"RAINBOW FAMILY" LA PRIMA SIT-COM GAY MADE IN CINA

Nonostante i divieti ufficiali, le tematiche gay trovano spazio crescente soprattutto sul Web, dando voce ad una comunità LGBT cinese che si stima tra i 17 e 30 milioni


I due protagonisti della serie cinese che s’ispira a Will & Grace

Il sito Fusion.net ci racconta del successo che sta ottenendo la serie web “Rainbow Family”, nata lo scorso anno, che ha già raccolto più di 24 milioni di visite. Il dato originale è che si tratta di una serie, più precisamente di una sit-com, completamente made in Cina. Il modello originale sarebbe la serie americana di successo internazionale “Will & Grace“. I protagonisti infatti sono il 24enne laureato Kezan Xie, gay che non si è ancora dichiarato in famiglia, e la sua amica etero Song Yi, editorialista di moda (che ha avuto cinque fidanzati rivelatisi poi tutti gay). I due condividono un appartamento nel centro di Pechino e si fingono una coppia coi genitori di Kezan. Insieme a loro abita lo scheccante Austin Erbao Huang, che si occupa di relazioni pubbliche, sempre in contatto con il suo ex fidanzato, lo scrittore Lin Xiaozun, ancora innamorato di Austin.

In Cina la popolazione gay si conta superiore ai 20 milioni ed ha un giro di affari di oltre 460 miliardi, almeno secondo quanto stimato da LGBT Capital, impresa con sede a Hong Kong. Ciò nonostante la Corte di Pechino, ancora nel 2000, ha dichiarato l’omosessualità contro natura inserendola tra gli argomenti proibiti ai media.

Il produttore della serie, Ling Jueding, ha dichiarato a Fusion che in Cina molte persone non sono istintivamente omofobiche ma ignoranti sul tema. “Spero che questo show offra un quadro realistico e positivo della vita di gay e lesbiche, proprio come fece “Will & Grace” con gli americani“.
Ling è anche il fondatore di Zank, una specie di Grindr, un’app che conta 10 milioni di utenti.
Internet risulta essere relativamente tollerante verso l’omosessualità, anche se molte importanti testate si rono rifiutate di pubblicizzare la serie. Altre come Xinhua Online, una testata statale di news, ne hanno parlato riuscendo a non scrivere mai nell’articolo parole come gay od omosessuale. Ling è comunque ottimista e spera che tra non molto tempo sarà possibile vedere “Rainbow Family” sulla tv, anche se oggi nessun programma o storia a prevalente tematica gay riesce a passare la censura televisiva governativa. L’amministrazione statale di Radio, Film e TV ritiene inappropriato (malsano) inserire tematiche gay nei programmi, con particolare riferimento ai minori. Sono comunque in aumento, almeno in alcuni film, personaggi secondari LGBT, dichiara Ling, che conclude: “Anche se il percorso verso la parità è ancora incerto, dei cambiamenti in progress si possono vedere ogni anno che passa

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