Il Sundance 2013, in pieno svolgimento in questi giorni a Salt Lake City, sta dando non pochi motivi d’imbarazzo allo Stato mormone che lo ospita, lo Utah. Sono infatti diversi i film in programma che fanno gridare allo scandalo. Tra questi sicuramente i due film gay più attesi, “Kill Your Darlings” di John Krokidas, sulle esperienze giovanili di Allen Ginsberg, interpretato da Daniel Radcliffe, che qui si mostra completamente nudo in espliciti amplessi gay (l’attore ha detto di non aver avuto il tempo d’imbarazzarsi perchè le scene hard sono state girate in meno di un paio d’ore) e “Interior. Leather Bar” diretto da Travis Mathews e James Franco, che sfiora il sadomaso gay mentre fa riflettere sui motivi per cui alcune scene furono tagliate dal film “Cruising“.
Ma non sono solo questi i film con riferimenti lgbt presentati in questa edizione del Sundance, festival diretto da John Cooper, padre gay ed ex programmatore di uno dei festival gay più famosi d’America, l’Outfest di Los Angeles. Intervistato dall’huffingtonpost, Cooper spiega però come sia diverso il suo attuale lavoro in un grande festival internazionale da quello che svolgeva all’Outfest, un festival dedicato ad un pubblico territoriale. Per quanto riguarda il cinema queer dice che oggi le tematiche di questi film non sono più concentrate sulla scoperta dell’identità, come succedeva qualche anno fa, ma sui diversi problemi che si possono incontrare nella vita quotidiana, nella vita reale, ad esempio come nuove famiglie gay (porta ad esempio il film “I ragazzi stanno bene“). Alla domada del giornalista che gli chiede se ha mai avuto dei problemi all’interno del Sundance per la sua ampia selezione di film gay, risponde assolutamente mai, e pensa che sia anche per questo che vi lavora da 24 anni, ubbidendo alle direttive del fondatore Robert Redford che ritiene fondamentale proporre un ampio ventaglio di storie e tematiche. L’importante, dice, è che esprimano in modo originale e convinto i sentimenti dell’autore.
Tra i nostri beniamini lgbt presenti al festival troviamo personalità come David Sedaris, Allen Ginsberg, Megan Mullally, John Cameron Mitchell, Jim McGreevey e Evan Rachel Wood. Mentre tra i nostri favoriti gayfriendly possiamo incontrare James Franco e Joseph Gordon-Levitt (al suo debutto come regista) e il nuovo arrivato ultra sexy Wentworth Miller (Prison Break) sceneggiatore di “Stoker”, atteso film con Nicole Kidman e Mia Wasikowska.
Tra i film lgbt più attesi troviamo inoltre “Concussion” della regista dichiarata Stacie Passon, film prodotto da Rose Troche, che racconta la storia di una casalinga lesbica, fissata col baseball e che diventa una prostituta lesbo.
“Ass Backwards” di Chris Nelson, racconta la storia di due ragazze, amiche sin dall’infanzia che si ritrovano oggi in ruoli molto diversi, una lavora come stripper in un night club e l’altra è direttrice d’azienda, insieme saranno ospiti di una ‘comune’ lesbica.
“Emanuel and the Truth About Fishes” della dichiarata Francesca Gregorini, che utilizza la sua esperienza di vita per indagare l’adolescenza di una ragazza che vive col padre e la matrigna e si trova attratta dalla nuova vicina di casa, una giovane donna col suo neonato.
E’ presente al Sundance anche il regista gay John Cameron Mitchell, come sceneggiatore di un corto d’animazione, “Seraph“, sull’infanzia di ragazzo che segna un’impronta su tutta la sua vita.
“Fall to Grace” di Alexandra Pelosi, cortometraggio di 48 minuti in concorso, che racconta la storia dell’ex governatore del New Jersey, Jim McGreevey, dimesso con scalpore dall’incarico dopo essersi definito “un gay americano” e da allora lavora come assistente spirituale in una prigione di donne.
“Kink” di Christina Voros, racconta una storia vera di sesso, sottomissione e affari vista attraverso gli occhi di uno dei più grossi produttori di pornografia sado-maso del mondo.
L’attrice dichiarata Evan Rachel Wood interpreta con Shia LaBeouf il film “The Necessary Death of Charlie Countryman”.
La regista dichiarata Cherien Dabis presenta “May in Summer” con Alia Shawkat, un vivace racconto sulle contraddizioni tra passato e presente nella contemporanea Giordania
Di sicuro interesse il documentraio “Pussy Riot—A Punk Prayer” sul famoso trio femminista imprigionato in Russia perchè ha osato contraddire il Presidente Putin
Molto atteso anche “Lovelace” dei registi gay Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Urlo) sulla storia della protagonista di ‘Gola profonda’, include anche James Franco nel ruolo di Hugh Hefner.
Di seguito alcuni lungometraggi di sicuro interesse per il pubblico lgbt con la presentazione tratta dal sito del Sundance (trad. di R. Mariella)
Kill Your Darlings di John Krokidas
2012, 95 minuti, colore, U.S.A., U.S. Drammatico
Nel 1944, mentre frequenta la Columbia University, la vita del giovane Allen Ginsberg viene sconvolta, quando egli mette gli occhi su Lucien Carr, un compagno di classe incredibilmente dotato di fanciullesca bellezza e fascino. Carr apre a Ginsberg tutto un nuovo mondo bohemien e lo presenta a William Burroughs e Jack Kerouac. Provando tutti loro, avversione per le norme e per il conformismo, sia nella vita che nella letteratura, i quattro decidono di abbattere la tradizione e di fare qualcosa di completamente nuovo, formulando in ultima analisi i principi e dando vita a quello che diventerà il movimento della Beat Generation. All’esterno del gruppo, sta a guardare, David Kammerer, un uomo sulla trentina disperatamente innamorato di Carr. Quando Kammerer è trovato morto, Kerouac, Burroughs, e Carr sono arrestati in relazione all’omicidio e le vite di questi giovani artisti cambiano per sempre. Daniel Radcliffe interpreta senza esitazioni il ruolo del giovane Ginsberg, impegnato in un viaggio avventuroso alla scoperta della propria sessualità ed alla ricerca di una propria voce come scrittore.
Il co-sceneggiatore e regista John Krokidas mostra di avere, nella descrizione del periodo di questo poco esplorato capitolo iniziale del movimento Beat, un valido tocco visivo, energia e immaginazione. ‘Kill Your Darlings’ è l’avvincente storia vera di un crimine, di un’amicizia e della combinazione di eventi che ha generato un movimento culturale. – K. Y.
Interior. Leather Bar di James Franco e Travis Mathews
2012, 60 minutes, color, U.S.A., New Frontier Film
Il film “Cruising” del 1980 con Al Pacino nel ruolo di un poliziotto che indagava sotto copertura per trovare un serial killer che agiva nei locali frequentati da gay, con scene in bar gay e leather, fu afflitto da molte cotroversie, e il suo regista obbligato dalla Motion Picture Association of America a tagliare 40 minuti di scene sessualmente esplicite. Questi 40 minuti tagliati non sono mai stati mostrati in pubblico. I registi James Franco e Travis Mathews si sono immaginati cosa potesse esserci in quella pellicola persa, mettendo in scena una specie di dietro le quinte del film. La cinepresa riprende un mix di uomini gay ed etero, incluso il simpatico Val Lauren nel ruolo che fu di Al Pacino. Quello che emerge è un ritratto delle dinamiche affascinanti che portano i registi a sfidare la normalità, in una interazione tra celebrità e sperimentazione. Un’altra sfida è il dilemma affrontato da attori che lottano per conciliare chi sono con l’idea di esibirsi in un film con sessualità esplicite gay e sado-maso. Il risultato è un’esplorazione provocatoria dell’importanza della radicalità e trasgressione nella società e il valore di impegnarsi con le cose che ci spaventano.
Shopping di Louis Sutherland e Mark Albiston
2013, 98 minuti, colore, Nuova Zealanda, Drammatico
Willie è un ragazzino, per metà samoano, che cresce da solo in Nuova Zelanda nel 1981, in un ambiente dove è alta la tensione razziale. Con un padre inaffidabile, Willie passa la maggior parte del suo tempo al lavoro in un grande magazzino o a prendersi cura di suo fratello minore Salomone. Casualmente Willie incontra sul lavoro un eccentrico e affascinante cliente, di nome Bennie, che lo attira nel suo mondo senza regole. Mentre Willie inizia a trovare un suo posto nel pericoloso nido di criminali gestito da Bennie, Salomone cresce sempre più succube delle tendenze violente del padre.
I registi Louis Sutherland e Mark Albiston hanno magistralmente coniugato le brillanti prestazioni di Kevin Paulo e Julian Dennison nel ritrarre una storia autentica e potente di amore fraterno in un mondo molto duro. Dopo aver assegnato loro il Premio della Giuria per il miglior cortometraggio internazionale nel 2010 per ‘The Six Dollar Fifty Man ‘, il Sundance Film Festival è lieto di salutare il ritorno di Sutherland e Albiston per il loro film lungometraggio di debutto. – A.P., O.J.
Pit Stop di Yen Tan
2013, 80 minutes, color, U.S.A
Rimessosi da una sfortunata relazione con un uomo sposato, Gabe trova conforto nel rapporto che mantiene con la sua ex moglie e la figlia. Dall’altra parte della città, Ernesto si sottrae alla vita di casa con il suo attuale convivente ed ex-fidanzato, trascorrendo gran parte del suo tempo libero in ospedale con un altro suo amore del passato, ora ammalato. Impermeabili alla monotonia del loro mondo impiegatizio, essi coltivano un desiderio incrollabile di romanticismo. Lontano dai centri gay di tutto il mondo, il regista Yen Tan esplora le vite complesse e spesso dimenticate degli uomini gay di una piccola città americana. La sobria natura contemplativa della storia di Ernesto e Gabe viene raccontata dal punto di vista di un osservatore, che ci permette, anche se solo per un momento, di capire che cosa significa essere un outsider. L’isolamento emotivo al quale i due uomini si sono abituati, viene catturato in modo sottile, ottimistico e poetico, evitando il melodramma. In un film fresco e armonioso, i protagonisti non cercano mai di fuggire dal loro ambiente relativamente vuoto, ma scelgono di riempire i vuoti più profondi della vita con laloro tenace fiducia.
Crystal Fairy di Sebastián Silva
2012, 100 minuti, colore, Cile, Drammatico
Jamie è un maleducato e insensibile ventenne americano in viaggio attraverso il Cile,
che in ogni occasione cerca di provocare il caos attorno a se. Lui e i suoi amici pianificano di fare un viaggio in automobile verso il nord per sperimentare un leggendario allucinogeno sciamanico chiamato il cactus di San Pedro. Sotto i fumi dell’alcol, durante un party selvaggio, Jamie invita ad aggiungersi al gruppo un’ eccentrica donna dallo spirito libero, di nome Crystal Fairy (fatina di cristallo). Quando Jamie si ritrova a doversi scontrare con le idee della sua nuova compagna di viaggio, quella che doveva essere una vacanza scatenata, si ritrova ad essere un campo di battaglia tra volontà contrapposte. Ma in una remota spiaggia incontaminata ai margini del deserto, la magica birra viene infine assorbita e comincia la vera avventura. Giudizi e idee preconcette vengono a cadere e in quel gruppo male assortito irrompe un momento di autentica verità.
Con uno stile che è la sua firma, l’anticonformista scrittore e regista Sebastián Silva
(il cui ‘The Maid’ aveva vinto il Premio della Giuria nel 2009) torna a scavare nei meccanismi della commedia, quando personaggi dai caratteri contrastapposti risultano divisi da una profonda rivalità.
Crystal Fairy, che si conclude in una profonda esperienza per il pubblico, tratta dei doni
che possiamo ricevere quando smettiamo di volerli raggiungere. – K. Y.
Touchy Feely Lynn Shelton
2012, 90 minuti, colore, U.S.A., Drammatico
Cosa succede quando il delicato equilibrio psichico di una famiglia si rompe all’improvviso? Abby è una massaggiatrice terapista, dallo spirito libero. Suo fratello, Paul, è uno zombie emotivo, che possiede un fatiscente studio dentistico, dove ha assunto come assistente sua figlia, Jenny, altrettanto emotivamente disfunzionale. Improvvisamente la trasformazione tocca tutti quanti. Abby sviluppa una irrefrenabile avversione per il contatto corporeo, che ostacola gravemente la sua professione e l’ appassionata vita amorosa che prima di allora condivideva con Il suo fidanzato. Nel frattempo, cominciano a circolare voci su di un “tocco guaritore” di Paul, che miracolosamente ridanno smalto alla sua attività. Così, mentre Abby si trova ad attraversare una crisi identità, suo fratello scopre un nuovo lato di se stesso. Feely Touchy parla di come imparare a vivere nella propria pelle, in senso sia letterale che figurato. Il film gode di ottime interpretazioni da parte dell’intero cast, che comprende Rosemarie DeWitt, Josh Pais, Ellen Page, Scoot McNairy, Allison Janney, Ron Livingston, e l’esordiente Tomo Nakayama. Scritto e diretto dal talentuoso Lynn Shelton ( già noto al Sundance per Humpday e Your Sister’s Sister), Touchy Feely è pieno di originalità, unita alla sensibilità per le debolezze della natura umana, caratteristiche che sono un marchio di fabbrica dell’opera di Shelton. – D. C.
Concussion di Stacie Passon
di Stacie Passon
2012, 93 minuti, colore, U.S.A., U.S. Drammatico
Abby è una casalinga, lesbica, sposata, benestante, sulla quarantina, che dopo un colpo alla testa causatogli dalla palla da baseball di suo figlio, inizia a mettere in discussione ogni aspetto della sua tranquilla vita di periferia e ad affrontare il crescente desiderio per qualcosa di diverso. Decide cosi di imbarcarsi in un nuovo progetto e acquista un appartamentino a Manhattan. Passeggiando per le strade della città, Abbey ricorda come ci si sente ad essere sexy, e la sua libido repressa si scrolla di dosso le sue inibizioni. Il suo desiderio non è come un oggetto che ci si porta dietro nel minivan del viaggio di ritorno a casa, cosi Abby inaugura una doppia vita che la trascina nel mondo della prostituzione per donne.
In questo promettente lavoro di debutto, la regista Stacie Passon ottiene una prestazione perfetta da parte della sua protagonista, Robin Weigert, nella parte di una donna sexy, che pone fine alla sua personalità di donna di famiglia, nel suo sforzo di rifiorire di nuovo. Palpabilmente sensuale e deliziosamente contenuto, Concussion ci offre una acuta osservazione dei contorni complicati di una crisi di mezza età. – S. F.
C.O.G. (Child of God) di Kyle Patrick Alvarez
2013, 92 minuti, colore, U.S.A., USA Drammatico
David aveva pianificato tutto. Il suo progetto, più un sogno alla Steinbeck, era quello di passare la sua estate a lavorare in una fattoria di mele in Oregon in compagnia della sua migliore amica, Jennifer. Quando però lei si tira indietro, David è lasciato da solo a sporcarsi le mani, sorvegliato da Hobbs, il vecchio proprietario della fattoria e primo di una serie di improbabili figure guida che incontra. Innanzi tutto c’è l’amichevole Curly, l’operatore del carrello elevatore, con un unico hobby, poi c’è Jon, il veterano evangelista che aiuta David nel momento del bisogno.
Questo primo adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di David Sedaris, narra la storia di un giovane uomo orgoglioso e di ciò che resta di lui dopo che tutto quello in cui crede viene spazzato via pezzo per pezzo. Da un materiale di origine cosi buono possono venire grandi vantaggi ma anche una pressione immensa. Lo scrittore e regista Kyle Patrick Alvarez si dimostra più che mai all’altezza della sfida, riuscendo a darci una storia finemente elaborata, che rimane fedele sia alla voce dell’autore che alla propria. Jonathan Groff incarna perfettamente David, riuscendo a infondere in lui una grande forza di spirito, che maschera l’incertezza che vuole nascondere. C.O.G. è il divertente e struggente ritratto di un’anima persa alla ricerca di se stesso, in mezzo a una divertente sfilata di personaggi ricchi di vita. – T. G.
Afternoon Delight di Jill Soloway
2012, 99 minuti, colore, U.S.A., Drammatico
Rachel è una donna sulla trentina, intelligente ed amabile, ben inserita nella comunità dei creativi di Silver Lake, un ricco sobborgo di Los Angeles. Tutto per lei sembra andare per il verso giusto: una casa elegante in stile modernista, un marito in carriera, un figlio adorabile e un guardaroba all’ultima moda. Allora perché la noia la sta mandando fuori di testa? Afflitta dalla mancanza di un suo scopo nella vita, Rachel inizia a frequentare uno strip club per rendere più eccitante il suo matrimonio e finisce così per incontrare McKenna, una spogliarellista. Da quel momento per Rachel diventa un’ossessione riuscire a salvare la povera ragazza.
Decide cosi di adottare McKenna accogliendola in casa come balia e questa mossa temeraria scatena vivaci e inimmaginabili cambiamenti nella sua vita e nella comunità. Diventa chiaro che Rachel sta cercando febbrilmente e disperatamente di dare un senso alla propria vita.
Con una combinazione perfetta di scrittura esilarante, buona recitazione e buona regia, l’esordiente Jill Soloway individua l’ambivalenza delle donne privilegiate ed istruite, che sedotte da una visione idealizzata del matrimonio e della maternità, subiscono poi una realtà mortificante fatta di raccolte fondi per l’asilo dei figli, di una vita sessuale poco brillante e di una carriera che è andata a farsi benedire.
Afternoon Delight getta uno sguardo compassionevole sui tentativi esistenziali di una generazione di Peter Pan che combattono per troppe cose, che resistono al sopraggiungere dell’età adulta e che digitano distrattamente sul proprio iPhone invece di preoccuparsi di mettere a punto ciò che veramente conta. – C. L.
Ass Backwards di Chris Nelson
2013, 83 minutes, color, U.S.A., Midnight
Kate e Chloe sono migliori amiche dai tempi dell’infanzia, quando giurarono di restare unite fino alla morte durante il concorso di bellezza della loro città. Oggi sono entrambe cresciute e vivono a New York City, dove Chloe lavora come “girl in a box” in un nightclub e Kate è direttrice della sua azienda uni-personale di donatrici di uova. Il loro umiliante passato è solo un dimenticato ricordo fino a quando ricevono un invito per l’anniversario del famoso concorso. I ricordi spiacevoli ritornano impetuosi a galla, ma Kate e Chloe decidono di riscattarsi vincendo l’inafferrabile corona. Il regista Chris Nelson ci conduce attraverso un viaggio chiassoso e stravagante che comprende il slavataggio di un coniglio selvatico, una selvaggia comune lesbo-femminista e una notte da dilettanti in uno strip club. Le attrici protagoniste June Diane Raphael e Casey Wilson dimostrano una fascinosa e divertente chimica in questa versione femminile del ‘buddy movie’.
Emanuel and the Truth About Fishes di Francesca Gregorini
2012, 96 minutes, color, U.S.A., U.S. Dramatic
Emanuel è un’adolescente acerba ma sensibile che vive col padre e la matrigna. Sta per festeggiare un’altro compleanno – un giorno al quale non si è mai appassionata per il fatto che fu anche il giorno in cui la madre moriva mentre la stava dando alla luce – quando la mistriosa Linda, una giovane e moderna madre, viene ad abitare nella casa accanto. Incuriosita dalla somiglianza tra Linda e le immagini della madre morta, Emanuel inizia a fare la babysitter alla figlia appena nata di Linda. Succede quindi che Emanuel e Linda passino insieme gran parte del loro tempo, sviluppando un legame che diventa sempre più intenso e profondamente intrecciato con un sorprendente segreto che Linda si porta dentro. Un film iperstilizzato e spesso cupamente umoristico che oscilla tra surrealismo e realismo, mentre cresce la suspense drammatica. La regista sceneggiatrice Francesca Gregorini costruisce una storia dove si fondono dolore e poesia mentre esplora la complessità di ritrovarsi complice nella vita delle persone che amiamo. Con una splendida performance, Kaya Scodelario è l’anima del film, come emanuel che deve fare un coraggioso cammino per entrare nel suo sogno e aiutare Linda ad uscire dal suo.