LA PRIMA EDIZIONE DEI "DIVERSITY MEDIA AWARDS" ITALIANI

Sull’esempio dei premi GLAAD americani anche in Italia un premio per promuovere una rappresentazione accurata delle persone LGBT

Dal sito ufficiale del Premio

Finalmente anche in Italia nasce un’associazione, “Diversity” di Francesca Vecchioni, che, sul modello della GLAAD americana, premierà ogni anno le persone o le istituzioni mediatiche che meglio hanno “promosso una rappresentazione accurata delle persone LGBT per combattere l’omofobia e la discriminazione basata sull’identità di genere“. Noi, nel nostro piccolo, lo facciamo da diversi anni con la classifica VIP, adesso abbiamo però l’istituzione di un premio ufficiale, basato su uno studio qualitativo che valuta i prodotti mediali attraverso una ricerca scientifica elaborata con la collaborazione di vari atenei italiani. Meglio di così non si potrebbe.

Diversity è un’associazione di persone che si impegnano per l’abbattimento del pregiudizio e della discriminazione legati al concetto di diversità. La nostra volontà è di favorire una visione del mondo che consideri la molteplicità come valore e preziosa risorsa per tutti. Le tematiche primarie di cui l’associazione si occupa riguardano i diritti individuali di ogni persona e la lotta contro le forme di discriminazione che ne minano lo sviluppo. Particolare attenzione poniamo nei confronti dei temi relativi all’orientamento affettivo e sessuale, all’identità ed espressione di genere, e alle diverse forme di famiglia“.

Roberta Vecchioni, figlia del cantautore Roberto, lesbica dichiarata con due figlie avute insieme all’ex compagna, spiega: “Chi fa comunicazione ha una grande responsabilità: entra nelle case e influenza l’immaginario. Sulle persone lgbt c’è spesso stata una rappresentazione distorta dai pregiudizi. È importante invece che si possano vedere in tutta la loro autenticità. Mi sta molto a cuore perché so cosa significa crescere senza “miti”: quando ero piccola non c’erano immagini positive e accessibili delle donne lesbiche. Anche per questo era complicato persino sognare il futuro e una vita felice: quello che non riesci a immaginare è come se non fosse possibile“.

Il premio è diviso in varie categorie (tra le quali anche film, programmi tv, serie tv), ognuna delle quali viene analizzata su quanto uscito nell’ultimo anno. Spiega Vecchioni: “Fino a qualche tempo fa sarebbe stata dura trovare abbastanza film o telefilm per concorrere. Invece nell’ultimo decennio le serie tv americane ci hanno fatto conoscere personaggi lgbt sempre più complessi e interessanti. E ora anche cinema e televisione italiani hanno iniziato a raccontare questo pezzo di mondo“.

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I PREMI:

CINEMA – Miglior Film Italiano

RADIO – Miglior Programma

PUBBLICITÀ – Miglior Campagna

TV – Miglior Serie Italiana

TV – Miglior Serie Straniera

TV – Miglior Programma

TV – Miglior servizio TG

WEB – Miglior Produzione Video

PEOPLE – Personaggio dell’anno – Chi si è distinto nel rappresentare la realtà LGBT sostenendo la causa contro pregiudizi e discriminazioni

PREMIO MEDIA YOUNG – Assegnato dai ragazzi delle scuole superiori che partecipano all’analisi utilizzando gli stessi strumenti di valutazione della ricerca qualitativa.

LGBT AT WORK – Un premio per chi rappresenta le persone LGBT in contesti lavorativi in termini valorizzanti, anche in ragione dei bisogni di cui esse e le loro famiglie possono essere portatrici.

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Per il premio Personaggio dell’anno ci si avvale anche delle ricerche effettuate coi dati di Google Survay che misura la popolarità sul web. I personaggi così selezionati verranno votati dal primo aprile sul sito www.diversitylab.it e nel mese di maggio avremo la cerimonia della premiazione con un evento pubblico a Milano.

Queste le finalità del Premio, enunciate sul sito ufficiale:

Uno degli scopi di Diversity è sempre stato quello di promuovere una rappresentazione accurata delle persone LGBT per combattere l’omofobia e la discriminazione basata sull’identità di genere. Garantire un’informazione corretta non è semplice, ma è fondamentale per agire positivamente su un immaginario collettivo che con la conoscenza potrebbe superare pregiudizi e paure.
Ogni cambiamento inizia infatti dalla conoscenza: studiare la realtà attuale è fondamentale per coinvolgere la società e migliorarne il benessere.
Il Premio Media, pensato sul modello dei GLAAD Awards, vuole premiare i prodotti mediali che, nel corso dell’anno, si sono distinti nel rappresentare in modo attento e rispettoso le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.
Cardine del progetto è la realizzazione di una ricerca qualitativa annuale che, studiando i prodotti mediali (TV, radio, stampa, pubblicità), comporrà un termometro degli atteggiamenti espressi sui temi LGBT, valutando l’impatto sociale dei media in Italia.
La ricerca gode della collaborazione attiva di vari atenei italiani e centri di ricerca che attraverso indici internazionalmente condivisi esamineranno il materiale media raccolto.
Una Commissione scientifica multidisciplinare composta da accademici di 9 atenei differenti si occuperà di verificare i parametri e stilare le conclusioni. Dalla ricerca emergeranno le produzioni mediali divise per categorie che nel 2014 meglio avranno trattato il tema LGBT.
Un evento finale vedrà come protagonisti i media italiani, coinvolti in una competizione che si concluderà con la premiazione di chi meglio avrà trattato il tema della diversità.

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Tra i finalisti per il personaggio dell’anno 2016 troviamo:

Fedez

Il rapper milanese Fedez, 26 anni, ha dichiarato di essere favorevole sia ai matrimoni gay che alle adozioni da parte di coppie omosessuali e si è impegnato contro il bullismo.

Laura Pausini

La cantante campione d’incassi Laura Pausini, 41 anni, ha dichiarato di non volersi sposare «se anche la mia migliore amica che è lesbica non può farlo». In passato ha anche richiamato i suoi fan quando mostravano atteggiamenti offensivi verso le persone omosessuali e ha sostenuto una coppia gay in tv a «C’è posta per te»

Mika

Il cantautore anglo-libanese Mika, 32 anni, è uno dei pochissimi gay dichiarati dello spettacolo italiano. L’anno scorso, quando il manifesto di un suo concerto è stato imbrattato con insulti omofobi, a Firenze, ha preso apertamente posizione contro bullismo e discriminazioni.

Tiziano Ferro

Amatissimo dal pubblico, Tiziano Ferro nel 2010 fece discutere l’Italia con il suo coming out. All’epoca dichiarò: «La liberazione più grande è stata poter parlare con le persone che mi sono più vicine, con mio padre, la mia famiglia, gli amici, il resto è venuto naturale». Di recente il cantante 35enne, è tornato a parlare di omosessualità nello speciale sul suo concerto trasmesso da Rai 1: L’amore non è un fatto privato di cui vergognarsi, bisogna esserne felici».

Barbara D’Urso

La conduttrice di Domenica Live e Pomeriggio 5 Barbara D’Urso, 58 anni, ha dichiarato di essere a favore delle unioni gay. «Gli italiani sono più avanti di molti politici. Io ho sotto mano la pancia di italiani e omosessuali — ha affermato in un’intervista a Sette, il magazine del Corriere della Sera —. Sono una loro icona acclamata, e da otto anni combatto per i loro diritti. In trasmissione ho imposto due slogan. Uno dice: chi ti picchia non ti ama. L’altro è: stop omofobia».

Daria Bignardi

La giornalista e conduttrice televisiva Daria Bignardi è tra i personaggi pubblici italiani che sostengono senza riserve matrimonio e adozioni gay. Ha scritto: «Ogni coppia ha il diritto di sposarsi, se lo desidera. È solo questione di tempo e accadrà, persino da noi, perché è naturale e inevitabile che accada. Poi ci chiederemo – noi magari saremo morti, o rincoglioniti, e se lo chiederanno i nostri figli, e ci faranno dei film – come è stato possibile che un tempo fossero negati diritti tanto elementari, come facciamo se ricordiamo i tempi in cui le donne o i neri non potevano votare.

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