GENDER BENDER 10ma EDIZIONE

Da sabato 27 ottobre al 3 novembre 2012 a Bologna il Festival italiano più stimolante presenta ben 10 film in anteprima nazionale (immagine dal doc “How Are You)

Dal sito del Festival Gender Bender

Gender Bender è il festival internazionale, ideato da Daniele Del Pozzo e promosso dal Cassero di Bologna, che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
Il Festival è interdisciplinare e propone un programma di appuntamenti che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni.

Il filo conduttore e titolo di questa 10ma edizione è “Evoluzione“, così spiegato dal direttore Del Pozzo: “Il tempo è dalla nostra parte! L’ambiente in cui viviamo è in piena crisi e la nostra innata capacità di adattamento ci spinge a farci le ossa – giorno dopo giorno, era dopo era – per essere pronti a diventare l’anello di congiunzione per le nuove forme con cui si manifesterà il futuro. Darwin ce lo ha indicato e noi lo abbiamo scritto nel nostro DNA: sono le specie più portate al cambiamento quelle capaci di sopravvivere. E sebbene i cambiamenti tra una generazione e l’altra siano piccoli, è certo che il loro accumularsi nel tempo può portare all’emergenza di nuove specie e Generi.
Evolversi sembra essere l’unica risposta possibile per far emergere nuove straordinarie forme di vita. Pinne, zampe, artigli, squame, code, ali, pellicce, ventose: Madre Natura ci mostra che esistono mille modi per risolvere problemi di funzionalità e che bisogna essere aperti alle varietà, per quanto bizzarre possano apparire. La differenza vive, Vive la difference! Un giorno entreremo nel futuro in punta di piedi, e guarderemo con affetto ai goffi tentativi con cui cercammo di lasciare la preistoria”.

Il Festival si articola in cinque sezioni, Arti visive, Arti performative, Cinema, Conversazioni, Musica. Trovate il programma dettagliato di ogni sezione sul sito ufficiale.

Nella sezione Arti Visive particolare rilevanza ha la mostra, inaugurata il 20 ottobre, “Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities“, organizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna. La mostra presenta le opere di tre grandi artisti, PETER HUJAR, MARK MORRISROE, JACK SMITH. Hujar, Morrisroe e Smith si muovono all’interno del difficile territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della “differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che il fondere arte e vita, ricerca formale e lotta politica, comporta. Il loro agire diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’AIDS, ma di fatto traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e, in particolare New York, fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al colpevole disinteresse di una classe politica (l’amministrazione Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette drammaticamente in evidenza.

L’altro grande evento di questa sezione è la mostra, in prima mondiale, “Bridget Baker: The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance)“, curata da Elisa Del Prete, aperta dal 28 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013 al Museo d’Arte Moderna di Bologna. Si tratta di un video realizzato da Bridget Baker durante il periodo di residenza a Bologna nel 2012 su invito di Nosadella.due. Il lavoro, che si si ispira ai documenti della famiglia Ellero-Pezzoli conservati presso archivi bolognesi, indaga le relazioni tra Eritrea e Italia durante e dopo l’esperienza coloniale attraverso una narrazione visuale che si pone al limite tra realtà e immaginazione, documento e interpretazione, dove elementi fiction si mescolano a tracce di storie reali dimenticate. Il progetto è realizzato in collaborazione con Articolture.

La sezione teatro presenta ben nove opere, tra le quali segnaliamo la prima nazionale di “I-ON”, performance di Ivo Dimchev, in collaborazione con Franz West, sabato 27 ottobre alla Sala Interaction Arena del Sole (Via indipendenza 44). I-ON nasce dall’incontro tra il genio provocatorio di Ivo Dimchev – coreografo e performer bulgaro che mescola street art, danza, teatro e improvvisazione – e l’arte di Franz West, scultore austriaco il cui lavoro si contrappone sin dagli esordi alla corrente dell’azionismo viennese.

Un’altro evento di questa sezione da non perdere è “OOPS!“, spettacolo gratuito in vari luoghi della città di Bologna. Prevede due grandi azioni di massa: una in concomitanza con l’inaugurazione del festival, sabato 27 ottobre al Giardino del Cavaticcio, l’altra per la chiusura della manifestazione, sabato 2 novembre in Piazza Maggiore. Oltre a queste, durante i giorni del festival avranno luogo altri piccoli eventi performativi, in diversi spazi della città , per lasciare impronte creative sul tessuto urbano, declinazioni molteplici dei temi cari a Gender Bender: il superamento degli stereotipi, le rappresentazioni del maschile e del femminile nella società, l’accorciamento della distanza tra generi sessuali, il capovolgimento dell’identità, il cambiamento dei corpi e del loro valore con l’avanzare dell’età, l’attenzione ai particolari, la voglia di essere se stessi, il desiderio di libertà.

Nella sezione “Conversazioni” abbiamo l’incontro con diversi autori presenti al Festival, come Bridget Baker che parla del suo lavoro, Emma Dante che parlerà delle sue opere teatrali e del suo ultimo impegno in campo cinematografico, oltre alla presentazione di diversi libri da parte dei loro autori (Verena Stefan, Alessandro Fullin e Stefano Chiara, Melissa P., Simone Lenzi)

La sezione che più interessa ai nostri lettori è sicuramente quella dedicata al cinema, che quest’anno presenta ben 10 anteprime nazionali all’interno di un programma di 18 lungometraggi, praticamente il meglio di quanto offerto dalla recente produzione cinematografica queer internazionale, con particolare riferimento alle tematiche del corpo, della sessualità e della diversità.

Si inizia con un film ad episodi, Sexual Tension, tutto impostato sul voyerismo, sul desiderio che fatica ad esprimersi; poi abbiamo il bellissimo “Keep the Lights On“, una storia d’amore e passione gay; l’opera prima di Bavo Defurne, North Sea Texas, sulla scoperta dell’amore e del sesso di un adolescente; “I Want Your Love“, il film più erotico di tutta la rassegna, imperdibile; il curioso e bizzarro “Sleepless Knights” con l’amore tra un poliziotto e un disoccupato in visita al padre nelle assolate campagne spagnole; “Remington and the curse of the Zombadings” film filippino di grande successo in patria, tutto centrato sull’omofobia esteriore ed interiore che il giovane protagonista deve affrontare in una girandola di eventi straordinari; “Bol” lunghissimo melodramma pakistano (146 minuti) che ci offre un interessante affresco su una società maschilista e sulla lotta delle nuove generazioni per liberarsi da tradizioni feroci e sessiste; “Laurence Anyways” forse il film più atteso, terza opera del geniale 23enne Xavier Dolan, che ci racconta una storia di transessualità e amore incondizionato; “Do not disturb“, rifacimento francese di un film indipendente americano (Humpday), circolato anche in Italia, con due etero che vogliono girare un film porno gay; da non perdere anche il bellissimo “Beyond the Walls“, storia di un amore e delle sue vicissitudini, a partire dalla scoperta della propria omosessualità fino alla difficile prova della separzione forzata. Per divertirsi non mancate alla proiezione del secondo capitolo di “Bear City – the Proposal” con tanti bei orsacchiotti gay alle prese con matrimoni gay e tradimenti.

Interessantissimi anche i documentari, tra i quali spiccano “Sesso, amore & disabilità“, sulla vita sessuale delle persone con disabilità, etero ed omosessuali; l’acclamatissimo “Les invisibles” di Sebastien Lifshitz su storie d’amore gay di uomini e donne nati tra le due guerre, invisibili allora e forse anche oggi; “Ulrike Ottinger – Nomad from the Lake“, ritratto di una delle registe tedesche più apprezzate e insignita del Teddy Award all’ultima Berlinale; imperdibile anche “How Are You“, storia d’amore e di vita di una coppia di acclamati artisti gay.

TUTTE LE ANTEPRIME NAZIONALI DEL FESTIVAL

Le proiezioni hanno luogo al Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65/a, tranne per Sesso, amore e disabilità che sarà all’Auditorium Biagi, Salaborsa, Piazza Nettuno 3

sabato 27 ottobre ore 20.30
   Sexual Tension di Marco Berger
  tendenza: GGG
tipologia: Commedia – durata min.: 102
nazione: Argentin / Usa / Francia
anno: 2012
Sei episodi, sei esperienze, sei diverse forme di tensione erotica e sessuale diretti da due nomi di punta del cinema gay argentino. Un ragazzo subisce l’eccitante scarica di adrenalina causatagli dall’ago del suo tatuatore sexy. Durante un afoso pomeriggio estivo, un nerd proietta le sue fantasie e i suoi desideri sul cugino di un suo amico, che indossa soltanto un paio di pantaloncini. Due ragazzi etero si confrontano e si scambiano consigli su come fare l’amore con una donna. A un uomo con le braccia rotte viene fatta una doccia sensuale da un infermiere. Un uomo sposato e il gestore di un agriturismo si incontrano a causa di una doccia rotta. Due ragazzi tutti muscoli si liberano dei loro vestiti e delle loro inibizioni, mentre inviano foto e messaggi a delle ragazze. Filo conduttore delle sei storie di Sexual Tension è naturalmente il sesso, che spesso però resta un desiderio irrealizzato, un piacere che non supera il confine del voyerismo. E voyeristica è anche la macchina da presa nell’accarezzare i corpi dei protagonisti, nell’indagare “senza però violarli” il mistero e i tabù della natura maschile più intima. (Gender Bender)

domenica 28 ottobre ore 20.30
   Meet the Fokkens di Rob Schröder e Gabrielle Provaas
  xxx tendenza: QQQ
tipologia: Documentario – durata min.: 80
nazione: Olanda
anno: 2011
Uno sguardo sul mestiere più antico del mondo attraverso il racconto di due “insiders” d’eccezione: Lousie e Martine Fokkensz, gemelle omozigote di 69 anni, per oltre 40 anni prostitute nel distretto a luci rosse di Amsterdam. Dopo essersi liberate dal controllo dei loro sfruttatori, le Fokkens hanno aperto un loro bordello e messo in piedi il primo sindacato delle prostitute. Oggi Louise ha smesso di esercitare il mestiere a causa dell’artrite, mentre Martine continua ad ammiccare ai clienti da dietro la vetrina del suo bordello, non avendo una pensione per vivere. La telecamera segue le due sorelle a spasso mano nella mano per le strade di Amsterdam, mentre salutano amici e conoscenti e raccontano spassosi aneddoti della loro vita a luci rosse, o mostra in maniera esplicita Martine mentre è alle prese con i clienti. 
Alternando sequenze ilari e leggere a momenti dolorosi (come quando le due sorelle raccontano un passato di povertà, soprusi e violenze), Meet the Fokkens ci regala anche uno spaccato storico e inedito del distretto a luci rosse di Amsterdam, e di come è cambiato negli ultimi cinquant’anni. 
Rob Schröder ha realizzato documentari sull’estrema destra in Europa, sulla situazione a Cuba, sulla crisi della politica olandese. È stato ideatore della serie tv “The New World”, con documentari sulla situazione sociale e politica mondiale dopo la caduta del Muro di Berlino. Gabrielle Provaas, giornalista e regista, ha collaborato a numerosi programmi per la tv e diretto brevi documentari. (Gender Bender)

martedì 30 ottobre ore 18.00
   Sesso, Amore & Disabilità di Adriano Silanus
  tendenza: Q
tipologia: Documentario – durata min.: 105
nazione: Italia
anno: 2012
La vita sessuale e affettiva delle persone con disabilità continua a suscitare imbarazzi, silenzi, equivoci e pregiudizi. Questo documentario cerca di infrangere uno degli ultimi tabù del terzo millennio, raccogliendo la voce e le testimonianze di 37 disabili fisici e sensoriali che hanno scelto di raccontare le loro esperienze sessuali e affettive. Un progetto di vasto respiro (basti pensare che il materiale girato ammontava a 50 ore), che ha dato voce sia ai diretti interessati, che vivono la disabilità sulla propria pelle, sia alle persone che vivono accanto a loro: uomini e donne, eterosessuali e omosessuali di tutta Italia, di ogni età e stato relazionale. Sesso, amore & disabilità è stato realizzato in collaborazione conAssociazione B.V.Bo. (Biblioteca Vivente Bologna) e CDH (Centro Documentazione Handicap) e con il patrocinio istituzionale della Regione Toscana, della Regione Veneto, della Provincia di Ferrara, Provincia di Genova, Provincia di Gorizia, Provincia di Macerata, Provincia di Milano, Comune di Milano, Comune di Bologna, Comune di Napoli, Comune di Sassari, Comune di Udine e Comune di Venezia. (Gender Bender)
Auditorium Biagi, Salaborsa, Piazza Nettuno 3

mercoledì 31 ottobre ore 20.30
   Sleepless Knights di Stefan Butzmühlen
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 82
nazione: Germania
anno: 2012
Carlos (Raùl Godoy) torna da Madrid al suo paese natìo e alla sua famiglia, in Estremadura, per trascorrervi l’estate. Ma forse non tornerà a Madrid: nella capitale la crisi economica si fa sentire e non c’è lavoro, mentre al villaggio può assistere il padre malato. Anche il poliziotto Juan (Jaime Pedruelo) è stato trasferito dalla capitale al villaggio. Tra i due inizia una relazione, sullo sfondo di splendidi paesaggi rurali che sembrano provenire da un altro mondo, mentre su tutto e tutti aleggia l’incertezza del futuro. Soltanto alcuni anziani del villaggio, che indossando antiche armature e vagano per la campagna perpetuando un antico rituale cavalleresco, sembrano immuni dai turbamenti della contemporaneità. Sleepless Knights è un film di una bellezza impalpabile e misteriosa, che racconta una storia d’amore omosessuale in un contesto diverso dalla scena gay spagnola e dalla movida della città. Gran parte del cast è costituito da attori non professionisti residenti in Estremadura, che hanno portato nel film le loro storie e il loro vissuto. Sleepless Knights è stato presentato in anteprima mondiale al 62° festival di Berlino nella sezione “Forum”. (Gender Bender)

mercoledì 31 ottobre ore 22.30
   Remington and the curse of the Zombadings di Jade Castro
  tendenza: GGG
tipologia: Orrore – durata min.: 96
nazione: Filippine
anno: 2011
Remington (Mart Escudero) sin da bambino ha sempre puntato il dito contro gli omosessuali. Ma un giorno una drag queen da lui insultata in un cimitero gli lancia una maledizione: da grande anche lui diventerà gay! Quindici anni dopo, il ragazzo comincia a manifestare strani segni di cambiamento nel modo di parlare, di camminare e di vestirsi. Soprattutto, le sue attenzioni si spostano progressivamente dalla bellissima Hannah al suo migliore amico Jigs. Intanto, un misterioso serial killer sta uccidendo uno ad uno tutti i gay del villaggio, e Remington si troverà coinvolto in una girandola di omicidi, stregoni, sedute spiritiche e strade invase da orde di zombie gay! Tra commedia, gay movie e zombie horror, il film di Jade Castro prende di mira l’omofobia giocando con gli stereotipi queer. Grande successo di pubblico in patria (è stato visto da quasi un milione di spettatori, un record per un film indipendente) Remington and the curse of the Zombadings è valso a Mart Escudero il Golden Screen Award, l’Oscar filippino al miglior attore protagonista. (Gender Bender)

giovedì 1 novembre ore 22.30
   Ulrike Ottinger – Nomad from the Lake di Brigitte Kramer
  tendenza: L
tipologia: Documentario – durata min.: 80
nazione: Germania
anno: 2012
Artista a tutto tondo (apprezzata anche per le sue opere pittoriche e fotografiche) Ulrike Ottinger deve la sua fama internazionale principalmente ai suoi film e documentari, che l’hanno resa uno dei nomi di punta dell’avanguardia cinematografica tedesca e mondiale. Dalla “trilogia di Berlino” (Ticket of No Return, 1979, Freak Orlando, 1981, e Dorian Gray in the Mirror of the Yellow Press, 1984) al controverso Madame X (1978), fino ai pi๠recenti Johanna d’Arc of Mongolia (1989) e Under Snow (2011), i suoi film sono caratterizzati da uno stile surrealista e ridondante, costumi esotici, scene grottesche, fantasmagorie opulente e uno humour tipicamente camp. I soggetti delle opere, siano essi storici o immaginari, sono sempre guardati da una prospettiva femminile che si apre costantemente su altri mondi. Il film di Brigitte Kramer ci regala un prezioso ritratto dell’artista, recentemente insignita del Teddy Award alla carriera all’ultimo festival di Berlino: dalle esperienze berlinesi negli anni Settanta e Ottanta, all’incontro con le sue attrici-muse (tra cui Magdalena Montezuma), al periodo parigino, fino ai documentari girati in Asia e alle mostre pi๠recenti allestite in giro per il mondo. (Gender Bender)

venerdì 2 novembre ore 22.30
   Hors les murs di David Lambert
  tendenza: GGG
tipologia: Drammatico – durata min.: 98
nazione: Belgio, Francia, Canada
anno: 2012
Paulo, un giovane pianista che conduce una vita stabile, incontra Ilir, un bassista di origine albanese. Immediatamente, è amore a prima vista, per entrambi. Paulo, dopo aver discusso con la fidanzata, che non comprende e lo caccia via, si trasferisce nel minuscolo appartamento di Ilir. Ilir, abituato ad una vita solitaria, è inizialmente perplesso, ma l’amore è sempre più grande. Iniziano una convivenza quotidiana, superando qualsiasi differenza che potrebbe allontanarli, nutrendosi esclusivamente del grande amore che li unisce. Un giorno, appena dopo che Paulo aveva giurato a Ilir che lo avrebbe amato per tutta la vita, questo sparisce improvvisamente senza fare ritorno. Qualche giorno dopo, Paulo scopre che Ilir è finito in prigione uno stupido scherzo… “Quando si chiede a David Lambert quale è stata l’intenzione alla base di questo film, il regista belga risponde semplicemente di aver voluto fare un remake di ‘Les Parapluies de Cherbourg’ raccontando il ricongiungimento tra due amanti che hanno vissuto una passione prima che un terribile evento li separasse. La sceneggiatura di Hors les murs passa effettivamente per queste tre fasi — l’amore, l’assenza, il ritrovamento — della vita di Paulo e Ilir, rispettivamente interpretati da Matila Malliarakis e da un astro nascente del cinema nazionale, l’ottimo Guillaume Gouix (Jimmy Rivière, Poupoupidou), il cui carisma splendente permane sullo schermo anche a proiettore spento. Hors les murs è la testimonianza disincantata di una generazione cui è stato promesso che l’amore può cambiare il mondo, ma che spesso si ritrova a rinunciarvi semplicemente perché la vita a due è difficile… Hors les murs prolunga l’emozione e le ferite di un cortometraggio di David Lambert, ‘Vivre encore un peu…’, apprezzato in diversi festival internazionali nel 2010. Un’opera prima che dimostra un uso molto intelligente della regia, abbellita dalla fotografia densa di Matthieu Poirot-Delpech (Harry, un ami qui vous veut du bien) e soprattutto servita da un montaggio molto serrato che dà un ritmo talvolta freddamente ellittico al film. David Lambert fa affidamento sulla capacità dello spettatore di comprendere le cose più evidenti (quello che succede entro le mura, quello che ribolle negli occhi umidi di Ilir quando finisce questa storia) o almeno essenziali (la musica che all’inizio rappresenta il punto in comune tra i due personaggi) e non indugia su questi istanti per meglio curare le sequenze emotive centrate sull’euforia dell’amore (una bellissima scena di braccio di ferro tra i due amanti), lo strappo (durante le scene in parlatorio) o l’umorismo disinibito di una situazione che coinvolge un oggetto insolito acquistato in un sexy shop, ma che simboleggia tante cose per Paulo (il sesso, l’alienazione, l’impossibilità di andare avanti senza lasciarsi andare)…” (Domenico La Porta, Cineuropa.org)

sabato 3 novembre ore 18.30
   Satan’s Angel: Queen of the Fire Tassels di Joshua M. Dragotta
  tendenza: L
tipologia: Documentario – durata min.: 72
nazione: USA
anno: 2012
Angel Walker è una leggenda vivente del burlesque, genere nel quale ha esordito nei primi anni Sessanta con il nome d’arte Satan’s Angel, “Queen Of The Fire Tassels” (dalla performance che l’ha resa celebre). Oggi, a 68 anni, questa straordinaria artista continua a salire sul palco, mantenendo intatti il fascino e l’ironia che la contraddistinguono. Angel sembra sfuggire per sua natura a qualsiasi etichetta: lesbica dichiarata, è stata sposata quattro volte e ha avuto innumerevoli relazioni con uomini e donne. Questo documentario ripercorre la sua vita, i suoi amori e la sua folgorante carriera, dalla sua infanzia agli esordi nei concorsi amatoriali di striptease, a San Francisco, fino al successo internazionale nei principali club di tutto il mondo. Ma è anche un viaggio dell’incredibile mondo del burlesque dagli anni Sessanta ad oggi, con il contributo di altre protagoniste assolute come Dixie Evans e Kitten Natividad. Satan’s Angel: Queen of the Fiere Tassels è stato prodotto grazie a una campagna di raccolta fondi che ha raggiunto in poco tempo 10mila dollari. Joshua Dragotta, fotografo e regista, ha realizzato cortometraggi in 16 mm e in digitale nel corso degli ultimi 18 anni. Questo è il suo primo lungometraggio. (Gender Bender)

sabato 3 novembre ore 20.30
   Do not disturb di Yvan Attal
  tendenza: QQ
tipologia: Commedia – durata min.: 92
nazione: Francia
anno: 2012
Quando Jeff si presenta inaspettatamente in casa dell’amico Ben alle due di notte, i due riassaporano immediatamente le atmosfere di una volta. Non si vedono dai tempi del liceo, ma il loro legame non ha risentito della distanza. Jeff è ancora il ragazzo selvaggio di un tempo, artista vagabondo e amante seriale. Ben, invece, è impegnato con Anna e con lei, dopo aver acquistato una piccola, ma confortevole casa in periferia, sta tentando di avere un figlio. La presenza di Jeff però porta scompiglio nella vita di Ben, soprattutto dopo aver partecipato a una festa molto movimentata e aver bevuto parecchio. Rientrati a casa in compagnia di Monica e Lily, le ragazze che avevano organizzato il party, Jeff e Ben si lasciano convincere a girare un video porno amatoriale gay…Remake poco riuscito di “Humpday” di Lynn Shelton. Dichiarazioni del regista Yvan Attal: “Quello che mi interessava era mettere in scena la sessualità e parlare di questioni che si riferiscono ad essa senza mai essere imbarazzanti, anche quando la situazione si complica. La sessualità è sempre una cosa che ci blocca, non la si mette mai in discussione. Ci si crede liberi e senza tabù e ci si rende conto che si è lontani dall’esserlo. Soprattutto gli uomini … Ho l’impressione che le donne conoscano i loro desideri e per loro comprendere la loro sessualità non mette in discussione la loro identità. Per gli uomini è più complicato […] L’artista cerca continuamente di far esplodere i propri limiti e farsi violenza per andare dove ha paura di andare, in questo caso tentare l’esperienza dell’omosessualità se si è etero. Il limite del proprio talento è il limite del proprio coraggio, della propria audacia. È per questo motivo che ho messo l’accento sul fatto che i miei due protagonisti siano degli artisti frustrati che si ritrovano dopo anni per creare un progetto artistico.” Per le parti femminili di contorno, Attal ha scelto nientemeno che Laetitia Casta per il ruolo della moglie Anna che desidera fortemente un bimbo mentre una delle artiste lesbiche, Lilly, è interpretata da Charlotte Gainsbourg, sua ex-moglie, nella realtà (si sono separati sei mesi fa a causa, pare, di un breve flirt di lei – attualmente a Colonia sul set dell’erotico Nymphomaniac di Lars Von Trier – col cantante Pete Doherty). La sua compagna Monica, che nell’originale aveva il volto della regista del film, Lynn Shelton, è interpretata invece da una scatenata Asia Argento.(Roberto Schinardi, Gay.it)

sabato 3 novembre ore 22.30
   Laurence Anyways di Xavier Dolan
  tendenza: TTT
tipologia: Drammatico – durata min.: 159
nazione: Canada, Francia
anno: 2012
“Laurence è un insegnante trentacinquenne con una grande passione per la poesia e la letteratura. Da due anni convive con Fred, una ragazza spontanea e gioiosa che lavora come assistente alla regia su importanti set cinematografici. Siamo in Canada, è il 1989 e l’esistenza felice della coppia viene travolta dalla scioccante rivelazione di Laurence: “voglio essere una donna, per più di trentanni ho mentito a me stesso e mi sono travestito da uomo, ma ora non posso più continuare così”. Fred ovviamente non sa come rispondere ad una tale rivelazione; perdendo un uomo, la figura che le dava forza e confidenza, come può il loro amore, la loro relazione sopravvivere? … In dieci anni i due protagonisti si cercano e continuano ad amarsi, spesso da lontano, perché la storia raccontata da Dolan non è tanto una riflessione sociale o personale, ma una vera e propria grande storia d’amore, che va oltre le apparenze, le regole, il sesso, ma nonostante tutto questo è un amore impossibile, in maniera non diversa poi da quelli rappresentati dai due precedenti lavori del regista. La differenza semmai è nell’universalità di questa storia contrapposta invece allo sfogo intimo, rabbioso ed adolescianziale dell’ottima opera di debutto; Dolan sembra aver raggiunto con questo Laurence Anyways una maggiore consapevolezza non solo dei propri mezzi ma anche delle infinite possibilità offerte dal suo talento e da questa sua vocazione filmica. E parte integrante di questa maturazione è anche la scelta/necessità di rimanere per una volta solo dietro la macchina da presa, affidarsi completamente ad altri attori, e il risultato sono due performance di grande impatto da parte di Melvil Poupaud e Suzanne Clément, con quest’ultima in particolare a brillare con un personaggio con cui è facile empatizzare e davvero difficile da dimenticare.” (Luca Liguori, Movieplayer.it)


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