scola e la sua Terrazza ormai vuota”

MIGLIOR FILM:
Alaska di Claudio Cupellini;
La corrispondenza di Giuseppe Tornatore;
Non essere cattivo di Claudio Caligari;
Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese.
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti; VINCITORE
Motivazione: “Un premio doppiamente motivato. Perché confronta per la prima volta il mondo coriaceo della periferia romana con la carica esplosiva della “science fiction”. Perché si è imposto all’attenzione di tutti grazie ad uno straordinario passaparola”

MIGLIORE SCENEGGIATURA:
Claudio Cupellini, Filippo Gravino, Guido Luculano per Alaska;
Carlo Lavagna, Carlo Salsa e Chiara Barzini per Arianna;
David Grieco e Guido Bulla per La macchinazione;
Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello per Perfetti sconosciuti;
Ivan Cotroneo e Monica Rametta per Un bacio. VINCITORE
Motivazione: “Quello che noi della giuria del Globo d’Oro abbiamo apprezzato, nella sceneggiatura del film “Un Bacio”, è stato il coraggio di raccontare, con fantasia e sensibilità, un tema particolarmente complesso, come è quello del bullismo e dell’omofobia”

MIGLIORE ATTRICE:
Laura Morante per Assolo;
Ilenia Pastorelli per Lo chiamavano Jeeg Robot;
Veronica Pivetti per Né Giulietta né Romeo;
Greta Scarano per Suburra.
Ondina Quadri per Arianna; VINCITORE
Motivazione: “Per un’interpretazione mirabolante che in un modo poetico chiude le porte dell’infanzia e con delicatezza affronta i dubbi della prima giovinezza, rendendo universale la domanda sul proprio essere”

MIGLIORE ATTORE:
Giuseppe Battiston per Perfetti sconosciuti;
Libero De Rienzo per La macchinazione;
Giorgio Panariello per Uno per tutti;
Claudio Santamaria per Lo chiamavano Jeeg Robot.
Elio Germano per Alaska; VINCITORE
Motivazione: “Ad un attore che riesce sempre a superarsi in bravura e intensità e a creare personaggi spessi e intensi utilizzando mezzi e aiuti anche non ‘ortodossi'”

MIGLIORE MUSICA:
Pasquale Catalano per Alaska;
Piero Messina, Marco Mangani e Alma Napolitano per L’Attesa;
Ennio Morricone per La Corrispondenza;
Nicola Piovani per Assolo.
Carlo Crivelli per Sangue del mio sangue; VINCITORE
Motivazione: “Per aver saputo rendere, con pari efficacia e armonia, le atmosfere di due epoche così diverse tra loro: il ‘600 e i giorni nostri”

MIGLIOR FOTOGRAFIA:
Luca Bigazzi per Un bacio;
Paolo Carnera per Suburra;
Daniele Ciprì per Sangue del mio sangue;
Salvatore Landi per Bella e perduta;
Fabio Zamarion per La corrispondenza. VINCITORE
“Con sfumature ora gotiche ora mediterranee Fabio Zamarion ha saputo tradurre in meravigliose immagini i toni drammatici e il tessuto narrativo dell’intenso film di Giuseppe Tornatore, dove convivono vita e morte, realtà e immaginazione”

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO:
Dove l’acqua con altra acqua si confonde di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi;
Non senza di me di Brando De Sica;
Quello che non si vede di Dario Samuele Leone;
Varicella di Fulvio Risuleo.
Tra le dita di Cristina K. Casini; VINCITORE
Motivazione: “ha saputo con poesia, delicatezza e un tocco di surrealismo, fotografare i sentimenti che risiedono in uno scatto”

MIGLIOR DOCUMENTARIO:
Alfredo Bini di Simone Isola;
Barbieri d’Italia di Francesco Martinotti;
Gli uomini di questa città io non li conosco di Franco Maresco;
S is for Stanley di Alex Infascelli.
If Only I Were That Warrior di Valerio Ciriaci; VINCITORE
Motivazione: “Per il coraggio, l’equilibrio e la maestria tecnica, davvero notevoli per un’opera prima, con cui getta luce sulle pagine buie del passato coloniale italiano, aprendo uno squarcio sulle troppe amnesie che lo circondano”

GRAN PREMIO DELLA STAMPA ESTERA:
Fuocoammare di Gianfranco Rosi
Motivazione: ll “Gran Premio della Stampa Estera 2016” rende omaggio a un’opera forte che è un grido di rivolta di fronte a una tragedia continua ormai percepita con rassegnazione, come una sorta di normalità. “Fuocoammare”descrive un popolo di pescatori che accoglie a braccia aperte tutto quello che viene dal mare, compresa la disperazione umana, con una generosità che riscatta l’Europa dal filo spinato e delle ossessioni identitarie

GLOBO D’ORO ALLA CARRIERA:
Nicoletta Braschi e Roberto Benigni
Motivazione: “L’Associazione della Stampa Estera consegna il “Globo d’Oro 2016 alla Carriera” alla coppia più popolare del cinema italiano di oggi. Fuori dagli schemi in tutto, loro due non raccontano la cultura, la fanno. Più italiani tra gli italiani, rappresentano una vera quintessenza dell’imprevedibile anima di questo Paese. Sanno di continuo tradurre l’arduo in un linguaggio universale che affascina e incanta. Una coppia la cui carriera ha raggiunto e superato vette e sogni”


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